“L’IA generativa ha il potenziale per rivoluzionare quasi tutti i settori”, ha detto Sam Altman, il papà di ChatGpt. Negli ultimi anni, infatti, è entrata anche nelle nostre cucine e sta riscrivendo le regole del settore food. La sfida delle aziende oggi è riuscire a capitalizzare il grande potenziale di soluzioni generative di intelligenza artificiale per guidare la crescita del business.
È stato questo il focus dell’evento Taste the Future, realizzato in collaborazione con PwC Italia, KPI6 e A4D, che si è tenuto il 20 marzo a Milano a Palazzo Bocconi, ospitato da WExecutive, realtà attiva nel settore dell’executive search e hr advisory.
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Come cambia il business
Durante l’evento Vincenzo Tanania, director e coordinatore del team innovation di PwC Italia, ha sottolineato: “L’IA e la IA generativa stanno cambiando le regole del gioco e rivoluzionando sempre più l’industria del food & beverage, diventando un abilitatore di strategie data-driven e di crescita del business”.
Ma quali sono i driver che favoriranno l’adozione sempre maggiore di tecnologie IA? “In primo luogo la legislazione vigente, seguita dall’aumento di nuove competenze che guidano l’adozione di tecnologie sempre più avanzate. Entro il 2031 si prevede un aumento del 36% della domanda di professionisti qualificati in ambito IA”.
In questo contesto è fondamentale evidenziare il ruolo determinante dei dati, a partire da cui le aziende possono comprendere il pubblico di riferimento e individuare tendenze di mercato in tempo reale e adattare, di conseguenza, le proprie strategie di business. “Le capacità di raccogliere, organizzare, analizzare e generare dati sta diventando un vantaggio competitivo determinante. Nel settore f&b i dati sono fondamentali per profilare le caratteristiche e i comportamenti degli utenti per identificare le persone target, analizzare le preferenze e gli interessi e studiare e anticipare i trend di mercato”, ha concluso Tanania.
Il ruolo dei dati
Nella prima tavola rotonda si è parlato proprio dei dati, del loro valore e delle opportunità di crescita offerte dall’IA generativa nelle interazioni con i consumatori. E ha visto la partecipazione di Alessandro Alaimo Di Loro, head of country di Unilever Food Solutions Italy, Andrea Torassa, co-founder & ceo di Resmart e Andrea D’Aietti, co-founder di Underdogs Group.
“Al centro del nostro percorso di crescita c’è la trasformazione in azienda data driven decision making, perché significa essere efficienti ed efficaci”, ha commentato Alessandro Alaimo Di Loro. “In passato abbiamo fatto principalmente riferimento ai dati legati al puro fatturato, quindi al sell in. Noi vogliamo concentrarci sempre di più sui dati di sell out, sempre molto utili a comprendere le azioni messe in atto e soprattutto i potenziali spunti per il futuro”.
E poi ha spiegato in che modo lavora l’algoritmo Reco Engine di Unilever: “Oggi stiamo lavorando con un algoritmo che ci permette di dare delle raccomandazioni sulle nostre soluzioni fondate sul posizionamento geografico e abitudini tipiche dei nostri consumatori primari: gli chef ”.
Andrea Torassa ha parlato di Resmart: “Una realtà che si occupa di sistemi di analisi dati e raccomandazioni e aiuta le aziende a prendere decisioni in maniera più consapevole. Prendiamo i dati dalle catene di ristorazione e diamo raccomandazioni su menù, prezzi e approvvigionamento di prodotti. Per noi, che siamo una startup, la chiave di business è il time to market. Grazie agli strumenti di Intelligenza artificiale generativa riescono a lavorare su progetti tecnici anche persone che non hanno un background propriamente hi-tech”.
Andrea D’Aietti, invece, è partito dal termine Underdogs che in slang americano indica chi è partito sfavorito e ha raggiunto buoni risultati. “Crediamo che la tecnologia sia uno strumento che permette alle aziende di crescere anche in assenza di grandi capitali o mezzi a disposizione. Democratizza la crescita e il miglioramento. Noi aiutiamo le aziende a digitalizzarsi e a crescere”, spiega.
“Bisognerebbe guardare al mondo del food e del food retail come si fa da anni nel mondo dell’industria, creando copie dell’ecosistema industriale per fare analisi di dati in ottica simulativa. Più l’azienda cresce, più diventa complicato gestire la mole di dati. Tra i campi applicativi c’è la supply chain: avendo molti dati da analizzare si comprendono meglio riordini e stock e prevedere le abitudini e i gusti dei consumatori”.
I digital twin di KPI6
Nel corso dell’evento è stato dedicato molto spazio a casi pratici. In particolare, nella tavola rotonda finale, a cui hanno partecipato Alberto Nasciuti, ceo di KPI6, e Cecilia Sandrucci, emea director, consumer data acquisition and activation di Coca-Cola si è parlato della collaborazione tra KPI6 e Coca-Cola.
KPI6 ha applicato strumenti di intelligenza artificiale generativa per l’analisi del pubblico. Alberto Nasciuti ha spiegato “analizziamo quello che dicono le persone sul web rispetto a un brand o un argomento”. E continua: “Ci siamo resi conto che molti dei nostri clienti hanno problemi a targhettizzare gli utenti sui social e sul web: nel 2024 i due terzi che navigheranno non saranno tracciabili in seguito all’eliminazione dei cookie di terze parti”.
Dai social si possono capire molte cose e “usando l’intelligenza artificiale generativa possiamo completare il dna del pubblico con un’accuratezza del 90%”. Grazie a questo è possibile creare dei digital twin: “Cloniamo il pubblico per dare la possibilità ai nostri clienti di interagire con un pubblico digitale creato dall’Ia. Questo rende più veloci, precise e meno dispendiose le analisi di mercato”.
Coca-Cola ha utilizzato la soluzione di KPI6 per studiare l’impatto sulla sostenibilità e sulle specifiche aspettative degli utenti sulle decisioni di acquisto per definire quali target sono maggiormente affini al brand. Cecilia Sandrucci, ha aggiunto: “In un panorama dove i consumatori sono sempre più digitali, l’Ia generativa ci permette adesso di avvicinarci alle nostre audience con maggiore conoscenza delle loro attitudini e aspettative e creare quindi il giusto engagement, coinvolgendo direttamente l’audience.
Portare l’innovazione nel mondo del food
Infine Riccardo Petrantoni, managing director di Appetite for Disruption, ha spiegato il ruolo di A4D. “Vogliamo portare l’innovazione nel mondo tradizionale del food, creando valore, contaminazioni e connessioni per la crescita dell’ecosistema. Il nostro compito è ascoltare i bisogni delle società, portarle a un tavolo di negoziazione con le controparti, accelerandone il go-to-market”.
“Se, ad esempio, una startup offre soluzioni di pagamento digitale nel mondo della ristorazione e ha bisogno di collaborare con altre realtà, noi possiamo supportarla e agevolarne, così, la crescita sul mercato. Questo rientra nel perimetro di attività che facciamo con la nostra business line ‘A4D Growth’: una modalità innovativa di collaborazione con startup market-ready e scaleup nel settore food retail & tech dove agiamo in qualità di business facilitator partner”.
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