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Giocare ai videogiochi? Aiuta i giovani nei colloqui per il primo lavoro

Considerato da molti un gioco solo per ragazzi, il gaming rappresenta invece una risorsa preziosa ancora sottovalutata. In Italia, ad esempio, fornisce alla GenZ soft skill utili per entrare nel mondo del lavoro e nel percorso di carriera. È quanto emerge da uno studio commissionato da YouTube a Censuswide, incentrato sul ruolo del gaming nello sviluppo delle competenze professionali delle nuove generazioni.

Il legame tra gaming e lavoro

Secondo l’indagine, la maggior parte dei recruiter (64%) è più propensa ad assumere un appassionato di gaming, capace di parlare delle competenze sviluppate attraverso lo stesso. Secondo il 52% di loro, questa esperienza di gioco renderebbe più facile trovare un’occupazione.

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Il 69% dei recruiter, inoltre, sarebbe favorevolmente colpito se si menzionasse la passione per il gaming nel cv dei candidati o durante il colloquio di lavoro. Tuttavia, la Gen Z è ancora poco consapevole. Come rivela l’indagine, infatti, solo il 32% dei giovani citerebbe l’hobby nel proprio cv.

“Non sorprende che i gamer abbiano compreso il legame tra gaming e lavoro. Il gaming può aiutare a sviluppare importanti capacità occupazionali, come comunicazione, intraprendenza e adattabilità”, ha commentato Mathew Barr, senior lecturer in Computing Science all’Università di Glasgow, che studia il legame tra gaming e competenze professionali.

“Un gamer può creare connessioni tra ciò che sta facendo in un videogame e ciò che potrebbe dover fare nel lavoro o nello studio, e sentirsi sicuro di avere gli strumenti a sua disposizione per avere successo, perché ha fatto qualcosa di simile nel proprio videogame preferito. Per decenni ci è stato detto che praticare uno sport di squadra è una buona cosa. Lo stesso si può dire dei videogiochi di squadra. Infatti, nel mondo digitale il tipo di cooperazione online richiesta dai videogiochi è forse più rilevante che mai”.

Il gaming come fonte di competenze

Come detto, la maggior parte dei recruiters pensa che i gamers riescano spesso a trasferire le competenze apprese nel gaming sul posto di lavoro. Tra le doti più probabili emergono il pensiero strategico (42% dei recruiter), il problem solving (39%) e l’attitudine a mantenere la calma sotto pressione (36%).

Il problem solving (41% dei recruiter), una buona capacità comunicativa (39%), capacità di adattamento (34%) e di mantenere la calma anche sotto pressione (34%) risultano essere tra le competenze più utili quando si tratta di rendere qualcuno un buon candidato per il loro primo lavoro.

Doti intrinseche in chi si dedica al gaming, secondo gli esperti, poiché in grado di muoversi in circostanze in continuo cambiamento e a rapportarsi in modo efficace con gli altri membri del team di gioco.

“Secondo la nostra indagine, attraverso il gaming è possibile sviluppare alcune delle competenze più utili nel mondo del lavoro”, ha aggiunto Francesca Mortari, director YouTube per il Sud Europa.

“Sono stata particolarmente felice di scoprire che i recruiter apprezzano ciò che i gamer possono portare in un team di lavoro e in azienda. E non posso che essere orgogliosa del ruolo svolto dai creatori di YouTube in questo percorso di apprendimento, che porta una passione nata offline ad avere un impatto così forte anche online”.

Lo scetticismo della Gen Z

In base all’indagine, il 90% dei giovani intervistati considera il gioco un hobby, il 49% afferma di giocare regolarmente, il 40% solo occasionalmente. Il 40% degli appartenenti alla Gen Z menzionerebbe questa passione nel cv, in quanto occasione di parlare delle competenze acquisite.

Gli intervistati sostengono che chi gioca ha fatto proprie doti come pensiero strategico (43%), problem solving (37%) e capacità di mantenere la calma sotto pressione (33%). Ma non solo. Il 57% di loro concorda sul fatto che fruire di contenuti legati al gaming su YouTube li aiuta a migliorare competenze come il pensiero strategico, la risoluzione dei problemi e il mantenimento della calma sotto pressione.

Tra i 5 principali generi che aiutano a sviluppare competenze utili in ambito lavorativo, secondo l’indagine di Censuswide, ci sono giochi di strategia, di simulazione aziendale e videogiochi strategici in tempo reale (Rts).

Nonostante ciò, la Gen Z è ancora piuttosto scettica: solo 4 intervistati su 10 menzionerebbe i propri hobby nel proprio curriculum vitae, mentre solo una piccola parte degli intervistati (22%) ritiene che il gaming offra loro maggiori possibilità di sviluppare competenze utili sul posto di lavoro.

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