“L’edizione milanese del nostro CloudWorld Tour ha visto tutte le sessioni permeate da ricche dosi di intelligenza artificiale” racconta Michele Porcu, vice president Emea (Europa Medio Oriente e Africa) di Oracle. “Tanto che avremmo potuto ribattezzare l’evento come AI World Tour”.
L’evento internazionale assume, a Milano, un peso particolare?
Certo, l’Italia è uno dei mercati in cui Oracle cresce meglio in termini di adozione del cloud: registriamo un incremento sensibilmente superiore alla media Ue, compresi quei paesi più ‘blasonati’ il cui Pil ha dimensioni più ampie del nostro. E Milano è sicuramente la città guida per lo sviluppo del cloud nel settore privato.
Il vostro AI Agent Studio cosa porta di nuovo?
Rappresenta un passo avanti significativo – non per utilizzare semplicemente degli agenti AI, ma per customizzarli, integrarli con ecosistemi più ampi. Quindi dà la possibilità alle aziende di lavorare con gli agenti già esistenti nelle applicazioni cloud di Oracle, di personalizzarli e farli agire con altri agenti IA e integrarli con quelli di terze parti. E può ora essere realizzato anche dall’azienda stessa, senza per forza usare un fornitore esterno, e questo può fare la differenza.
Sull’adozione pratica di questi modelli che segnali avete?
Vediamo una piena adozione soprattutto dal lato consumer, e un certo entusiasmo, ma con ancora un numero limitato di casi d’uso, all’interno della value chain aziendale. Ci sono ancora problemi da risolvere: dobbiamo ad esempio capire come misurare i kpi di successo e come questi ultimi si raffrontino con l’andamento del business in modalità tradizionale. Inoltre esiste un problema culturale e organizzativo. Terzo punto: mancano alcune competenze. Ci sono risorse, ma non sufficienti a sviluppare molti casi d’uso. Si tratta di competenze composite, che non si fermano cioè alla sola programmazione o alla data science. Siamo solo all’inizio di questa rivoluzione e ulteriori casi interessanti e concreti nasceranno presto. Il prossimo obiettivo è sviluppare modelli AI per il business, visto che tutta l’attenzione oggi si concentra sul consumer.
Va letta anche in questa luce la collaborazione con Almawave, che fornirà servizi di IA basati su Velvet?
Certo. Almawave è un player nazionale e questo è molto importante per il sistema Paese. Inoltre siamo di fronte al primo Llm (large language model) interamente italiano. Verrà addestrato, nella sua seconda fase, sulla nostra infrastruttura cloud Oci, per l’affinamento e l’inferenza. Questa è, in fondo, la fase più importante per rendere il modello affidabile e utile per creare use case specifici e verticali.
Quali sono i settori chiave per lo sviluppo del vostro business cloud e IA?
Nell’healthcare siamo molto forti, grazie all’acquisizione di Cerner (28,3 miliardi di dollari, ndr), la seconda applicazione più importante al mondo per la gestione dei dati sanitari. Un altro settore è quello della ricerca medica e farmaceutica, che possiede già casi d’uso acclarati e confermati. Anche il settore pubblico è molto interessante: qui abbondano progetti soprattutto attraverso il veicolo del cloud sovrano. Lavoriamo con vari governi in Europa, Medio Oriente e Africa, e in Italia con il Psn (Polo Strategico Nazionale).
Il Medio Oriente sembra un’area molto ricettiva in termini di investimenti in IA.
Confermo. Nel mio ruolo seguo anche quell’area e posso dire che possiedono due cose fondamentali: la vision e i capitali da investire. Hanno addirittura dei ministeri dedicati all’intelligenza artificiale, e l’Arabia Saudita è l’area in cui vediamo il potenziale maggiore.
Pensa che l’anno in corso sarà fondamentale per lo sviluppo dell’IA?
Importante, di certo. Anche per il mondo aziendale avremo un boost degli investimenti in queste tecnologie. Penso che quello in corso sarà l’anno della consapevolezza, dei budget e degli investimenti in questa direzione.
E l’impegno di Oracle come si svilupperà?
Lavoriamo su tre macro-dimensioni: far proliferare use case e agenti IA preconfezionati all’interno delle nostre applicazioni aziendali (Erp, Hcm, Scm) in cloud. Forniamo già 50 agenti IA e circa 150 casi d’uso di IA classica e generativa, e vorrei ricordare che sono gratuiti (compresi nel canone di abbonamento alle suite Oracle, con aggiornamenti automatici ogni 90 giorni per i clienti, i quali possono subito attivare gli agenti IA e l’AI Agent Studio, il tool per personalizzarli o creane di nuovi, ndr). Stiamo continuamente investendo anche sui due fattori più importanti per l’IA di tipo enterprise: i dati, base indispensabile per l’addestramento dei modelli Llm, e il cloud infrastrutturale. Nel nostro supercluster Oci (Oracle Cloud Infrastructure), infatti, le gpu Nvidia funzionano in modo molto efficiente e ottimizzato.
Chiudiamo la F1. Oracle Red Bull Racing sta ampliando l’uso di tecnologie Oracle Cloud e IA dentro e fuori la pista.
Vero. In particolare, Oracle sta aiutando la scuderia a portare la GenAI persino al muretto dei box. Dopo la conclusione di una gara, i team hanno solo 30 minuti per protestare contro una penalità. In questo breve lasso di tempo ogni squadra deve esaminare migliaia di pagine di decisioni regolamentari pregresse e argomentare un caso, per presentare il proprio reclamo. La soluzione GenAI di Oracle, che consiste in un abbinamento tra Rag (retrieval augmented generation, generazione aumentata dal reperimento di informazioni) e un modello linguistico di grandi dimensioni (Llm), permette ora a Oracle Red Bull Racing di interrogare tutti i provvedimenti precedenti e di generare risposte in tempo reale, migliorando notevolmente la capacità di consultare e adattarsi in modo efficiente ai regolamenti sportivi, durante il weekend di gara.
LEGGI ANCHE: Come questi ex trader sono diventati miliardari grazie alla loro azienda di cloud IA
Per altri contenuti iscriviti alla newsletter di Forbes.it CLICCANDO QUI .
Forbes.it è anche su WhatsApp: puoi iscriverti al canale CLICCANDO QUI .
Questo articolo è stato notarizzato in blockchain da Notarify.
