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Da attrice a regista impegnata nel sociale: Eva Longoria racconta a Forbes la sua vita da imprenditrice

Determinata, forte, molto intelligente, oltre che essere una bellissima donna. Sono queste le caratteristiche che emergono da subito, non appena si parla con Eva Longoria. Attrice, modella, produttrice, imprenditrice, attivista e filantropa, perfino durante il periodo della pandemia è stata molto attiva, nel suo lavoro e in tutte le cause in cui crede. Ha sostenuto il nuovo presidente Joe Biden, come prima aveva sostenuto Barack Obama e ha continuato a lottare per la parità dei diritti delle donne, oltre a essere impegnata in molti film. Al Sundance Film Festival 2020, ha presentato Sylvie’s Love, un bel film in cui ha un ruolo minore, mentre allo stesso festival nel 2021 ha avuto la premiere il documentario Rita Moreno: Just a Girl Who Decided to Go for It!, prodotto da Roadside Attractions, che dovrebbe uscire negli Stati Uniti il 18 giugno 2021. Nel film di animazione The Boss Baby: Family Business doppia un personaggio, mentre sarà anche in All- Star Weekend, un comedy-drama sportivo, diretto dall’attore Jamie Foxx, con Robert Downey Jr, Gerard Butler e Benicio del Toro.

Nata a Corpus Christi, in Texas, la più giovane di quattro figlie da genitori di origine messicana, cresciuta con una formazione cattolica, Eva Longoria ha un’etica del lavoro ammirevole. È stata in grado di mantenersi fin da ragazza, lavorando anche come cameriera, mentre quando si trasferì a Los Angeles, scoperta da un agente teatrale, e cominciò a fare audizioni, allo stesso tempo per quattro anni, fece la cacciatrice di teste. Ottenne il suo primo ruolo in tv nel 1999, anche se la fama arrivò nel 2003, quando fu scelta per recitare il personaggio di Gabrielle Solis, nella comedy-drama dell’ABC Desperate Housewives. “Tutte queste esperienze mi hanno formato e mi hanno trasformato nella donna e imprenditrice che sono oggi. Sono state tutte, allo stesso modo, utili”, ha raccontato. Eva ha saputo inoltre trasformare il suo nome in un brand… Nel 2007 ha scelto di essere il volto di Bebe Sport. Da anni ha contratti come testimonial di L’Oréal e New York & Co. Ha lavorato con i gelati Magnum, con Heineken, con London Fog, con il cibo per gatti Sheba.

Ha fatto perfino qualche errore, come quando, nel 2008, ha aperto il ristorante Beso, a Hollywood, e poi nel 2009 a Las Vegas. Purtroppo non andò bene. Ma Eva non si diete per vinta, anzi, intensificò le sue attività. Nel 2015 collaborò a creare una collezione per donna per il brand di sportswear Sunrise Brands, nel 2017 lanciò la sua linea di abbigliamento direttamente online. E, incrementò pure l’attività della sua compagnia di produzione UnbeliEVAble Entertainment, con cui per un periodo firmò con Universal Pictures. Oltre a creare, nel 2010, la Eva Longoria Foundation, co-fondata con il filantropo Howard Buffett, figlio dell’investitore Warren Buffett, Eva ha sostenuto e continua a supportare moltissime altre cause e organizzazioni, tra cui la Make-A-Wish Foundation. A livello personale, Eva è stata sposata all’attore Tyler Christopher, star della serie TV General Hospital, al giocatore di basket Tony Parker dei San Antonio Spurs, e nel 2016 ha celebrato il suo terzo matrimonio in Messico con l’uomo d’affari José Antonio “Pepe” Bastón Patino, allora presidente di Televisa, il più grande gruppo media latino-americano. Un anno dopo hanno avuto un figlio.

Lei lavora sempre moltissimo ed è anche madre. Come è riuscita a bilanciare tanto bene carriera e famiglia?
E’ importante avere delle priorità. L’ho appreso sia quando studiavo all’università, che quando lavoravo come attrice, dato che ho raggiunto la celebrità dopo i 30 anni, non da giovanissima. Ho lavorato anche come cameriera quando ero una ragazza, nella catena di fast food Wendy’s per tre anni per pagare il mio quinceanera (la festa dei quindici anni è un rito di passaggio di origine latinoamericano, ndr). Non vedevo l’ora di guadagnare per essere indipendente e aiutare la mia famiglia.

Nonostante abbia sempre lavorato, con tanti sacrifici, è stata anche in grado di laurearsi… Ha conseguito una laurea in scienza della cinesiologia alla Texas A/M University-Kingsville e un master in Chicano Studies presso la California State University, Northridge, con la tesi Success STEMS From Diversity: The Value of Latinas in STEM Careers.

Sia come attrice che in tutte le professioni che svolgo – a volte mi pare di fare dieci lavori insieme – sono sempre stata interessata a studiare e approfondire. E, sapevo che l’educazione fosse importante.

Lei sembra essere una donna molto pratica, senza eccentricità da celebrity.

