Questo articolo è apparso su Forbes.com. Lo hanno scritto Jeff Kauflin, Michael del Castillo, Steven Ehrlich, Nina Bambysheva e John Hyatt. L’editing è di Jeff Kauflin, Chase Peterson-Withorn e Jennifer Wang.
Il mercato azionario ha dato agli investitori buoni motivi per sorridere, nel corso dell’ultimo anno. Nessun sorriso, però, è più largo di quello di chi possiede criptovalute. Il valore complessivo di tutte le monete digitali ha superato i mille miliardi di dollari, più del quadruplo dei 250 miliardi del gennaio 2020. Alla luce dell’ascesa, Forbes ha deciso di calcolare le fortune dei più ricchi investitori e imprenditori delle criptovalute, considerando non solo il valore del loro denaro digitale, ma anche le loro attività in business correlati e i loro asset tradizionali. Il risultato: la cifra record di ben 11 miliardari.
Brian Armstrong
Patrimonio: 6,5 miliardi di dollari
La sua Coinbase è una dei luoghi digitali più popolari per l’acquisto e la vendita di criptovalute: processa ogni giorno scambi per circa 3 miliardi di dollari. Armstrong, 38 anni, ha co-fondato la piattaforma di scambio nel 2012, dopo esperienze in Deloitte e Airbnb. Il suo è ora il business con la più alta valutazione in America nel campo delle criptovalute. Si calcola che Armstrong possieda il 20% di Coinbase, che a dicembre ha presentato in via confidenziale una richiesta di quotarsi in borsa. Quando Forbes gli ha chiesto come fosse entrato nel settore, l’imprenditore, notoriamente riluttante a parlare con la stampa, ha dichiarato: “Volevo che il mondo avesse un sistema finanziario globale, aperto, che fosse promotore di innovazione e di libertà”.
Sam Bankman-Fried
Patrimonio: 4,5 miliardi di dollari
Ad appena 28 anni, Bankman-Fried gestisce asset per 2,5 miliardi di dollari tramite Alameda Research, l’azienda di trading quantitativo in criptovalute che ha fondato nel 2017. Laureato al Mit ed ex trader di Etf a Wall Street, nel 2019 ha lanciato anche Ftx, una piattaforma di scambio di cripto-derivati. Gran parte del suo patrimonio è in quote e token di Ftx.
Chris Larsen
Patrimonio: 2,9 miliardi di dollari
Larsen è un imprenditore seriale 60enne, che nel 1997 ha co-fondato la piattaforma di prestiti online Eloan e, otto anni dopo, quella di prestiti peer-to-peer Prosper. La sua terza scommessa è stata quella più redditizia – e anche la più controversa -: nel 2012 ha co-fondato Ripple assieme a Jed McCaleb, per facilitare alle banche i pagamenti internazionali tramite la tecnologia blockchain e un token chiamato Xrp. Nel gennaio 2018, la bolla delle criptovalute ha fatto lievitare il suo patrimonio, per un breve periodo, fino a oltre 17 miliardi di dollari. Xrp, tuttavia, è crollato in seguito, assieme al resto del mercato, quando la bolla è scoppiata, sempre nel 2018. Nel dicembre 2020 Larsen è stato messo sotto accusa in una causa intentata dalla Security and Exchange Commission (Sec, l’ente federale statunitense che vigila sulla borsa valori), secondo la quale Ripple avrebbe venduto Xrp al pubblico in una security offering non registrata. “La Sec ha torto in tutto e per tutto, sia sui fatti, sia sulla legge”, ha dichiarato Ripple.
Michael Saylor
Patrimonio: 2 miliardi di dollari
L’amministratore delegato della società di software MicroStrategy è stato uno dei dirigenti più famosi ai tempi della bolla di internet, al punto da entrare nella lista della rivista People degli scapoli più ambiti. Una contabilità discutibile, però, portò a riconsiderare i risultati finanziari, e lo scoppio della bolla delle dot-com fece crollare la sua quotazione. Due grandi mosse lo portano in questa lista. Nel dicembre 2020, MicroStrategy ha annunciato di avere preso in prestito 650 milioni per acquistare 70.784 Bitcoin a un costo complessivo di 1,1 miliardi (oggi valgono 2,5 miliardi), contribuendo così a far salire la sua quotazione di oltre il 300%. Inoltre, Saylor dichiara di essersi accaparrato personalmente 17.732 Bitcoin per circa 175 milioni di dollari (oggi ne valgono circa 650).
