Articolo tratto dal numero di febbraio 2025 di Forbes Italia. Abbonati!
Enrico Pizzi e Gianluca Torta sono amici di vecchia data. L’idea di creare insieme una startup è arrivata però nel 2023, quando entrambi erano impegnati nella ricerca. Con un background da ingegnere Enrico e uno da chimico Gianluca, hanno fondato RarEarth, startup che si occupa del riciclo di terre rare estratte dai rifiuti elettronici per produrre magneti permanenti NdFeB (al neodimio ferro boro) ad alte prestazioni. “Il nostro modello di business si basa sull’integrazione verticale: raccogliamo rifiuti elettronici, li trattiamo con tecnologie brevettate per estrarre materiali di qualità e produciamo magneti sostenibili per l’industria”, spiegano. “Questo approccio riduce la dipendenza dalle materie prime primarie e l’impatto ambientale”.
La missione di RarEarth
Il nome richiama le terre rare, ovvero un gruppo di 17 elementi chimici fondamentali per moltissime tecnologie moderne, dai magneti per i motori elettrici ai display degli smartphone. “Nonostante il nome, non sono rare in senso assoluto, ma sono difficili da estrarre e purificare. Questo comporta costi ambientali ed economici elevati, specialmente nei processi di estrazione primaria. La nostra missione è dare nuova vita a questi materiali, riciclandoli dai rifiuti elettronici”.
L’ispirazione, prosegue il ceo Pizzi, è arrivata osservando due tendenze globali: da un lato l’aumento della domanda di terre rare per tecnologie come le auto elettriche e le energie rinnovabili, dall’altro la mancanza di un sistema di riciclo efficiente per questi materiali. “Abbiamo voluto colmare questo gap, offrendo una soluzione concreta e sostenibile”. Dopo aver partecipato a una competizione promossa da Eit RawMaterials, ente europeo dedicato ai materiali critici, la startup ha intrecciato collaborazioni con PoliHub, I3P, Google e l’Università di Oxford: “Stiamo lavorando per attrarre un ecosistema di investitori che credano nella nostra missione e che possano aiutarci nella nostra avventura”, dice Torta, cto.
Il primo impianto di miniera locale
La startup sta lavorando inoltre all’apertura in Italia del primo impianto di miniera locale: “Siamo in una fase cruciale. Siamo impegnati in un importante round di finanziamento e stiamo completando l’allestimento dell’impianto pilota nella nuova sede operativa. Il nostro obiettivo è creare il primo sito italiano di produzione di magneti da materia prima riciclata, un passo fondamentale verso l’autonomia europea in questo settore”.
La gestione responsabile dei rifiuti è un tema caldo. “Lo scenario globale è complesso. La crescente produzione di rifiuti elettronici rischia di mettere sotto pressione i sistemi di gestione dei rifiuti, specialmente nei paesi in via di sviluppo. Crediamo che la chiave sia creare valore dai rifiuti, trasformandoli in una risorsa. Azioni concrete includono politiche di responsabilità estesa del produttore, incentivi al riciclo e a tecnologie innovative che permettono di abbassare i costi e aumentare efficienza e qualità della materia prima derivante dal riciclo”.
RarEarth ha ora una roadmap ambiziosa. “Puntiamo a espanderci a livello europeo, replicando il nostro modello in altri paesi strategici. Stiamo anche esplorando tecnologie complementari per incrementare ulteriormente la qualità dei magneti che produciamo per renderli utilizzabili per la più ampia gamma di applicazioni possibili”.
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