Articolo tratto dal numero di dicembre 2024 di Forbes Italia. Abbonati!
L’immobiliare può essere un buon investimento, soprattutto nei cosiddetti trophy asset. Ne sa qualcosa Pietro Croce, genovese, classe 1982, figlio di Carlo, a lungo presidente dello yacht club del capoluogo ligure, che ha fondato Merope nel 2012 e da allora, imbarcando molti soci eccellenti, tra i quali John Elkann, Vitaliano Borromeo Arese e Marco Caleffi, ha realizzato operazioni di value add real estate per oltre 1 miliardo di euro.
Oggi Merope è considerata una delle principali società di investimento e sviluppo immobiliare a Milano e sul mercato italiano. Prima di fondarla, Croce ha maturato esperienza nel global real estate team di Ubs, investendo per conto di fondi Core, Core+ e Value Add Lux e tedeschi. Ha iniziato come analista, poi ha lavorato come associate director, director e responsabile degli investimenti per l’Italia. Per la banca svizzera ha investito circa 1 miliardo di euro nel settore im-mobiliare italiano. Prima di Ubs ha lavorato nel dipartimento real estate del team m&a di Jp Morgan a Milano, ai tempi guidata da Federico Imbert che poi investì in Merope.
Due figli, appassionato di vela come il padre, Croce ha sviluppato Merope investendo con un profilo di rischio a valore aggiunto, avendo come obiettivo ritorni elevati da raggiungere con la gestione di operazioni immobiliari complesse, con investimenti rivolti a importanti family office nazionali. Tra gli asset di Merope si segnala, a Roma, l’acquisizione dei villini del Rione Sallustiano, proprietà che comprende dieci edifici per un totale di oltre 17mila metri quadrati, situati in un parco secolare. Questi edifici costituiscono uno dei principali trophy asset della capitale. A giugno è stato annunciato l’accordo con Mandarin Oriental per l’apertura di un resort di lusso entro il 2026. Nell’ambito dell’accordo, Merope si occuperà dell’intervento di riqualificazione e restauro dei dieci villini, per un investimento complessivo di circa 100 milioni di euro, e della gestione pluriennale della nuova struttura alberghiera.
A Milano un altro trophy asset è quello in Corso Venezia 56, acquisito nel novembre 2019 tramite un club deal, basato su una strategia multi-asset a valore aggiunto. L’immobile, ex sede centrale di General Electrics e Interbanca, è uno degli edifici di riferimento del corso ed è tutelato dal ministero, in quanto bene di interesse storico.
A giugno 2022 Merope ha annunciato di aver raggiunto un accordo con Rh, brand americano dell’arredamento di lusso, per l’apertura della sua prima gallery italiana. A gennaio 2020 Merope ha raggiunto un accordo di locazione trentennale con Cipriani, gruppo di food, hospitality & leisure di alta gamma a livello internazionale. Palazzo Bernasconi, ribattezzato ‘casa Cipriani’, ospita due ristoranti Cipriani, un boutique hotel, un bar club, un centro benessere e uno fitness. Il gruppo ha scelto Palazzo Bernasconi come sede della seconda attività a marchio Cipriani nel mercato italiano, dopo il leggendario heritage della famiglia, a Venezia, dove è presente con gli storici Harry’s Bar e Harry’s Dolci.
Sempre nel capoluogo lombardo Merope aveva già acquistato un edificio in via della Spiga, attraverso un club deal che ha coinvolto 21 family office italiani d’eccellenza. L’edificio è stato locato a Ralph Lauren per l’apertura del suo flagship store. Ancora a Milano Merope ha completato, nel 2015, il più importante progetto di sviluppo retail high street del centro della città, tra via Torino, via Palla e via Lupetta. Con la formula del club deal, che ha coinvolto 17 family office, il ritorno ottenuto dalla vendita è diventato un nuovo benchmark del mercato retail milanese e il rendimento dell’investimento ha reso l’operazione una delle più redditizie di questo decennio. Altre operazioni hanno riguardato un immobile a Milano in via Manzoni e uno in via Ciovassino, la storica Villa Spinola a Genova e un complesso a Praga.
Oggi Merope punta a mantenere il focus della sua attività in Italia espandendo il raggio d’azione ad altre città d’arte, come Firenze e Venezia, così come a località turistiche che beneficiano del progressivo allungamento delle stagioni di soggiorno. Questo fattore sta cambiando le logiche dell’hospitality, per avvicinarsi progressivamente ai modelli del leisure internazionale.
“Nel mercato internazionale del leisure”, dice Croce, “l’Italia ha un grande vantaggio competitivo, in parte ancora inespresso. I capitali internazionali stanno guardando con sempre maggior interesse al nostro Paese, oggi percepito come più sicuro per investire. Non escludiamo la possibilità di allargare il nostro network, oggi composto per il 90% da family office italiani, a family office internazionali, partendo dall’Europa e poi guardando agli Stati Uniti e al Medio Oriente, dove stiamo riscontrando un crescente interesse”.
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