Negli ultimi mesi, diverse grandi aziende americane, tra cui Meta e McDonald’s, hanno ridimensionato il loro impegno nelle politiche di diversity, equity e inclusion (DEI). Anche Walmart, Boeing, Molson Coors, Lowe’s, Ford e Harley-Davidson hanno seguito questa tendenza. Alla base di questa decisione vi sono cambiamenti nel contesto legale e normativo (il caso Students for Fair Admissions v. Harvard), e la pressione crescente di movimenti “anti-DEI”, che criticano le cosiddette politiche “woke” delle imprese. Tuttavia, alcune aziende, come Apple, stanno lavorando per convincere gli azionisti a mantenere il loro impegno in questo ambito.
Meta e McDonald’s: i principali cambiamenti
Come racconta Forbes, Meta e McDonald’s si sono aggiunte al gruppo di società che stanno progressivamente abbandonando le politiche DEI. Come annunciato in una nota interna, Meta eliminerà il programma “Diverse Slate”, che garantiva la considerazione di candidati qualificati provenienti da gruppi sottorappresentati per ogni posizione aperta. Saranno interrotti i programmi per fornitori inclusivi e quelli di formazione sull’equità e l’inclusione, infine il team DEI di Meta sarà sciolto, e Maxine Williams, chief diversity officer, assumerà un nuovo ruolo.
Questi cambiamenti si inseriscono in un più ampio processo di riorganizzazione. A gennaio, Meta ha sostituito il responsabile degli affari globali Nick Clegg con Joel Kaplan, un dirigente con stretti legami con il Partito Repubblicano. Inoltre, Mark Zuckerberg ha annunciato la fine del programma di fact-checking gestito da terze parti, nel quadro di una nuova politica sulla libertà di espressione.
Le altre aziende
Oltre a Meta e McDonald’s, anche altre grandi aziende, come Walmart, Boeing, Molson Coors, Lowe’s, Ford e Harley-Davidson, hanno adottato un approccio più cauto nei confronti delle politiche DEI. Questa tendenza è alimentata dal movimento anti-DEI, sostenuto da figure di spicco come Elon Musk e Bill Ackman, che ritengono tali programmi discriminatori e in contrasto con la libertà di espressione.
Apple e le ragioni legali
Nonostante la pressione, Apple sta tentando di resistere. L’azienda di Cupertino ha invitato i suoi azionisti a respingere una proposta del National Center for Public Policy Research, un think tank conservatore, che chiedeva l’abbandono degli impegni DEI.
La proposta del think tank fa riferimento alla decisione della Corte Suprema nel caso Students for Fair Admissions v. Harvard (2023), in cui si è stabilito che i programmi di azione affermativa basati sull’etnia nei processi di ammissione ai college (escluse le accademie militari) violano la Clausola di uguale protezione del Quattordicesimo Emendamento.
Il consiglio di amministrazione di Apple ha definito la proposta “non necessaria” e ha sottolineato che l’azienda non discrimina nelle assunzioni o nelle promozioni. Inoltre, ha accusato il think tank di voler “limitare in modo inappropriato” la capacità di Apple di gestire le sue operazioni aziendali. Apple ha ribadito il suo impegno a rispettare la legge e a conformarsi alle normative contro la discriminazione. Gli azionisti voteranno sulla proposta durante l’assemblea annuale del 25 febbraio.
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