Changpeng Zhao (“CZ”)
Patrimonio: 1,9 miliardi di dollari
L’ex sviluppatore di software ha venduto la sua casa di Shanghai nel 2014 per puntare tutto sul Bitcoin. Nell’estate del 2017 ha lanciato Binance, che in meno di un anno è diventata la piattaforma più popolare per lo scambio di criptovalute. Da allora ha avviato linee di business che vanno da un fondo di venture capital a un’operazione di mining di Bitcoin, fino a una carta di debito che permette di spendere le proprie criptovalute in Europa. Figlio di un professore che era stato esiliato dalla Cina per un periodo, ha cotto hamburger da McDonald’s e ha fatto turni di notte a una stazione di servizio per riuscire a coprire le spese domestiche.
Tyler e Cameron Winklevoss
Patrimonio: 1,6 miliardi di dollari
Vogatori olimpici, conosciuti soprattutto per avere accusato un altro studente di Harvard, Mark Zuckerberg, di aver rubato loro l’idea per un social network, i gemelli hanno usato una parte dei 65 milioni di dollari ottenuti nel 2012 nell’accordo con l’amministratore delegato di Facebook per iniziare ad accumulare Bitcoin. Si stima che ne possiedano ancora 70mila, in aggiunta ad altri asset digitali. Nel 2014 hanno co-fondato l’azienda di scambio di criptovalute Gemini, che oggi elabora ogni giorno scambi per circa 200 milioni di dollari.
Barry Silbert
Patrimonio: 1,5 miliardi
Dopo avere venduto la piattaforma di scambio di azioni per startup Second-Market al Nasdaq nel 2015, il laureato della Emory University ha lanciato Digital Currency Group, un conglomerato di cinque società. Il suo maggiore generatore di ricavi è il gestore di risorse digitali Grayscale, che supervisiona Bitcoin, Ether e altri asset per un valore di 28 miliardi di dollari. Capitalizzando sul classico vantaggio che spetta a chi si muove per primo, Grayscale ha ottenuto prima di tutti il permesso dei regolatori per vendere titoli garantiti da Bitcoin a investitori istituzionali e accreditati. Un’attività che genera ora ricavi annui stimati in 590 milioni di dollari.
Jed McCaleb
Patrimonio: 1,4 miliardi
McCaleb, 46 anni, è stato tra i primi pionieri del settore e ha contribuito a lanciare tre società attive nelle criptovalute. Nel 2010 ha creato Mt. Gox, la prima grande piattaforma per lo scambio di Bitcoin, venduta un anno dopo. Nel 2012 ha co-fondato Ripple, che ha però presto lasciato (i media parlarono di disaccordi con gli altri fondatori). E nel 2014 ha co-fondato Stellar, un concorrente di Ripple con asset per un valore di 4,8 miliardi di dollari, che punta ad accelerare i pagamenti transnazionali. La gran parte della ricchezza di McCaleb viene dagli Xrp che possiede ancora, stimati in 3,4 miliardi: una parte dei 9 miliardi che aveva ricevuto in origine in qualità di fondatore di Ripple. Prima di entrare nel campo delle criptovalute, McCaleb era conosciuto per avere creato il servizio di condivisione di file eDonkey2000. Le case discografiche fecero causa alla società per violazione del copyright, e nel 2006 le parti arrivarono a un accordo da 30 milioni di dollari.
Tim Draper
Patrimonio: 1,1 miliardi di dollari
Questo rampollo di una dinastia di investitori della Silicon Valley e partner fondatore della società di venture capital Draper Fisher Jurvetson ha compiuto centinaia di investimenti in varie aziende, tra cui Tesla e Theranos. Nel 2014 ha acquistato 29.656 Bitcoin, confiscati dagli Us Marshals nella chiusura del mercato nero Silk Road, per 18,7 milioni di dollari (prezzo: 632 dollari per moneta). Ora quei Bitcoin valgono 1,1 miliardi. “Ne ho comprati alcuni altri nel corso degli anni, ma non abbastanza da superare i gemelli Winklevoss”, dichiara a Forbes in una e-mail. Per il resto, non vuole rivelare dettagli sul suo patrimonio: “Preferirei non sottopormi all’esame proctologico”.
Matthew Roszak
Patrimonio: un miliardo di dollari
Da molto tempo un predicatore dei benefici delle criptovalute, Roszak ha lavorato nel settore del venture capital e come imprenditore (nel 2006 è stato accusato di insider trading, causa per la quale ha poi raggiunto un accordo), prima di mettere assieme, a partire dal 2012, un portafoglio di criptovalute. Oggi è co-fondatore e presidente di Bloq, una startup di tecnologia blockchain con sede a Chicago, che offre consulenza su progetti come quelli per aiutare le banche ad accumulare in sicurezza asset digitali. Di recente, Roszak ha contribuito a guidare un’iniziativa per dare a ogni membro del Congresso statunitense 50 dollari in asset digitali. Alcuni hanno accettato, ma non tutti.
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