C’è perfino chi vuole trovare le origini delle videochiamate in stile Zoom nel romanzo Infinite Jest di David Foster Wallace. Quella sua angosciosa prosa suonava così: “C’era qualcosa di tremendamente stressante nelle interfacce telefoniche con video (…). Chi chiamava doveva mettere insieme la stessa calorosa e intensa espressione d’ascolto che usava negli incontri di persona (…). Alle buone vecchie telefonate auricolari si poteva rispondere senza trucco, toupet, protesi chirurgiche, ecc. Perfino senza vestiti, se proprio ci andava. (…) E gli utenti cominciarono a considerare le videotelefonate più o meno come visite a casa”. Profetico: era il 1996.
Zoom Escaper
Durante la pandemia sono nate perfino piattaforme che organizzano matrimoni e feste di laurea online, come Gather. E gli oltre 200 milioni di utenti registrati su Zoom sono diventati una ghiotta preda per gli attacchi di zoom-bombing: un intruso si inserisce in una conversazione col proposito di disturbare o recuperare dati sensibili.
Ma serpeggia sempre più spesso, dentro le case travestite da uffici, un crescente stress da Zoom. L’arrivo imminente del meeting, la convocazione, le cuffie abilitate, l’ansia nell’organizzare un set decoroso e non troppo privato.
Il sito americano cnet.com ha pubblicato un dettagliato tutorial per sabotare bonariamente le videochiamate, con avvisi e suoni urgenti come il pianto di un bambino, un cane che abbaia, raffiche di vento o il frastuono di un cantiere, che offrono una scusa per abbandonare le chiamate.
Il tutorial
A creare il video-tutorial per installare il programma è stato l’artista neworkese ed educatore Sam Lavigne. Zoom Escaper è un software gratuito che funziona attraverso un altro software, chiamato VB-Audio, finanziato con un sistema di donazioni.
I passaggi da effettuare sono semplici: ci si collega al sito Zoom Escaper, si abilita l’accesso al microfono, si scarica e si installa VB-Cable, quindi si aggiorna il sito Zoom Escaper. A questo punto compare un ampio e divertente menu di suoni da scegliere per “disturbare” la chiamata. Dal pianto isterico alla cattiva connessione alla rete che gracchia, dal cane che abbaia al cantiere rumoroso.
Il fenomeno Zoom
L’azienda del miliardario Eric Yuan, che ha visto la sua base utenti esplodere con l’allontanamento dagli uffici di milioni di colletti bianchi, ha una storia singolare. Lo scorso mese di maggio, quando la pandemia aveva spostato in rete le attività di molti, il valore di Zoom superò addirittura quello di General Motors: 48 miliardi di dollari contro 37.
Lo zoom-bombing ha trovato la sua manifestazione peggiore durante una festa di laurea negli Stati Uniti, dove alcuni hacker si sono introdotti nella videochat e hanno pronunciato frasi razziste. Eric Yuan è stato costretto allora ad assumere Alex Stamos, il più famoso sceriffo del web, che ha lavorato per anni con Facebook. Ma il nemmeno l’ideatore di Zoom aveva fatto i conti con Zoom Escaper.
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