In Europa abbiamo ancora qualche problema con la tecnologia. O almeno, qualcuno in più rispetto agli Stati Uniti. È quanto emerge dalla ricerca Innovate or Fade di Accenture, multinazionale della consulenza con sede in Irlanda. Secondo lo studio, solo il 14,4% dei membri dei consigli di amministrazione delle aziende europee ha una significativa esperienza tecnologica, contro il 21,6% di quelli delle imprese del Nord America. Un divario importante, la cui riduzione, illustra la ricerca, potrebbe generare oltre tremila miliardi di dollari di ricavi in più entro il 2024.
La classifica europea
Lo studio di Accenture ha coinvolto oltre 19mila membri di consigli di amministrazione selezionati da 1.843 tra le più grandi aziende di Stati Uniti, Europa e Asia Pacifica. Concentrandosi sul Vecchio Continente, i Paesi con la più alta percentuale di esperienza tecnologica sono l’Olanda (19,1%), l’Irlanda (18,9%) e il Regno Unito (18,8%). In questa particolare classifica, l’Italia (8,4%) occupa una posizione abbastanza bassa, migliore solo di quella di Belgio (6,7%), Norvegia (6,2%), Austria (6,1%) e Portogallo (4,5%).
L’intelligenza artificiale
Per rendere più comprensibile e concreto il divario tra Europa e resto del mondo, lo studio di Accenture si è concentrato sul livello di implementazione di una delle principali tecnologie del nostro tempo: l’intelligenza artificiale. Secondo la ricerca, solo il 60% delle aziende europee ha depositato brevetti relativi all’IA, contro il 77% delle imprese nordamericane e l’89% di quelle dell’Asia Pacifica. Il divario diventa ancora più ampio se si considera l’intelligenza artificiale generativa, con il 34% delle aziende europee che hanno depositato brevetti, contro il 60% di quelle nordamericane e il 73% registrato dalle imprese dell’Asia Pacifica.
“La domanda chiave per la leadership è come integrare questa tecnologia per guidare l’efficienza e la crescita in modo responsabile”, ha commentato Jean-Marc Ollagnier, ceo di Accenture Europe, in riferimento all’intelligenza artificiale generativa. “Migliorare il quoziente tecnologico nei consigli di amministrazione è cruciale per aiutare le aziende a prendere decisioni su come la tecnologia può far progredire l’organizzazione”.
L’investimento sul talento
Ci sono però dei segnali incoraggianti per il futuro. Le aziende europee infatti sono più concentrate sull’aggiornamento tecnologico dei propri talenti rispetto alle controparti statunitensi: il 28% degli intervistati del Vecchio Continente ha dichiarato di portare avanti un programma tecnologico in tutta l’azienda, pratica avviata negli Stati Uniti solo dal 18% delle imprese coinvolte nella ricerca.
Ricerca e sviluppo
Secondo Accenture, per colmare il divario con il resto del mondo le aziende europee dovrebbero migliorare l’expertise tecnologica all’interno dei propri board e accelerare gli investimenti in ricerca e sviluppo (R&S). Da questo punto di vista la situazione è critica: se nel 2017 le imprese del Vecchio Continente erano in ritardo di 70 punti base in termini di percentuale di fatturato investito in R&S, ora il divario è raddoppiato a 140 punti base.
Secondo Ollagnier il rapporto tra ricerca e sviluppo e tecnologia è quello di un circolo vizioso: “L’innovazione può svolgere un ruolo cruciale nell’accelerare l’attività di R&S. A contare non è tanto l’importo assoluto investito in ricerca e sviluppo, quanto la parte di ricavi destinata e, soprattutto, il modo in cui essa viene utilizzata”.
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