Articolo tratto dal numero di maggio 2024 di Forbes Italia. Abbonati!
Da bambino sognava di fare il pilota e in un certo senso ci è riuscito, anche se non guida una macchina di Formula 1. Marco Nespolo da cinque anni e mezzo è alla testa di Fedrigoni, azienda manifatturiera italiana specializzata nella produzione di carte speciali per il packaging e altre applicazioni creative, materiali autoadesivi e soluzioni rfid per svariati settori, tra cui moda, cosmetica, alimentare, vino, arte, editoria. “Molto presto, da adolescente, ho capito di voler ricoprire ruoli di leadership nel mondo aziendale”, ha spiegato a Forbes. “Volevo guidare le persone verso obiettivi ambiziosi e aiutarle a esplorare il proprio potenziale per crescere”.
Marco Nespolo: il percorso
Nespolo, classe 1973, ha studiato business administration all’Università Bocconi di Milano, facendo un semestre in Inghilterra, alla Warwick University. “Ho privilegiato l’internazionalità e la poliedricità. Infatti non ho scelto un percorso di studi verticale, ma molto ampio, che mi ha dato una visione aziendale estesa”. Ha iniziato la sua carriera in Citibank, come analista finanziario. Ha sempre lavorato in istituzioni globali: prima in Bain & Company, poi in Bain Capital Private Equity per otto anni e mezzo. La sua base era a Londra, ma ha seguito aziende in tutti i continenti, facendo anche periodi in Sud America, Nord America e Asia. Ha partecipato a diverse acquisizioni. È stato poi nominato chief operating officer di Cerved, società di business information. Nel 2016 ne è diventato il ceo, portandola alla quotazione in Borsa.
La vocazione internazionale
Alla fine del 2018 ha lasciato Cerved per diventare il ceo di Fedrigoni, che era appena stata acquisita da Bain Capital. Qui ha portato la sua vocazione internazionale, guidando il gruppo nel processo di transizione da azienda familiare a multinazionale globale, attraverso una serie di acquisizioni che hanno più che raddoppiato il fatturato: “In cinque anni abbiamo fatto 15 acquisizioni e triplicato l’ebitda”. Così Fedrigoni, mantenendo le sue radici e consolidando la posizione in Europa, ha puntato sull’espansione in Nord America, America Latina e Asia.
Fedrigoni
La prima grande sfida per Nespolo è stata quella di creare il nuovo management e disegnare il piano industriale di quattro anni: “Abbiamo avviato il processo di trasformazione, combinando 100 anni di storia con una visione innovativa e sostenibile. Ci siamo riusciti grazie alla creazione di un team coeso, che ha unito tanti background diversi verso un obiettivo comune”. Dopo un anno è arrivato il Covid, da cui Fedrigoni è uscita rafforzata: “Abbiamo accelerato e aggiunto ambizione, chiudendo un 2021 e un 2022 eccezionali. In quel drammatico momento le persone, la tutela della loro salute e la salvaguardia del loro posto di lavoro sono state la priorità. Inoltre abbiamo messo in campo tutte le azioni necessarie a tener fede agli impegni con i nostri clienti”.
In particolare, il 2022 è stato un anno importante, perché Fedrigoni si è aperta ulteriormente al mercato, facendo entrare un secondo investitore. “Ci siamo presentati a un gruppo di potenziali investitori globali, raccontando la nostra storia, e abbiamo raccolto un grande entusiasmo dalla comunità finanziaria, cosa che ci ha riempito di orgoglio”. Poi nel 2023 c’è stato un rimbalzo, che ha caratterizzato tutta la nostra industria, dovuto alla situazione geopolitica e alla necessità di ridurre gli stock da parte di molti nostri clienti. “Nel futuro vedo una Fedrigoni ancora più grande, magari quotata in borsa, che riesca a riunire tante altre realtà sotto un unico tetto, per continuare a essere una storia di successo mondiale”.
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