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Il contributo degli over 50 al Pil mondiale raddoppierà fino a 96 bilioni di dollari nel 2050

Entro il 2050 il numero di persone con oltre 50 anni aumenterà del 44% a livello globale (3,2 miliardi di individui), mentre gli over 65 supereranno i bambini sotto i 15 anni entro il 2075. Si prevede che lo sviluppo di tecnologie come l’AgeTech e l’Ai potranno dare grande impulso allo sviluppo di un sistema che vada incontro alle necessità e interessi della popolazione anziana.

In uno scenario di questo tipo, la longevity econonomy rappresenterà un business di enormi dimensioni che migliorerà il benessere fisico e mentale degli over 50, oltre a generare innovazioni tecnologiche e nuovi posti di lavoro.

Sono questi alcuni dei risultati emersi  nella ricerca condotta da Rome Business School, Da silver economy a longevity economy. Salute, tecnologia e opportunità di business, a cura di Sabina Eminente, program director dell’International Master in Digital Marketing and Business Transformation della Rome Business School e partner di YourCmo, e Valerio Mancini, direttore del Centro di Ricerca della Business School.

La crescita della popolazione anziana

L’Italia è al primo posto in Europa per età media (46,5 anni nel 2023), gli over 80 passeranno dall’essere il 5,9% della popolazione al 14,6% tra il 2020-2100, mentre nel continente europeo la popolazione dai 65 anni o più passerà dal 21% del 2022 al 31,3% entro il 2100, con l’età mediana che arriverà fino a 48,8 anni.

“Ad oggi siamo poco preparati a questa evoluzione demografica che richiede nuovi modelli di contratti sociali e di welfare per gestire i costi e le sfide associate all’invecchiamento della popolazione”, afferma Valerio Mancini, tra gli autori della ricerca.

“È fondamentale tenere in considerazione l’aspetto globale e gli impatti sulla crescita dell’economia mondiale, sebbene al momento il valore esatto non sia certo, si prevedono impatti sistemici e complessi in vari settori”.

L’invecchiamento della popolazione ha un impatto significativo sul Pil e influenza notevolmente i modelli di consumo e la produzione economica. A livello mondiale, gli over 50 contribuiscono al prodotto interno lordo per 45 bilioni di dollari, ma il loro contributo continuerà a crescere fino ad arrivare a 96 bilioni nel 2050.

Nello specifico, la silver economy italiana si posiziona a livello globale al primo posto per percentuale di spesa da parte degli over 50, con il 67,7%, seguita da Hong Kong (60,8%), Grecia (60,4%) e Danimarca (60,2%).

Dalla silver alla longevity economy

Secondo il McKinsey Health Institute, la proporzione tra anni spesi in piena salute e anni passati con un livello di salute moderato o non buono è rimasta sostanzialmente invariata, nonostante la speranza di vita sia cresciuta di 19 anni negli ultimi sei decenni.

Gli autori della ricerca propongono un cambio di paradigma allo scopo di  migliorare il benessere degli anziani: “Dobbiamo passare dal termine silver economy, con una connotazione più negativa e associata all’invecchiamento, al concetto di longevity economy, ossia un concetto che riflette una prospettiva più ampia e positiva e che punta a favorire il vivere non solo più a lungo, ma anche in migliore salute e restando attivi”, afferma Sabina Eminente, tra gli autori del report.

Diversi studi hanno evidenziato le sfide e aree di miglioramento della longevità. Tra queste la necessità di puntare sul benessere quotidiano tramite uno stile di vita sano e il mantenimento della maggiore autonomia possibile; stimolare mobilità e movimento, riprogettando anche gli spazi in cui si vive; curare la salute della mente attraverso l’esercizio delle capacità cognitive e delineando uno scopo di vita.

E ancora la gestione delle cure attraverso percorsi sanitari per le patologie croniche; l’assistenza agli anziani con il sostegno dei caregiver; la vita attiva combattendo l’isolamento e l’emarginazione; il benessere finanziario adottando nuovi modelli di lavoro e pensionamento; il fine vita, curare come affrontare la morte e prepararsi ad essa in modo adeguato.

Il benessere in longevità è favorito dall’attenzione posta nel mantenere uno stile di vita sano negli anni. Ricercatori dell’Università di Harvard hanno identificato cinque fattori di stile di vita a basso rischio: dieta sana, esercizio fisico regolare, peso sano, assenza di fumo e assunzione moderata di alcol. Rispetto a coloro che non hanno incorporato nessuno di questi fattori di stile di vita, quelli con tutti e cinque i fattori hanno vissuto fino a 14 anni in più.

