Nel giorno della pubblicazione dei conti del 2024, Luigi Lovaglio, ceo di Mps, rilancia l’ops da 13,3 miliardi di euro lanciata su Mediobanca. “La combinazione può creare un nuovo campione nazionale“, ha evidenziato il numero uno della banca senese che ha così risposto alle stoccate lanciate dal cda di Mediobanca, che aveva addirittura definito l’operazione “senza alcuna logica e distruttiva per gli interessi degli azionisti”.
L’offerta di Mps, ha aggiunto Lovaglio, “non andrà a colpire l’identità” di Mediobanca “che vede già un contributo del wealth management e della banca d’affari che è pari al 35%” dell’utile netto, un contributo “pari quasi a quello del credito al consumo di Compass che contribuisce col 30%”. Il manager ha anche confermato le stime già individuate al momento del lancio dell’ops. Aggiungendo, peraltro, che le “sinergie lorde stimate di 700 milioni di euro sono quelle iniziali” e che la complementarietà tra le due banche permetterebbe di creare un valore maggiore rispetto a una fusione tra due banche commerciali che non avrebbe un impatto immediato sull’aumento dei ricavi.
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La provocazione di Lovaglio a Mediobanca
Il nocciolo della questione però è da ricercare in un altro aspetto che abbiamo già analizzato precedentemente: il ruolo degli azionisti in gioco, due su tutti: Francesco Gaetano Caltagirone e la famiglia del Vecchio con la propria holding Delfin. A loro, si aggiunge la posizione di Generali – che peraltro riguarda entrambi – e di UniCredit che, per pura strategia, ne ha acquisito una quota abbastanza rilevante. E proprio su quest’ultimo punto si è concentrata la provocazione di Lovaglio. “Il contributore principale è il 13% della quota Generali che rappresenta circa il 40% dell’utile totale”, ha sottolineato il manager, aggiungendo che “senza la quota di Generali, il valore di mercato di Mediobanca sarebbe non più di 7 miliardi di euro”.
Una frase che probabilmente probabilmente non piacerà a Piazzetta Cuccia che, al contempo, è stata avvisata molto chiaramente da Lovaglio, pronto fin da subito a comprare azioni Mediobanca prima dell’autorizzazione dell’offerta pubblica di scambio da parte delle authority: “Non abbiamo limiti per quanto riguarda l’acquisto delle azioni, non è necessario un collegamento con l’autorizzazione della Bce”, ha sottolineato.
I numeri di Mps
Soffermandoci sui numeri, Mps ha chiuso il 2024 con un utile di 1,95 miliardi di euro, in calo del 4,9% rispetto ai 2,05 miliardi di euro del 2023, periodo che aveva però beneficiato di rilasci di riserve sui rischi legali per un ammontare di 471 milioni di euro. Sommariamente in crescita invece le altre voci principali. I ricavi hanno sfondato i 4 miliardi di euro (+4,6% rispetto ai 3,79 miliardi del 2023), le commissioni nette sono aumentate di poco oltre il 10% arrivando a 1,46 miliardi di euro, così come il risultato operativo netto che è cresciuto del 15,% fino a 1,74 miliardi di euro. Il dato che però fa sorridere maggiormente gli azionisti è quello inerente alla cedola, che è stata più che triplicata: da 0,25 a 0,86 euro per azione, con un monte dividendi di oltre un miliardo di euro e un pay-out del 75% sull’utile ante imposte.
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