Il primo d’agosto 2021 è un giorno che rimarrà nella storia: Marcell Jacobs e Gianmarco Tamberi conquistano la medaglia d’oro rispettivamente nei 100 metri piani e nel salto in alto. Il primo, un sogno che si avvera; il secondo, un progetto di rinascita durato cinque anni, iniziato da quel maledetto infortunio alla caviglia che costrinse “Gimbo” a rinunciare alle Olimpiadi di Rio del 2016. Due favole diventate realtà che vanno ad arricchire il bilancio della spedizione italiana e a riempire le tasche dei due atleti: la medaglia d’oro, oltre che un posto nella storia, vale un bottino di valore pari a 180 mila euro.
Quest’ultimo, infatti, è il premio in denaro stabilito dal Coni prima di partire alla volta del Giappone. Esattamente il 20% in più rispetto all’oro di Rio 2016. Il doppio rispetto al valore attribuito all’argento (90 mila euro) e il triplo rispetto a quello del bronzo (60 mila euro). Con 27 medaglie totali, tra cui 4 d’oro, 8 d’argento e 15 di bronzo, la spesa attuale del Coni supera i tre milioni di euro, attestandosi esattamente a quota 3,540 milioni. Un incentivo che il Comitato Olimpico Nazionale Italiano ha voluto stabilire per “dare merito agli sportivi che in questo periodo difficile non hanno ricevuto entrate”, ha dichiarato il presidente del Coni, Giovanni Malagò. Con questi premi, l’Italia è al quinto posto della classifica dei Paesi che “pagano meglio” per una medaglia olimpica.
I paesi che “pagano meglio” i premi olimpici
Al quarto posto, appena prima dell’Italia, troviamo l’Azerbaijan: 248 mila dollari per l’oro (circa 208 mila euro), 124 mila dollari per l’argento (circa 104 mila euro) e 62 mila dollari per il bronzo (circa 52 mila euro). Con due bronzi nel medagliere, la spesa degli azeri per i podi olimpici corrisponde a 124 mila dollari (104 mila euro).
Al terzo posto c’è il Kazakistan, che paga 250 mila dollari per una medaglia d’oro (circa 210 mila euro), 150 mila dollari per una medaglia d’argento (circa 126 mila euro) e 75 mila dollari per una medaglia di bronzo (circa 63 mila euro). In virtù dei tre bronzi ottenuti fino ad ora, la spesa del Kazakistan per le medaglie si attesta a 225 mila dollari (circa 189 mila euro).
Al secondo posto troviamo invece l’Indonesia, che paga 746 mila dollari per una medaglia d’oro (circa 626 mila euro), 378 mila dollari per una medaglia d’argento (circa 317 mila euro) e 188 mila dollari per una medaglia di bronzo (circa 158 mila euro). Con un oro, un argento e due bronzi ottenuti, gli indonesiani spenderanno – almeno per ora – un milione e 500 mila dollari (circa 1 milione e 259 mila euro).
Il Paese più spendaccione è senza dubbio Singapore. Una medaglia d’oro vale 1 milione di dollari (circa 840 mila euro); quella d’argento 500 mila dollari (circa 420 mila euro) e quella di bronzo 250 mila dollari (circa 210 mila euro). Al momento, tuttavia, il bottino singaporiano rimane a quota zero.
Quanto guadagnano i medagliati europei
In tutti i Paesi europei i premi sono nettamente più bassi: 65 mila euro per un oro in Francia, circa 20 mila euro in Germania e addirittura nessun riconoscimento economico speciale per i medagliati del Regno Unito. Tuttavia quest’ultimo devolve ogni anno circa 162 milioni di dollari (circa 136 milioni di euro) di fondi governativi e della lotteria agli sport olimpici e paralimpici. L’Italia, dunque, si prende il primo posto di questa speciale classifica stanziando per la precisione 6,5 milioni in previsione dei podi attesi a Tokyo. Una cifra superiore anche a Rio 2016, quando il Coni aveva stanziato 5,4 milioni di premi. Insomma, per la gloria, ma anche per un bel gruzzoletto.
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