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Strategia

Competenze e lavoro: come affrontare la transizione verso l’intelligenza artificiale

L’adozione sempre più diffusa dell’intelligenza artificiale sta trasformando profondamente i settori produttivi e il mercato del lavoro, ma la transizione richiede una preparazione adeguata dei lavoratori. Uno studio, intitolato “Percorsi formativi per la transizione verso l’AI nelle competenze e nel lavoro”, realizzato da Teha Group per IBM, analizza le sfide e le opportunità connesse a questa trasformazione, mettendo in evidenza il ruolo cruciale della formazione per affrontare la carenza di competenze che ostacola l’implementazione efficace dell’AI.

Aspetti principali

Il rapporto esplora la situazione in sei paesi (Francia, Germania, Italia, Giappone, Stati Uniti e Regno Unito), evidenziando come i cambiamenti demografici e le trasformazioni del mercato del lavoro richiedano interventi mirati. Si prevede che entro il 2030 l’intelligenza artificiale influenzerà gran parte delle attività lavorative, potenziandone molte anziché sostituirle, ma resta il problema di un’ampia fetta di lavoratori che non possiedono le competenze tecniche necessarie per adattarsi a questa nuova realtà. Per affrontare questo divario, lo studio sottolinea l’importanza di sviluppare percorsi formativi che siano accessibili e rilevanti per i bisogni attuali.

Uno degli aspetti chiave emersi è la necessità di ampliare le modalità di apprendimento. Sebbene i corsi accademici tradizionali in ambito AI siano cresciuti notevolmente negli ultimi anni, rimangono concentrati prevalentemente su discipline STEM ed economiche, trascurando l’impatto trasformativo che l’AI può avere anche in ambiti umanistici, sociali, artistici e sanitari. Questo squilibrio può rappresentare un limite nello sviluppo di una forza lavoro completa, in grado di sfruttare le opportunità offerte dall’intelligenza artificiale in modo trasversale.

Le raccomandazioni

Il report propone anche delle raccomandazioni per superare queste sfide, sottolineando l’importanza di diffondere l’alfabetizzazione sull’AI in ogni ambito, promuovendo la collaborazione tra educatori, aziende e governi per includere l’intelligenza artificiale nei programmi di formazione fin dalle fasi iniziali. È altrettanto fondamentale fornire risorse adeguate a piccole imprese e comunità con meno risorse, garantendo che nessuno rimanga escluso da questa transizione tecnologica. L’apprendimento continuo e flessibile, accessibile anche a lavoratori meno qualificati o più anziani, è un altro pilastro per garantire una partecipazione inclusiva e resiliente al mondo del lavoro del futuro.

Un punto centrale è inoltre la necessità di sviluppare un sistema di credenziali affidabile per le competenze legate all’intelligenza artificiale, che consenta una valutazione chiara e riconosciuta delle capacità dei lavoratori. Le collaborazioni tra settore pubblico e privato sono fondamentali per creare percorsi formativi allineati alle esigenze del mercato e ai progressi tecnologici.

Questo studio evidenzia che la transizione verso un’economia guidata dall’intelligenza artificiale non riguarda solo le competenze tecniche, ma richiede un approccio integrato, che valorizzi anche abilità umane come il pensiero critico, l’etica e la creatività. La capacità di affrontare queste sfide determinerà il successo di questa trasformazione nel mondo del lavoro.

“L’intelligenza artificiale ha il potenziale per ridefinire il futuro del lavoro”, ha dichiarato Lorenzo Tavazzi, senior partner e head of scenarios and intelligence di Teha Group. “Tuttavia, per realizzare questi benefici è necessario un approccio globale alla formazione e allo sviluppo delle competenze, assicurando che nessun segmento della società venga lasciato indietro”.

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