Il concetto di smart money è un’opportunità ancora oggi non pienamente sfruttata, in particolare nelle fasi di espansione tipiche delle società ad alto contenuto di innovazione. I così detti “investitori smart” apportano infatti non solo capitale paziente, che quindi guarda a ritorni nel medio-lungo periodo, ma anche competenze specifiche e network relazionali che possono essere cruciali per accelerare lo sviluppo di una società. In Italia, la combinazione di capitale strategico e politiche fiscali favorevoli può creare un volano in grado di permettere ad aziende e imprenditori di trasformare modelli innovativi in realtà imprenditoriali strutturate, competitive e scalabili.
L’intervista ad Alessandro Scotta
Abbiamo parlato di Smart money e dell’impatto di questa tipologia di investimento nelle imprese italiane con Alessandro Scotta, relationship manager di ClubDeal Digital, piattaforma di gestione per i private asset.
Qual è il ruolo degli smart money nel contesto delle startup e delle Pmi italiane?
Negli ultimi anni, il concetto di Smart Money ha assunto sempre più rilevanza, specialmente nell’ambito delle startup e delle Pmi innovative. Tuttavia, sebbene i settori ad alto contenuto tecnologico siano i destinatari primari di questa tipologia di investimenti, anche settori tradizionali tipici del made in Italy come quello manifatturiero e industriale, stanno beneficiando dell’afflusso di capitali pazienti da parte di investitori “smart”. Questa dinamica può generare benefici per le aziende, e quindi per la comunità, in diverse fasi. Oltre infatti a fornire expertise e accesso a una rete di contatti, l’investitore che apporta appunto “smart money”, può supportare la società già nella fase di raccolta, validando ad esempio la tecnologia o il modello di business, grazie a competenze specifiche in un settore. Questo può essere molto utile per la società nel dialogo con altri investitori. I benefici però non sono solamente per la società. Chi investe con questo approccio infatti può avere ad esempio accesso a una determinata tecnologia in anteprima o beneficiare di sinergie industriali. Oltre a ciò l’investitore spesso è attirato da un senso di esclusività e di appartenenza che soltanto il diventare socio di una determinata azienda può dargli.
Come si muove nello specifico ClubDeal Digital per incentivare l’afflusso di Smart Money verso l’economia reale?
Il nostro approccio nei confronti dell’investitore “smart” si sostanzia in diverse fasi. Durante la selezione dei deal ci muoviamo già in quella direzione, andando a intercettare i membri della nostra community che abbiano le caratteristiche giuste per valorizzare e validare l’opportunità di investimento. È una fase molto importante perché presentiamo alla società target investitori qualificati (High Net Worth individuals, family office, famiglie con background imprenditoriale) che possono portare relazioni, expertise di settore e potenziare lo sviluppo del business. La partecipazione di investitori esperti è un punto fermo della nostra strategia, basata sul club deal, perché migliora la credibilità dell’azienda e dell’operazione di investimento agli occhi degli altri investitori. Tipicamente nella fase successiva all’investimento, la relazione con questi investitori continua e si rafforza. Grazie alla struttura della nostra piattaforma di gestione dei private asset si sviluppa una comunicazione costante che permette di rendere partecipi gli investitori nell’andamento della società, identificando le aree in cui il supporto dell’investitore possa fare la differenza.
Può condividere esempi concreti di come il coinvolgimento degli investitori abbia contribuito a far sviluppare opportunità specifiche?
Negli anni (dal 2018) abbiamo incontrato numerosi investitori che si sono distinti per il supporto fornito alla società. Per Wearable Robotics possiamo menzionare ad esempio Cristiano Fontana, head of advisory di Lifeblood Capital, esperto del settore medicale da più di vent’anni. Fontana, grazie alla sua expertise tecnica, ha validato la tecnologia sviluppata dalla società favorendo addirittura l’ingresso nella società da parte di alcuni importanti fondi di investimento. Ancora, un investitore qualificato che ha investito nella società Kampos, attiva nel settore fashion, sta fornendo, grazie al suo network professionale, supporto per l’apertura verso mercati stranieri, in particolare negli Stati Uniti. Possiamo menzionare ancora alcuni investitori che hanno validato ad esempio la componente tecnologica legata alla blockchain di Bcode, startup attiva nel segmento web3, o un importante imprenditore attivo nel settore della logistica che grazie alla sua esperienza e presenza sul mercato, farà da ponte relazionale per una società che avremo a breve in aumento di capitale. Per ultimo, il caso forse più tipico di smart money visto nell’attività di ClubDeal Digital, è quello rappresentato dall’endorsement di imprenditori di successo che non solo investono in una società, ma entrano anche nel Consiglio di Amministrazione, agevolando il percorso di raccolta e di sviluppo della società. Esempio di questa dinamica è Elia Bonacina, presidente e ceo di Bonacina 1889, marchio storico di arredamento di Design hand-made in Italy, che ha supportato la crescita di Artknit Studios in qualità di investitore e consigliere.
La testimonianza di Elia Bonacina
Abbiamo raccolto direttamente la testimonianza di Elia Bonacina, ceo e presidente di Bonacina 1889, che ha detto: “Confermo quanto detto da Alessandro, e nello specifico vorrei aggiungere che la sinergia fra imprenditori con visioni, vissuto e problematiche simili è più facilitante rispetto al solo supporto di soggetti che apportano capitale senza conoscenza del business e che usano come metrica solo i numeri di bilancio. Quindi, sulla base della mia esperienza con Artknit Studios, l’imprenditore-investitore si configura più come un braccio destro e ha una maggiore sensibilità verso ogni aspetto del business, anche sotto l’aspetto umano”.
In sintesi, l’ingaggio da parte della società di “Smart Money” non rappresenta solo una fonte di finanziamento, ma un motore strategico di crescita e sviluppo. Per le imprese italiane, può costituire un’ulteriore leva per raggiungere nuovi traguardi e consolidarsi nel panorama competitivo globale.
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