Gli over 50 sempre più vicini alla tecnologia

Le principali categorie di consumo in cui gli italiani più anziani contribuiscono con miliardi di euro sono i settori della prevenzione, healthcare e assistenza domiciliare avanzata, ma è in corso una significativa revisione dell’offerta ai consumatori over 50 conseguente ai loro nuovi bisogni, comportamenti e desideri di consumo.

Questa fascia di popolazione è sempre più interessata alle opportunità offerte dalla tecnologia: la ricerca di Hearts & Science Italy di quest’anno dimostra che lo smartphone viene utilizzato dal 93% degli ultracinquantenni, il 90% sono fruitori di whatsapp e l’80% sono utenti di social network, ma non solo.

Essi registrano un’interazione quotidiana al pari delle giovani generazioni con dispositivi digitali e app per acquisti di vario genere e abbonamenti online di riviste e giornali.

“L’AgeTech è tra i business del futuro”, spiega Eminente. “Il termine AgeTech infatti, non si limita al settore medico o alle tecnologie assistive, ma abbraccia tutte le tecnologie utili a promuovere quello che nel mondo anglosassone si definisce ‘aging in place’, ovvero invecchiare restando nella propria casa, nella propria comunità e, aggiungeremmo, nella propria concezione di vita”.

Un business che migliorerà il benessere degli over 50

Secondo il National Innovation Centre Ageing, una migliore esperienza utente e una maggiore familiarità con il digitale tra gli ultracinquantenni faranno sì che la loro spesa abilitata dalla tecnologia crescerà da circa 1 bilione di dollari del 2022 a oltre 2 bilioni di dollari entro il 2025.

I giganti del settore tech come Amazon e Apple hanno intercettato una grossa fetta della domanda, ma crescono anche le start-up sostenute dai venture capital, che generano un fatturato di circa 10 miliardi di dollari.  Oggi sono più di 1 miliardo gli utenti che hanno bisogno di tecnologia assistiva, volta a promuovere l’autosufficienza, l’indipendenza e il monitoraggio della salute.

Questa cifra dovrebbe raggiungere i 2 miliardi entro il 2050 con l’invecchiamento della popolazione e la convergenza dell’elettronica di consumo e dei prodotti di assistenza, secondo Wipo Assistive technology trends.

La pandemia ha enfatizzato l’importanza della telemedicina come strumento cruciale per affrontare l’emergenza sanitaria e oggi questo mercato globale è in costante crescita. Si prevede che raggiungerà un valore di oltre 175 miliardi di dollari entro il 2026.

L’Ai e le sfide del futuro

Una tecnologia chiave nel settore sanitario di oggi e del futuro è e sarà l’intelligenza artificiale, utilizzata soprattutto per la diagnostica, lo sviluppo dei farmaci e il continuo monitoraggio della salute dei pazienti anche da casa.

Si prevede che entro il 2026 due terzi di imaging medica utilizzeranno l’Ia per rilevare malattie e possibili trattamenti. Attualmente il 19% degli investitori nel settore sanitario favorisce gli investimenti in questa tecnologia e se ne prevede il 37% nei prossimi tre anni.

“La combinazione dell’Ia con le tecnologie immersive sta cambiando e migliorando il panorama del sistema sanitario globale ma richiede attenzione all’accessibilità e all’uguaglianza nell’adozione. La Legge delega di marzo 2023 ‘in materia di politiche in favore delle persone anziane’ rappresenta un primo passo per utilizzare le risorse del Pnrr per sostenere gli anziani non autosufficienti”, afferma Mancini.

L’Italia è oggi tra i paesi con il maggior numero di anziani. “La longevità dovrebbe essere incorporata nella cultura individuale e sociale richiedendo una pianificazione della vita nelle tre dimensioni di salute fisica, mentale e finanziaria. Il settore pubblico dovrebbe promuovere la prevenzione, ridefinire l’istruzione e la formazione continua, oltre a riformare i sistemi del lavoro e delle pensioni per sostenere una vita lavorativa più lunga, varia e flessibile”, aggiunge Eminente.

La longevity economy dunque è destinata a essere in continua espansione man mano che aumenterà la consapevolezza del suo potenziale e l’innovazione tecnologica sarà un punto fondamentale del suo sviluppo.

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