di Eugenio Zuccarelli e Gabriele Di Matteo
[L’articolo è estratto dal libro “Intelligenza Artificiale, come usarla a favore dell’umanità” scritto da Gabriele Di Matteo ed Eugenio Zuccarelli per Mondadori]
L’Intelligenza artificiale sta avendo un impatto epocale sulla produttività. PwC stima che l’Ia aggiungerà 15.000 miliardi di dollari all’economia globale entro il 2030. Una cifra impressionante considerando che il pil italiano si aggira sui 2mila miliardi. Questo cambiamento è soprattutto dovuto all’Ia generativa che riesce a fare cose fino a ieri impensabili. Prendiamo il caso di Sora, il nuovo asso nella manica di OpenAI che permette con un semplice “prompt” scritto di generare video di ottima qualità.
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Questo cambiamento non riguarda solo le big company che dispongono di enormi risorse finanziarie. Anche le piccole aziende familiari hanno davanti una grande occasione per crescere.
L’Intelligenza artificiale provocherà un boom economico?
Dice Sam Altman, fondatore di OpenAI: “L’Intelligenza artificiale provocherà uno dei boom economici più importanti della storia umana. Non so se il pil dei paesi industrializzati raddoppierà, ma di sicuro questi modelli alzeranno la qualità della vita. Di questo sono certo. Non siamo ancora arrivati al compimento della rivoluzione in corso nel mondo del lavoro e della società in generale, ma stiamo muovendo i primi passi. Gli esseri umani hanno dei desideri, delle aspirazioni, delle speranze e ritengo difficile, nel mondo di oggi, prevedere come tutto questo evolverà. In OpenAI siamo molto empirici, non facciamo scenari a lungo termine. Ma, credetemi, ci saranno molte cose meravigliose da aspettarsi e da esplorare in questa nuova realtà. Con la tecnologia le possibilità si moltiplicano di giorno in giorno, sotto gli occhi di miliardi di persone connesse e quindi c’è da essere ottimisti su questo enorme cambiamento”.
Rischi
Ma c’è anche chi suona l’allarme diffondendo timori ben motivati ma anche paranoie. Può l’Intelligenza artificiale rivoltarsi contro gli umani e soppiantarli come temeva già Stephen Hawking?
Altman: “Ogni rivoluzione tecnologica ha posto delle domande rispetto al ruolo degli esseri umani. Quando, all’inizio della rivoluzione industriale sono state create le macchine, le catene di produzione, gli uomini si sono chiesti: ma adesso quale potrà essere il nostro ruolo? Resteremo senza lavoro? Poi i lavori si sono specializzati ma non sono spariti. Capire cosa succederà nel medio-lungo termine, quali lavori saranno ritenuti superati e quali potranno sparire o evolversi in qualcos’altro, non è per niente facile in questo momento e io evito di fare previsioni, senza avere elementi concreti. Un altro esempio: quando furono inventate le videocamere tascabili qualcuno disse che il cinema sarebbe finito. Il cinema è più vivo che mai, si è solo trasformato accrescendo le sue capacità produttive e creative con effetti speciali e storie sempre più straordinari”.
In Italia
Special Guest alla Italian Tech Week di Torino Sam Altman ha parlato anche dell’Italia, delle startup innovative e ha distribuito consigli su come costruire un’impresa di successo. “Io penso che l’Italia abbia delle buone chance di crescita, ma la questione principale è una scelta culturale per spingere la crescita del sistema tecnologico. E qui subentra anche il Governo che deve fare scelte molto coraggiose. Avete bisogno di un profondo cambiamento culturale. Anche negli Stati Uniti, per molto tempo, le tecnologie non facevano parte di una scelta tecnologica a livello governativo. Oggi lo sono. Agli imprenditori che si occupano di sviluppare modelli di Intelligenza artificiale generale voglio dire che lo sviluppo è del tutto assicurato così come lo sono i miglioramenti in termini di accuratezza. Quello che dovete fare, quindi, è cercare una strategia”.
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