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L’Ue apre un’indagine su X per la disinformazione su Israele-Hamas. E avvisa anche TikTok e Meta

Era stato accusato dall’Ue di diffondere “contenuti illegali e disinformazione” sul conflitto tra Israele e Hamas attraverso la sua piattaforma X. Thierry Breton, commissario Ue al mercato unico, in una lettera ufficiale, lo aveva esortato a “garantire una risposta tempestiva, accurata e completa” entro 24 ore. E si vede che la reazione di Elon Musk, proprietario dell’ex Twitter, non è stata soddisfacente.

“La nostra politica è che tutto sia open source e trasparente”, ha ribattuto Musk. “Vi preghiamo di elencare le violazioni cui si allude, in modo che il pubblico possa vederle”. Breton ha risposto: “Siete ben consapevoli delle segnalazioni dei vostri utenti e delle autorità sui contenuti falsi e sull’esaltazione della violenza. Sta a voi dimostrare che mantenete le parola. Il mio team rimane a disposizione per garantire la conformità al Digital services act (Dsa), che l’Ue continuerà a far rispettare rigorosamente”. E così è stato. Dopo la richiesta di chiarimenti di martedì, la Commissione europea sta indagando su X per possibili violazioni del Dsa.

L’indagine

X, come stabilito dal Dsa, deve rispettare “la valutazione e la mitigazione dei rischi legati alla diffusione di contenuti illegali, disinformazione, violenza di genere e qualsiasi effetto negativo sull’esercizio dei diritti fondamentali e della sicurezza pubblica”,  si legge in una nota.

L’Ue, oltre che sulla presunta diffusione di fake news sul conflitto in Israele, sta indagando anche sulle politiche della piattaforma “in materia di avvisi sui contenuti illegali, gestione dei reclami, valutazione del rischio e misure per attenuare i rischi individuati”. Adesso X è chiamata a fornire le informazioni richieste sull’attivazione e il funzionamento del protocollo in risposta alla crisi entro il 18 ottobre. La scadenza per le restanti questioni è invece il 31 ottobre. La società rischia una multa fino al 6% del fatturato e il divieto di operare in Europa. Ma Musk non è l’unico ad aver ricevuto l’avvertimento: l’allerta è stata estesa anche a TikTok, Facebook e Instagram.

La lettera di Breton a Meta…

Ieri Breton ha messo in guardia anche Meta sull’aumento della circolazione di fake news e ha dato a Mark Zuckerberg un ultimatum di 24 ore per rimediare. “Siamo venuti a conoscenza di segnalazioni di un numero significativo di contenuti deep fake manipolati che sono circolati sulle vostre piattaforme e alcuni sono ancora online”, ha scritto Breton in una lettera. “La invito a informare senza ritardi sui dettagli delle misure che avete preso per mitigare questi deepfake, anche alla luce delle prossime elezioni in Polonia, Olanda, Lituania, Belgio, Croazia, Romania, Austria e per il Parlamento europeo”.

…e a TikTok

Anche TikTok ha ricevuto la stessa comunicazione e lo stesso ultimatum di 24 ore per contrastare la diffusione di disinformazione e contenuti violenti (foto manipolate o video di festival e raduni di massa non correlati) in seguito allo scoppio della guerra tra Israele e Hamas. In particolare, nel caso di TikTok, il commissario Ue è preoccupato dal fatto che il social sia usato per lo più da minori e, di conseguenza, ha “l’obbligo di proteggerli dai contenuti violenti”. “Poiché molti utenti, in particolare i minorenni, si rivolgono alla vostra piattaforma come fonte di notizie, le fonti affidabili dovrebbero essere adeguatamente differenziate dalla propaganda terroristica”, ha scritto Breton nella lettera a Shou Zi Chew.

Un portavoce di TikTok ha detto a Forbes che la piattaforma ha “ricevuto e intende rispondere pienamente” alla lettera, affermando che segue le normative europee sui contenuti e continua “ad adattare le nostre misure di sicurezza durante questi eventi senza precedenti per proteggere la nostra comunità”.

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