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19 dicembre 2025

Innovazione chimica e responsabilità: il modello industriale di Italmatch Chemicals

Fondata da Sergio Iorio, l'azienda sviluppa soluzioni avanzate per acque, elettrificazione e lubrificanti
Innovazione chimica e responsabilità: il modello industriale di Italmatch Chemicals

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Contenuto tratto dal numero di dicembre 2025 di Forbes Italia. Abbonati!
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Fondata da Sergio Iorio, Italmatch Chemicals sviluppa soluzioni avanzate per acque, elettrificazione e lubrificanti, con oltre 1.100 persone e una forte presenza globale. Tra brevetti e prodotti ad alto contenuto tecnologico, l’azienda rafforza la ricerca. “Innovazione e responsabilità sono parte del nostro dna”

Spesso la chimica viene percepita distante dalla vita quotidiana, invece è ovunque e muove l’industria. È nei materiali, nei processi, nei prodotti. È in tutto ciò che usiamo ogni giorno. “È un motore invisibile dell’industria”, racconta Sergio Iorio, ceo e founder di Italmatch Chemicals. “In Italia e in Europa rappresenta una leva strategica per la competitività delle nostre imprese. Rende possibile la produzione, l’efficienza e l’evoluzione tecnologica, nonché il benessere sostenibile”. Secondo una ricerca condotta da Cefic – Consiglio europeo delle industrie chimiche, il 95% dei manufatti industriali contiene prodotti chimici: “Senza chimica, non esisterebbero settori come l’energia, l’elettronica, la farmaceutica, l’alimentare e molti altri”, sottolinea Iorio.

Italmatch Chemicals è un gruppo chimico leader a livello mondiale nato nel 1998, specializzato in additivi e soluzioni per il trattamento delle acque, lubrificanti, elettrificazione e settore elettronico, con particolare focus sulle soluzioni sostenibili e circolari. Opera attraverso 20 stabilimenti produttivi e sette centri di ricerca in Europa, Medio Oriente, Asia Pacifico, Nord America. In Italia, oltre alla sede centrale di Genova, è presente con tre stabilimenti ad Arese, Qualiano e Spoleto. Fanno parte dell’azienda oltre 1.100 lavoratori.

Come riporta Federchimica all’interno del report L’industria chimica in cifre 2025, l’Europa si è confermata secondo produttore chimico nel mondo con un valore di 635 miliardi di euro, corrispondente ad una quota del 13% rispetto al mercato globale. Un primato che si accompagna a una forte vocazione alla ricerca e sviluppo. Nel solo 2024, sono stati circa semila i brevetti nel settore chimico rilasciati dall’Ufficio europeo dei brevetti. La chimica in Europa impiega 1,2 milioni di persone, una cifra che sale a 19 milioni se si considerano tutti i lavoratori coinvolti lungo l’intera supply chain.

“L’Europa vanta una tradizione chimica solida e una capacità di innovazione che la rende competitiva a livello globale. Ogni anno investe circa 10 miliardi di euro in ricerca e sviluppo. Ma servono politiche industriali lungimiranti per sostenere gli investimenti e valorizzare le competenze. Noi come azienda ci impegniamo concretamente in questa direzione. La ricerca è da sempre uno dei nostri driver strategici. Globalmente, impieghiamo oltre 100 persone nell’ambito innovation. Solo nella prima metà del 2025 abbiamo lanciato ben 23 nuovi prodotti”, commenta Iorio.

L’Italia, come riporta ancora Federchimica, con 65 miliardi di euro di produzione, è la terza industria chimica in Ue e la quinta a livello nazionale per fatturato. In ambiti come la chimica fine e specialistica, dove opera anche Italmatch, l’Italia occupa posizioni ancora più di spicco: “Il nostro Paese vanta un grande know-how chimico, con persone altamente qualificate e aziende fortemente innovative.
È un settore che ha saputo evolversi e superare difficoltà, integrando innovazione e sostenibilità nei propri processi”, dice Iorio.

Sostenibilità e competitività rappresentano infatti due facce della stessa medaglia. Dati di Greenitaly mostrano come, dal 1990, il settore abbia ridotto le emissioni dirette di CO2 del 64%, superando già oggi gli obiettivi europei al 2030 che ammontano al 55%. Inoltre, negli ultimi 20 anni, i consumi idrici, a parità di produzione, sono stati ridotti del 57%. “Contrariamente alla visione comune, è anche la prima industria per numero di aziende che investono in soluzioni sostenibili”, sottolinea Iorio.

L’azienda negli anni ha sviluppato nuove soluzioni sostenibili e processi innovativi in linea con i principi esg: “Una delle nostre tecnologie, Eco Inhibitors, è stata premiata da Federchimica con il Premio Responsible Care. Si tratta di una soluzione chimica derivata dagli scarti dell’industria ittica, utilizzata nel settore antiagglomeranti per oil & gas come alternativa ecologica al metanolo. Ma siamo attivi anche in diversi settori chiave per la transizione ecologica ed energetica, contribuendo a filiere come rinnovabili, mobilità elettrica e recupero delle materie prime critiche, come cobalto e nichel. I nostri target di riduzione delle emissioni sono stati approvati da Science Based Targets initiative. I nostri stabilimenti di Francoforte e Manchester sono già alimentati al 100% da energia rinnovabile. In Italia siamo al 40%. Il percorso è avviato e puntiamo a migliorarci ancora”, afferma Iorio. “Inoltre abbiamo ricevuto la certificazione EcoVadis Gold e il rating A- di Cdp per il cambiamento climatico”.

Secondo un’elaborazione di The European House – Ambrosetti su dati di Commissione europea ed Eurostat, solo in Italia si stima che saranno necessari 20 miliardi di euro di investimenti aggiuntivi nei prossimi 25 anni per raggiungere la transizione ecologica del settore chimico. Si toccheranno i 30 miliardi includendo anche i costi operativi. “Il ritorno però è evidente: maggiore efficienza, riduzione dell’impatto ambientale, competitività sui mercati globali. La sostenibilità non è un obiettivo futuro. Per Italmatch, è da sempre parte del dna aziendale. Investire oggi, non solo in nuove tecnologie ma anche nell’efficientamento dei processi esistenti, significa costruire le basi per un’industria più sostenibile e competitiva. È un percorso che richiede visione, coraggio e collaborazione da parte degli stakeholder lungo la nostra filiera. Noi siamo pronti a fare la nostra parte”, conclude Iorio.