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19 luglio 2024
Italiani sempre più attenti alla sostenibilità: nove su10 vogliono ridurre la propria impronta ecologica, secondo una ricerca di Deloitte
Le persone sono sempre più attente alla sostenibilità. Nove cittadini su 10 vogliono ridurre la propria impronta ecologica e più di nove consumatori su 10 apprezzano la trasparenza delle aziende rispetto alle strategie di sostenibilità. Il 78% di loro esprime maggiore fiducia verso aziende che condividono pubblicamente i propri obiettivi Esg. Questo quanto emerge dalla ricerca di Deloitte “Il Cittadino Consapevole: il valore del trust nelle scelte di consumo sostenibile”.
“Gli italiani sono sempre più attenti al tema della sostenibilità e la loro fiducia verso le aziende rappresenta un tema cruciale nel contesto di mercato attuale”, ha commentato Stefano Alfonso, growth leader di Deloitte Central Mediterranean. “Basata su responsabilità reciproca e consapevolezza ambientale, la relazione tra consumatori e brand non è solo un simbolo di autenticità e impegno verso un futuro sostenibile ma anche una chiave per il successo delle organizzazioni”.
La sostenibilità orienta gli acquisti
Sebbene il prezzo rimanga un aspetto fondamentale, l’impegno verso la sostenibilità è fondamentale nelle scelte di acquisito. Per il 71% dei cittadini, la fiducia in una marca si consolida se questa prende una posizione pubblica condivisa dal consumatore rispetto a temi Esg e, per il 51% degli italiani, diminuirebbe se la posizione non fosse condivisa.
“In un momento storico di grande incertezza e complessità, la fiducia è indispensabile nella relazione tra un brand e i suoi clienti. Una marca in grado di ispirare fiducia sarà maggiormente in grado di creare relazioni stabili, durature, coinvolgenti e di valore per i propri clienti. In questo contesto, emerge la centralità della sostenibilità quale driver strategico per le aziende: infatti, queste non devono limitarsi alle sole dichiarazioni d’intenti, ma devono integrarla in modo organico nel proprio core business, ripensando la governance, i processi e la relazione con gli stakeholder”.
Ecco come si informano i consumatori
I consumatori italiani utilizzano un ampio set di canali e strumenti per reperire informazioni sulla sostenibilità del prodotto o del servizio da acquistare. Per quasi il 60% dei consumatori la principale fonte informativa è l’etichetta, seguita dalle certificazioni (52%). Accanto a queste, ci sono poi i canali aziendali ufficiali (32%), le recensioni online su siti specializzati (32%), l’opinione di esperti in materia (29%) e i media tradizionali (27%).
Occhio al greenwashing
Un fenomeno che incide sul rapporto di fiducia tra brand e consumatori è il greenwashing, che, secondo gli intervistati, viene sperimentato attraverso l’omissione di informazioni rilevanti sulle caratteristiche sostenibili del prodotto o servizio (30%), l’enfatizzazione di una singola e non cruciale caratteristica sostenibile (26%), l’uso di un linguaggio vago e approssimativo nella descrizione del prodotto o servizio (24%) e l’impiego di termini che facciano presupporre l’esistenza di una certificazione (24%). In particolare, i settori più esposti a questo fenomeno sono quelli dei beni di consumo, con percentuali più elevate nel comparto alimentare (29%) e moda (15%).
La maggior parte dei casi di greenwashing viene identificata attraverso la ricerca online (35%) o sui social media (26%). Altri canali includono il parere di esperti (24%), il supporto di Ong (21%) o associazioni di categoria (20%) e media tradizionali (20%).
In caso di esperienze di “ambientalismo di facciata”, il 17% dei consumatori italiani interromperebbe l’acquisto e la fruizione di prodotti e servizi dall’azienda, un ulteriore 42% limiterebbe gli acquisti futuri della marca. Inoltre, le aziende devono tenere in considerazione le conseguenze negative derivanti da recensioni (38%) e passaparola negativi (36%), azioni di tutelada parte di associazioni di categoria (29%), lamentele attraverso il servizio clienti (29%), restituzione di prodotti (26%) orichieste di risarcimento (21%).