Fredric Roberts è stato per oltre 30 anni un investment banker di Wall Street. Quando è andato in pensione, ha deciso che avrebbe speso parte dei suoi ingenti risparmi viaggiando per mare. Ma non su navi da crociera qualunque. La scelta è ricaduta su Silversea, marchio di crociere di lusso nato a Monaco nel 1994. Oggi Silversea è sotto il controllo di Royal Caribbean, che insieme ai competitor Carnival Corporation e Norwegian Cruise Lines si spartisce più della metà del mercato crocieristico mondiale.
Quando nel 2018 Royal Caribbean ha messo le mani sul brand monegasco, Roberts e gli altri repeaters – viaggiatori fidelizzati che ogni anno spendono molte decine di migliaia di euro a testa per salire su queste navi di lusso – hanno drizzato le orecchie. Il loro timore era che la multinazionale americana, proprietaria delle navi passeggeri più grandi del mondo, potesse snaturare il format intimista e selezionato, che ha fatto la fortuna del marchio fondato da Manfredi Lefebvre d’Ovidio – quasi 2 miliardi di patrimonio stimato da Forbes –, poi venduto alla società con base a Miami per una cifra superiore al miliardo di euro.
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Il settore in pandemia
I dubbi di Roberts e degli altri crocieristi storici Silversea non hanno potuto prendere piede, placati da una pandemia mondiale. Più di altri business dell’hospitality, le crociere hanno sofferto nel biennio ‘20-‘21 un tracollo che ha minacciato la stabilità stessa del settore; il segmento si è però ripreso in modo sorprendente, mettendo a segno nel post-Covid una serie di record mai registrati prima.
A livello italiano, il 2023 si è chiuso con 13,79 milioni di passeggeri e con oltre 4.900 toccate nave in 61 porti; quest’anno sono attesi 13,8 milioni di passeggeri movimentati nei porti della penisola, con 5.187 toccate nave operate da 53 compagnie di navigazione. A livello globale, secondo le stime dell’ufficio studi Enit su dati Clia, nel 2023 il settore ha raggiunto il 106 percento dei livelli del 2019, con 31,5 milioni di crocieristi.
Lusso all-inclusive
Si tratta di numeri alimentati non solo dal ritorno dei viaggi, ma da dinamiche che riflettono un nuovo modo di intendere le vacanze da parte di una fetta crescente di turisti. Una grande nave offre sicurezza, comodità ed è gestita in modo tale da abbattere la quasi totalità dei problemi logistici per i passeggeri. Nel caso di una nave di lusso, i benefit sono più sostanziosi: escursioni private, maggiordomo personale, piscine a sfioro e sistemazioni private molto spaziose. Se, prima della pandemia, chi aveva le disponibilità spendeva i propri soldi in altro modo, oggi parte di queste persone si rifugiano su navi in grado di garantire privacy e servizi di livello.
Il buon vento che spira sul settore ha spinto le compagnie sia al lancio di nuovi format generalisti – si pensi ai weekend in crociera proposti, tra gli altri, proprio da Royal Caribbean, che lo scorso luglio ha inaugurato alle Bahamas un nuovo gigante dei mari, Icon of the Seas – che al consolidamento dei brand dedicati a un pubblico più alto-spendente. Tra il 2023 e il 2024 sono state inaugurate 11 navi di lusso. Nello stesso periodo secondo Crocierissime, agenzia web leader in Italia specializzata nel settore crocieristico, le domande per salire a bordo di queste navi sono aumentate del 50% rispetto al biennio precedente.
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Quello delle crociere di lusso è un format che segue un protocollo specifico. Le navi dedicate, di norma, sono in grado di ospitare dai 200 ai 6-700 passeggeri, a cui è offerto un rapporto ospite-equipaggio di 1:1 o superiore, il top dell’accoglienza crocieristica. La formula a bordo è quella del cosiddetto “lusso all-inclusive”. Tradotto: chi spende molti soldi per imbarcarsi su questi esemplari – su Silver Ray, l’ultima nata in casa Silversea Cruises, per la tratta inaugurale sul Mediterraneo, lo scorso luglio, le suite più economiche erano vendute a partire da 14mila euro per dieci giorni di crociera – desidera che tutto, dai voli al cibo, dalle bevande ai servizi, sia incluso.
