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5 dicembre 2025
Le piccole imprese sfruttano l’IA per innovare, accrescere competenze e rafforzare relazioni, trasformando sfide in opportunità.
Le piccole e medie imprese italiane si trovano oggi di fronte a una svolta epocale. In un contesto in cui la tecnologia avanza rapidamente, la capacità di catturare l’attenzione e costruire fiducia diventa un vantaggio competitivo decisivo. A guidare questa trasformazione è l’intelligenza artificiale, che sta ridefinendo ambizioni, modelli di crescita e strategie aziendali. A confermarlo è il nuovo Work Change Report di LinkedIn, che analizza segnali emergenti da oltre 18 milioni di Pmi nel mondo.
L’indagine mette in luce un trend globale: l’imprenditorialità accelera. Tra luglio 2024 e luglio 2025, il numero di professionisti che ha aggiunto ‘founder’ al proprio profilo è cresciuto del 60%, raddoppiando rispetto al 2022 nei dieci mercati analizzati. In Italia, quasi 4 dipendenti su 10 nelle piccole imprese dichiarano che l’ascesa dell’IA li ha spinti a considerare percorsi imprenditoriali prima inesplorati, mentre uno su cinque afferma di voler avviare un’attività in proprio nel prossimo futuro.
L’IA come motore di competitività: velocità, competenze e formazione fanno la differenza nelle Pmi
Oggi l’IA è già integrata nell’85% delle Pmi globali. La sfida non è più decidere se adottarla, ma quanto velocemente farlo e con quali competenze, senza rinunciare alla qualità dei risultati. In Italia, il 56% dei dipendenti delle piccole imprese ritiene che l’IA migliorerà concretamente la loro vita lavorativa quotidiana. Il 22% la utilizza autonomamente per attività avanzate come analisi dati, strategie complesse e AI Agents, mentre il 31% la impiega per compiti di routine: scrittura email, sintesi, appunti o ricerca.
L’intelligenza artificiale tocca ogni area aziendale: dal customer service alla creazione di contenuti marketing, dal recruiting fino alle decisioni data-driven, permettendo anche alle realtà più piccole di competere con player ben più grandi. Il 70% dei responsabili marketing delle Pmi italiane ritiene che l’IA possa rendere i brand più piccoli più competitivi su mercati prima inaccessibili. Marcello Albergoni, country manager di LinkedIn Italia, commenta: “L’IA accresce tanto il potenziale delle persone quanto le possibilità di successo delle Pmi. La differenza la fanno velocità, competenze e capacità di interpretarla con discernimento.”
La maturità digitale si traduce anche in crescita delle competenze: nelle aziende italiane con 11-50 dipendenti, le skill legate all’IA per dipendente sono aumentate del 54% anno su anno, superando il 39% delle grandi aziende. Il ruolo dei datori di lavoro è decisivo: il 44% dei dipendenti nelle Pmi integra l’IA nel proprio flusso di lavoro grazie a percorsi di formazione aziendale. Tuttavia, il bisogno di guida resta alto: il 36% non sa quali competenze, oltre all’IA, saranno determinanti per la propria crescita professionale.
Brand autentici e fiducia come leva competitiva
In un mercato saturo di contenuti generati dall’IA, distinguersi diventa essenziale. Per il 77% dei marketer italiani delle Pmi, la voce umana resta il driver principale della credibilità. Il 64% conferma che le persone verificano le informazioni tramite reti professionali e sociali, dando più peso all’esperienza diretta di clienti, partner, esperti e creator. La fiducia, più che la visibilità, si conferma il nuovo asset strategico delle imprese.
Le connessioni contano più che mai: dalla generazione di lead alle decisioni di assunzione, fino al supporto nei momenti critici. In Italia, le fonti più rilevanti per orientarsi strategicamente sono reti professionali (40%), amici e famiglia (37%), motori di ricerca (27%) e leader di settore (26%). Tuttavia, nelle Pmi più piccole, il tasso di crescita del network è leggermente inferiore rispetto alle grandi aziende (8% contro 10% anno su anno), evidenziando la necessità di investire nella costruzione di relazioni strategiche.
Le tre leve strategiche per le Pmi italiane
Secondo LinkedIn, le imprese che vogliono prosperare devono concentrarsi su tre priorità: sfruttare l’IA per automatizzare attività e supportare decisioni strategiche, costruire brand autentici che generino fiducia e trasformare le relazioni in vantaggi competitivi attraverso reti professionali solide. Per facilitare questo percorso, LinkedIn offre corsi gratuiti per un mese su LinkedIn Learning e strumenti Premium come Premium Company Pages, che accelerano la crescita dell’engagement e dei follower aziendali.
In sintesi, le Pmi italiane si trovano in una fase in cui tecnologia, competenze e relazioni diventano leve decisive. Chi saprà integrare l’IA, costruire fiducia e capitalizzare sulle proprie connessioni sarà pronto non solo a sopravvivere, ma a prosperare in un mercato sempre più competitivo e digitale.