Secondo la Fao per nutrire gli oltre 10 miliardi di persone che nel 2050 popoleranno il nostro pianeta la produzione di carne mondiale dovrà aumentare di oltre 200 milioni di tonnellate per raggiungere i 470milioni di tonnellate necessarie a soddisfare la domanda. Numeri insostenibili: perché non c’è il terreno agricolo sufficiente all’allevamento necessario ma soprattutto per il devastante impatto ambientale che ne deriverebbe.
La soluzione? Carne-non carne. Ed ecco che Marc Coloma e Bernat Añaños, attivisti barcellonesi fortemente votati all’alimentazione attenta alla salute e all’ambiente, lanciano Heura che in pochi anni (nasce nel 2017) diventa una delle start up del settore food a più rapida crescita con numeri impressionanti: +460% nel 2020 rispetto all’anno precedente; una distribuzione dei prodotti in oltre 3.000 punti vendita tra Europa, Asia, Nord e Sud America.
Secondo l’osservatorio inglese Rize Etf il valore del mercato della carne di origine vegetale passerà da 10,1 miliardi di dollari nel 2018 a 30,92 miliardi di dollari nel 2026. Un mercato che sta guadagnando terreno anche in Italia. Complice anche il periodo di lockdown il consumatore ha preso maggiore coscienza di quello che mette nel piatto, prediligendo ingredienti che strizzano l’occhio alla salute, ma anche all’ambiente. Secondo il 32° rapporto Eurispes quasi il 10% della popolazione italiana si alimenta in maniera sostenibile e cruelty free. Nel 2019 era il 7%. Una percentuale destinata a crescere nei prossimi anni.
“L’attuale modello di produzione e consumo di carne animale è eticamente ed ecologicamente insostenibile” commenta Marc Coloma, co-founder e Ceo Heura. “L’allevamento intensivo di animali è una delle principali responsabili dell’emissione di gas serra nell’atmosfera, producendo il 14,4% delle emissioni globali, più dell’intero settore dei trasporti, considerando treni, macchine, aerei e camion. È il maggiore responsabile del consumo di suolo, con la conversione di foreste e aree verdi in terreni da pascolo per coltivare mangime da destinare agli animali, e dell’impiego d’acqua. Se questo è il costo reale della carne, è imprescindibile introdurre sul mercato prodotti che soddisfino i gusti culinari a cui siamo abituati, ma che al tempo stesso rendano l’industria alimentare sostenibile nel lungo termine. Un’opzione che permetta al consumatore di poter scegliere con cognizione di causa. Quello che offriamo infatti, non vuole essere un sostituto della carne, ma un suo successore”.
Per proporsi al massimo livello distributivo in Italia, Heura ha chiuso un accordo con Glovo, piattaforma di anything delivery (consegna a casa qualsiasi cosa), e puntando alla diffusione su larga scala del prodotto di punta: il pollo. “Ogni confezione di pollo Heura” spiega Coloma, “oltre a essere gustosa e completa da un punto di vista nutrizionale, fa risparmiare oltre 770 litri d’acqua, il corrispettivo di 12 docce, e 0,77Kg di CO2. Non solo, la versatilità dei nostri prodotti permette di rivisitare in chiave vegetale anche i piatti più tradizionali della cucina italiana. Oggi è possibile cucinare, prendendosi cura della propria salute, di quella dell’ambiente e degli animali senza rinunciare alle pretese del palato. Chi prova Heura, non si ricrede, perché siamo la carne del XXI secolo”. E sul piatto mette una presenza internazionale in 16 paesi attraverso 3.000 punti vendita: Italia, Spagna, Andorra, Portogallo, Francia, Paesi Bassi, Regno Unito, Belgio, Singapore, Hong Kong, Vietnam, Malesia, Egitto, Canada, Cile e Polonia.
In totale coerenza con lo spirito imprenditoriale, inoltre, Heura si è dotata anche di strumenti giuridici a sostegno delle proprie scelte di sostenibilità e ha completato l’iter per la certificazione B Corporation. “Le B-Corp sono aziende che stanno riscrivendo il modo di fare impresa, perseguendo uno scopo più alto del solo profitto con un modello di business che coniuga la creazione del valore economico con la realizzazione del bene collettivo” spiega Coloma, “Heura Foods è certificata poiché conforme a rigorosi standard sociali e ambientali rappresentativi del suo concreto impegno verso obiettivi che vanno oltre il guadagno, tenendo in considerazione il benessere delle persone, delle comunità in cui opera e del pianeta. La certificazione B Corp riguarda l’azienda nel suo complesso e comprende cinque aree: persone, ambiente, comunità, governance e consumatori. Il processo di certificazione è rigoroso: bisogna ottenere un punteggio superiore a 80 e fornire prove di pratiche socialmente e ambientalmente responsabili, comprese le forniture di energia, l’utilizzo dei rifiuti e acqua, l’inquadramento salariale dei lavoratori, la diversità e la trasparenza aziendale. A completamento della certificazione, Heura Foods includerà nello statuto aziendale il suo impegno votato alla creazione del valore economico con la realizzazione del bene collettivo”.
Heura Foods è ora parte attiva di una comunità di oltre 4.000 imprese a livello globale che si sono certificate come B Corp. Questa comunità riflette l’economia europea con imprese di tutte le dimensioni e provenienti da una trasversalità di industrie, da Patagonia a Illy, da Alessi a Nestlé e Danone solo per citarne alcune. Heura è la prima azienda del settore plant based meat (carne a base vegetale) a potersi fregiare questa certificazione ed evidenzia una svolta verso una maggiore responsabilità e trasparenza nel settore.
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