Silver Ray
Con la nascita della classe Evolution – di cui Silver Ray è il secondo esemplare dopo Silver Nova – Royal Caribbean ha inserito nuove variabili in questo format consolidato. Dei sette ristoranti a bordo di Silver Ray alcuni, come il giapponese Kaiseki e il francese La Dame, sono a pagamento. Non si tratta di una novità: tutte le navi, grandi e piccole, possiedono ristoranti di specialità non inclusi nei pacchetti.
Se però su Silver Endeavour, una delle navi da spedizione più lussuose al mondo, impegnata su Artico e Antartico, per una cena da La Dame si spendono in media sui 60 euro, su Silver Ray il costo del menu ispirato da alcuni noti chef stellati si aggira sui 300 euro a testa. In un periodo storico in cui è l’”esperienzialità” a determinare il successo o meno di un viaggio, portare una carta sofisticata su una nave che è essa stessa un’esperienza viene percepita da alcuni ospiti come una scelta opportuna.
La planimetria e le dimensioni di Silver Ray rispecchiano questo concept estensivo: la nave, costruita nei cantieri tedeschi Meyer Werft, possiede un singolare design asimmetrico che ha permesso, tra le altre cose, di spostare la piscina principale sul lato di dritta, di garantire agli ospiti più aree esterne coperte dal sole e una maggiore visione del mare, grazie a 4.000 metri quadri di vetrature. Anche le dimensioni sono una novità per il format. Silver Ray è, a tutti gli effetti, un incrocio tra una nave boutique e una nave di medie dimensioni, in grado di ospitare fino a 728 passeggeri e 544 membri dell’equipaggio.
Numeri consistenti, supportati dalla presenza di corridoi più lunghi della media e da una varietà dell’offerta culinaria che ha poco da invidiare a quella delle grandi navi. A bordo è anche operativo un piccolo casinò, un unicum per le navi boutique. Si tratta, secondo alcuni, dello “scotto” da pagare a Royal Caribben e alla sua visione.
Il futuro
Secondo altri, come il capitano di Silver Ray, l’italiano Alessandro Zanello, si è di fronte a una naturale evoluzione delle cose. “Se non fosse stato per gli americani, ora il brand Silversea sarebbe in una situazione ben peggiore. Queste nuove navi di lusso sono il futuro” spiega Zanello. I numeri sembrano dargli ragione: sulla tratta partita da Venezia l’8 e conclusasi ad Atene il 19 luglio, Silver Ray era piena per oltre il 90percento della sua capienza. A bordo, divisi tra le 13 classi di suite, erano presenti perlopiù crocieristi americani, inglesi, canadesi e latinoamericani.
Più pubblico vuol dire, per le compagnie e gli armatori, maggiore importanza da conferire alle tematiche legate alla sostenibilità. Silver Ray è equipaggiata con motori dual fuel che le consentono di utilizzare il gas naturale liquefatto (GNL) come combustibile principale, quando disponibile, oppure il marine gas oil (MGO) come alternativa. La nave è anche predisposta per il cold ironing: può collegarsi alla rete elettrica terrestre quando è ormeggiata in porto, spegnendo i generatori. Silver Ray è inoltre allestita per l’utilizzo di un sistema a celle a combustibile e batterie che, una volta perfezionato, renderà l’ultima nata in casa Silversea ancora più ecologica.
Oggi il business delle crociere di lusso è solo un piccolo segmento di quello generalista delle crociere, che a sua volta è un piccolo segmento, circa il 3 percento, del turismo mondiale. Le previsioni parlano di forte crescita nei prossimi anni, anche grazie a un maggiore interesse dimostrato al settore da parte della generazione X e dei Millennials.
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