Sono stata responsabilizzata fin da ragazza, e sono cresciuta con un forte senso di comunità sapendo di dover fare il possibile per aiutare gli altri. Per me, come imprenditrice e produttrice è importante che tutto quello che faccio abbia un senso. Può trattarsi anche solo di intrattenimento, ma deve esserci. D’altra parte mi sono dedicata anche, fin dal principio, alle cause sociali.

Il suo impegno comporta, soprattutto, supportare le donne.

Ci sono sempre persone che ti contattano per proporti progetti, soprattutto quando diventi una star. Ma, bisogna saper scegliere quello che per te conta davvero. Ho scelto di dedicarmi alle donne, perché so quanto sia ancora difficile per loro il mondo del lavoro. Ho dedicato anche particolare attenzione alle donne latine come me, perché sono figlia di immigrati negli Stati Uniti. Infine mi sono voluta focalizzare sull’educazione, che per me è sinonimo di indipendenza, libertà, emancipazione.

Come donna latina ha avuto problemi ad affermarsi a Hollywood?

Ho dovuto lavorare duramente per oltre dieci anni per ottenere il ruolo nella serie TV Desperate Housewives e spesso cercavano di relegarmi in parti collegate alla mia razza. Per questo, non appena ho potuto, ci ho tenuto a creare piattaforme per donne latine in America e a Hollywood. Ma ci tengo a supportare tutte le donne, indipendente dalla razza e dalla provenienza.

Lei è convinta che le donne debbano aiutarsi le une con le altre, invece di essere in competizione.

Sì, per me quando una donna ha potere, dovrebbe cercare di aiutare le altre donne. Ci dovremmo unire e creare opportunità le une per le altre. Purtroppo in troppi settori lavorativi non esiste ancora completa uguaglianza e ci sono ambienti prettamente maschili.

Quali sono i progetti che la interessano maggiormente?

Quelli che hanno uno scopo preciso, purché trasparente e chiaro. E che hanno valori che anche io condivido. Non appena ho raggiunto la celebrità ho compreso che avevo una voce, che avevo potere e che potevo raggiungere una vasta audience. Ci ho tenuto a usare tutto questo per un giusto motivo.

Lei ha una forte etica lavorativa…

Sono cresciuta in una famiglia dove fare volontariato era un obbligo. Mi sarei battuta per le cause in cui credo, anche se non avessi avuto successo.

Lei ha saputo crearsi opportunità di lavoro, divenendo produttrice.

Ero stanca di stare seduta e aspettare che suonasse il telefono per un ruolo. Ho deciso di “prendere le redini” della mia esistenza. Ho cominciato a girare documentari che potessero fare la differenza. Uno di quelli di cui vado più fiera è The Harvest, sul lavoro dei bambini nel settore agricolo. Sono andata anche a Capitol Hill a Washington per supportare il Children’s act for responsible employment. Altri documentari a cui tengo particolarmente sono Food Chains, su lavoro agricolo e le condizioni dei lavoratori agricoli immigrati, e la serie documentaristica Devious Maids, sulle cameriere latine che lavorano presso ricche famiglie di Los Angeles. A Hollywood un’esperienza incredibile come produttrice l’ho avuta quando ho prodotto il blockbuster John Wick, con Keanu Reeves. E, mi piace allo stesso modo davvero molto lavorare dietro la telecamera come regista. Credo che lo farò pure sempre di più in futuro.

A quali progetti tiene maggiormente in questo settore?

Al mio debutto come regista ho girato Latinos Living the American Dream, nel 2010, sugli immigrati che lavorano negli Stati Uniti con il sogno americano. Ho diretto poi svariati episodi di serie TV come Jane the Virgin, The Mick, Black-ish.

Con la sua fondazione, la Eva Longoria Foundation, ha amplificato la sua missione da filantropa.

La mia fondazione mira a dare potere alla donne e far loro raggiungere il loro maggiore potenziale con l’educazione e l’imprenditoria attraverso programmi con mentori e altre iniziative, come eventi di raccolta fondi. Ho co-fondato, nel 2006, anche Evas Heroes, associazione dedicata a sostenere tutte le persone che hanno bisogno di assistenza speciale. Ho una sorella che ha questi problemi e so quanta attenzione meritano le persone con bisogni speciali. Oltre a questo, sono il portavoce della charity che combatte il cancro Padres Contra El Cancer.

Oltre a tutto questo, lei è da tempo la testimonial di L’Oréal e di altri brand, ha scritto un libro di cucina e ha perfino lanciato una linea di abbigliamento.

Non posso associarmi a un brand se non ci credo profondamente. E, in quanto a cucinare… Sono cresciuta in una famiglia dove si mangiava tutti insieme e si parlava intorno al tavolo. Adesso faccio lo stesso con mio marito e questo mi rende molto felice. Scrivere un libro è stato come condividere una mia passione. In quanto alla mia linea di moda, volevo creare vestiti e capi che stessero bene a qualsiasi donna, con qualsiasi taglia e corpo, facili da indossare e da adattare.

Qual è il suo segreto per avere successo?

Bisogna essere organizzati e sapere quali sono le priorità. Io, per esempio, ho tantissima energia generata da passione e entusiasmo, ma so che la devo canalizzare nella direzione giusta per ottenere dei buoni risultati.

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