Under 30

La startup di questi under 30 semplifica il lavoro degli avvocati grazie all’intelligenza artificiale

Articolo tratto dal numero di novembre 2024 di Forbes Italia. Abbonati!

C’era una volta l’avvocato. Un mestiere che nell’immaginario collettivo era cristallizzato, immutabile, dall’aura conservatrice o almeno tradizionalista. Alcune volte, però, resistere al cambiamento può diventare sempre più difficile, soprattutto se il cambiamento si traduce in vantaggi.

A prometterli sono Paolo Fois, Martina Domenicali e Andrea Lonza, cofondatori di Lexroom, la startup nata poco più di un anno fa per fornire ‘superporteri’ agli avvocati e permettere loro di completare ore di lavoro in pochi secondi grazie all’intelligenza artificiale.

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Come funziona Lexroom

“Il nostro prodotto permette di completare ore di ricerca legale e pareristica in pochi secondi”, spiega il ceo Fois. “Gli utenti possono interagire con Lexroom.ai in linguaggio naturale, come se stessero parlando con un assistente, per ottenere una prima bozza di parere legale o una risposta pragmatica che cita le fonti più rilevanti tra normativa, giurisprudenza e prassi di settore, evitando così allucinazioni tipiche di sistemi di IA generici”.

Dopo aver ricevuto un investimento pre-seed da 500mila euro a dicembre 2023, i co-fondatori si sono dedicati alla costruzione del core team di Lexroom.ai e al miglioramento della prima versione del prodotto, sviluppato in collaborazione con studi legali di primo piano. Oggi i clienti sono circa 150.

“Le cose di cui andiamo più fieri sono il team e il prodotto. Abbiamo costruito una squadra di collaboratori stellare, in grado di tradurre le necessità dei clienti in nuove funzionalità di prodotto in pochissimo tempo e capace di diffondere Lexroom.ai tra i professionisti in maniera capillare”, raccontano.

Il settore legale oggi

Il settore legale ha fama di essere refrattario all’innovazione e negli ultimi anni non è stato particolarmente attrattivo per le startup. In Italia una grossa spinta è arrivata dall’introduzione del processo telematico, che ha spinto i professionisti a dotarsi di soluzioni digitali e a portare nel cloud parte del loro lavoro.

Le rivoluzioni prospettate dell’IA sembrano dirompenti, difficili da ignorare e potrebbero definitivamente portare il comparto in una nuova era. “L’utilizzo dei large language model (llm) porta a risparmi di tempo molto rilevanti, anche nell’ordine del 90% rispetto allo standard. Abbiamo inoltre riscontrato come i professionisti siano contenti di delegare all’IA attività che portano via molto tempo ma generano un basso valore aggiunto. L’IA in questo contesto potrebbe inserirsi come revenue driver, permettendo loro di concentrare gli sforzi sui rapporti con i clienti e trovarne di nuovi”.

Progetti futuri

La startup punta a diventare una soluzione di riferimento in Italia, sviluppando ulteriori funzionalità di prodotto, come la redazione di atti e contratti, e aggiungendo moduli della piattaforma per coprire tutte le aree del diritto civile, penale e amministrativo, sempre collaborando con studi legali.

Non è esclusa la possibilità di sbarcare all’estero, in mercati simili a quello italiano, come Spagna, Germania e Svizzera. Le interazioni tra il mondo dell’IA e quello degli studi legali sono appena cominciate e il potenziale tecnologico mostrerà tutta la sua efficacia nei prossimi anni. “Guardiamo con grande attenzione tutte le evoluzioni a livello di llm”, aggiunge Fois.

“Seguiamo inoltre le evoluzioni nel mondo della realtà virtuale e della realtà aumentata, tecnologie che potrebbero cambiare completamente l’interazione degli utenti con gli assistenti di intelligenza artificiale”. 

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