Articolo tratto dal numero di marzo 2021 di Forbes Italia. Abbonati!
“Un concetto che va molto di moda è quello della mobilità sostenibile, che può essere interpretato in molti modi. Per me significa dare alle persone la possibilità di spostarsi in libertà, comunicare con gli altri, socializzare, senza però perdere di vista sia l’aspetto umano sia quello ambientale”. Eligio Catarinella ha un compito stimolante e di grande responsabilità al tempo stesso. Il quarantenne, country manager Fiat, Abarth e Lancia, sta portando avanti la rivoluzione green grazie alla Nuova 500 elettrica.
Cosa sta cambiando in Fiat nell’era dell’elettrificazione?
Nel momento in cui la mobilità è chiamata a essere più sostenibile, non basta lanciare nuove normative, nuove regolamentazioni e nuovi prodotti che rispecchino queste richieste. È necessario lanciare prodotti iconici e belli, qualcosa che i clienti desiderino in primis per l’oggetto in sé e poi per tutto quello che ne consegue e quindi per l’impatto positivo che può avere per noi e per le generazioni future. Da questo concetto base abbiamo sviluppato la Nuova 500 elettrica perché 500 è il brand icona, è il modello che ha motorizzato l’Italia nel ’57 con la prima generazione diventando un vero fenomeno di costume: è stata la chiave che ha dato mobilità e libertà al popolo italiano negli anni Sessanta. Poi, nel 2007, abbiamo lanciato la seconda generazione ed è stato un enorme successo. È la 500 che ha introdotto il concetto di fascino e di coolness su una vettura cittadina, diventando un modello di stile in Italia e in tutto il mondo, Stati Uniti compresi. Per questo motivo, all’alba di questa nuova era della mobilità urbana, 500 rappresenta il modello ideale perché grazie alla sua popolarità può ispirare il cambiamento e contribuire davvero alla transizione verso la mobilità elettrica.
La 500 arriva in un momento molto particolare di mercato, qual è il contesto in cui si inserisce?
A oggi, il mercato elettrico in Italia è molto piccolo: nel 2020 sono state vendute 32mila auto elettriche a cui si sommano altre 27mila circa ibride plug-in, per un totale di 60mila unità. Sono il doppio del 2019, per una crescita che supera il +100%, sicuramente importante, ma comunque in una nicchia che vale in Italia circa il 4%. È una nicchia principalmente per due motivi: i costi e la distribuzione delle infrastrutture. Un motore elettrico costa circa dieci volte di più di un motore endotermico e quindi la spesa supplementare da sostenere rappresenta ancora una voce decisamente importante per la classe media. Per colmare questo gap sono necessari gli incentivi per aiutare la transizione e l’accessibilità al mondo dell’elettrico.
E poi cos’altro?
In secondo luogo, la distribuzione delle infrastrutture di ricarica in Italia conta oggi circa 20mila colonnine: un numero importante, il triplo dei distributori di Gpl. Le colonnine, a differenze dei distributori, hanno il limite della visibilità e ovviamente il nostro compito di costruttori è di sviluppare auto connesse e applicazioni per smartphone che aiutino gli utenti a capire dove si può ricaricare la vettura. Abbiamo anche una distribuzione molto diversa: circa il 70% delle colonnine è situato al nord, mentre a sud la distribuzione è ancora scarsa, quindi bisognerà lavorare molto sia sul fronte degli incentivi governativi sia delle infrastrutture.
Come sta cambiando il vostro cliente?
Ci piace riconoscere due tipologie di cliente per Fiat: i clienti aspirazionali, attenti all’immagine, la cui prima ragione d’acquisto è sicuramente lo stile di una vettura in cui si possano riconoscere. A questi clienti ci rivolgiamo con 500 e 500X. Dall’altro lato, non meno importante, ci rivolgiamo ai clienti funzionali, attenti alla concretezza nella guida, nell’accessibilità e nella versatilità. A questi clienti offriamo Panda e Tipo. La Panda e la vettura più venduta in Italia e ci auguriamo lo sia sempre. Anch’essa è un’icona per gli italiani: vendiamo oltre 120mila Panda all’anno, a clienti diversi che cerchiamo di soddisfare al meglio. La Nuova 500 elettrica ovviamente si pone al top della gamma aspirazionale perché è un’icona di stile ed è un oggetto veramente bello.
Quali sono le leve commerciali per intercettarli?
Per quanto riguarda i prodotti più funzionali, come Panda e Tipo, facciamo attenzione a un corretto posizionamento di prezzo sul mercato rispetto ai competitors. Per tutta la gamma 500, il posizionamento di prezzo è più alto, però viene ripagato dalla qualità percepita a bordo, dall’immagine, dallo stile, il piacere di avere un oggetto bello. I dati di vendita ci stanno dando ragione. Abbiamo già raccolto oltre seimila ordini per la Nuova 500 elettrica in Italia, numeri importanti per un mercato di nicchia. Dal lancio, la Nuova 500 è la vettura elettrica più venduta in Italia, includendo le Ev di ogni tipo, dimensione e prezzo. Ci auguriamo che questo sia solo l’inizio.
Lei si occupa anche di Lancia e Abarth: quali valori volete portare sul mercato per questi marchi?
Proprio in questi giorni abbiamo lanciato sul mercato la nuova Ypsilon. Un restyling importante che attendevamo da tempo per un prodotto che si rivolge a una clientela prettamente femminile. Mi piace definire la Lancia Ypsilon un miracolo italiano: una vettura capace da sola di esprimere volumi superiori a brand interi con magari cinque o sei vetture in gamma. Abbiamo una clientela super fidelizzata, femminile per quasi il 90%, che trova nella Ypsilon una risposta alle sue esigenze sia in termini di immagine sia in termini di praticità cittadina, grazie ai motori ibridi e alle cinque porte. Per quanto riguarda Abarth invece cambiamo completamente mondo, spaziando un po’ su tutti le tipologie di clientela: cerchiamo di parlare a chi cerca stile e performance. L’Abarth è una vettura riconoscibile stilisticamente, anche da un punto di vista del sound perché si sente quando passa. È importante anche per quanto riguarda le performance.
Quali obiettivi si è posto per chiudere quest’anno e per gli anni a venire?
In Italia l’obiettivo è sempre quello di mantenere la leadership commerciale sul mercato. Questo non solo per fare margini e mantenere i volumi, ma anche per garantire al massimo tutte le persone che lavorano negli stabilimenti italiani. In Italia ci sono oltre 50mila persone che lavorano e quindi la responsabilità di gestire un brand come Fiat in Italia non è solamente commerciale, ma anche una responsabilità sociale. Tutti questi numeri e volumi danno lavoro a migliaia di famiglie italiane e questo va ben oltre gli obiettivi che ogni manager di questa azienda si pone. Questo mi inorgoglisce, ma rappresenta anche una grande responsabilità.
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