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Come Empatia@Lecco sta innovando il settore della riabilitazione neuromuscolare e cambiando la vita delle persone

Avviato nel 2017, Empatia@Lecco è il terzo capitolo del progetto più ampio del distretto che mette al centro la riabilitazione neuromuscolare. Prevedendo azioni di innovazione tecnologica finalizzate all’empowerment del paziente, con sviluppo di prototipi di dispositivi e metodi di valutazione innovativi. Con il contributo fondamentale anche della Regione Lombardia

Il progetto vede il preziosissimo apporto del Sistema Lecco, in cui diversi attori hanno sviluppato negli anni numerose competenze tra cui: sviluppo di ortesi multimateriale avanzate e di materiali compositi a base di leghe SMA; sviluppo di sistemi robotici sensorizzati per la neuroriabilitazione; smorzatori miniaturizzati per ausili alla persona; e materiali cellulari per componenti robotici e ortesici e di nuovi materiali per il controllo dell’interfaccia dispostivi-corpo umano.

Fondazione Cariplo e Regione Lombardia

Grazie a Fondazione Cariplo e la Regione Lombardia che hanno contribuito all’iniziativa con 8,05 milioni di euro in un ventennio, il progetto ha messo in rete i centri di eccellenza del territorio lecchese per rispondere alle necessità delle persone che si trovano a dover affrontare il percorso di riabilitazione, dopo traumi o malattie. Tra questi, infatti, risulta anche l’ospedale Valduce – Clinica riabilitativa di Villa Berette, che ha ospitato Alex Zanardi in un primo periodo dopo l’incidente con l’handbike.

Le collaborazioni 

Empatia@Lecco si è sviluppato grazie ad un’ampia collaborazione di organizzazioni che vede Univerlecco come capofila e coinvolge:

• Polo territoriale di Lecco del Politecnico di Milano: Dipartimento di Elettronica, Informazione e Bioingegneria, Dipartimento di Design, Dipartimento di Fisica, Dipartimento di Meccanica, Dipartimento di Ingegneria Gestionale
• Polo CNR a Lecco: Istituto di Chimica della Materia Condensata e Tecnologie per l’Energia (ICMATE), Istituto di Sistemi e Tecnologie Industriali Intelligenti per il Manifatturiero Avanzato (STIIMA), Istituto per i Polimerici, Compositi e Biomateriali (IPCB), Istituto di Fotonica e Nanotecnologie (IFN), Istituto Nazionale di Ottica (INO), Istituto di tecnologie biomediche (ITB)
• IRCCS “Eugenio Medea”, Sezione Scientifica dell’Ass.ne La Nostra Famiglia di Bosisio Parini
• Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico INRCA sede di Casatenovo
• Fondazione Valduce, Ospedale Valduce, Centro di Riabilitazione “Villa Beretta” di Costa Masnaga
• Agenzia di Tutela della Salute (ATS) Brianza
• Azienda Socio Sanitaria Territoriale (ASST) Lecco

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Senza l’apporto di tutti queste organizzazioni e delle competenze che chi vi opera mette a disposizione non si sarebbero potuti raggiungere questi risultati.”Il distretto della riabilitazione e in particolare il progetto Empatia rappresentano l’esempio concreto di come operare insieme porta a moltiplicare risultati e raggiungere obiettivi che vanno a vantaggio di chi ha bisogno di aiuto – ha detto Vico Valassi, presidente di Univerlecco – serve una regia per tenere uniti e coordinare molti attori, ma l’apporto che ciascuno può offrire si colloca come un tassello fondamentale nel mosaico. Ringrazio tutti coloro che hanno permesso di raggiungere questi risultati. Il valore più grande lo possiamo trovare nei grandi benefici e progressi che hanno potuto ottenere le persone che si sono rivolte ai centri del territorio. Molte di loro partivano da situazioni molto complesse e difficili. Hanno mostrato una incredibile forza di volontà, fondamentale per poter cogliere il vantaggio offerto dagli ausili tecnologici e dal supporto degli operatori”, ha concluso Valassi,

Soddisfatto anche Giovanni Fosti, presidente della Fondazione Cariplo: “L’esperienza del distretto della riabilitazione ci dimostra oggi che lavorare su priorità condivise permette nel tempo di generare un valore tangibile per la vita delle persone e dei territori. Investire sulle competenze e sul capitale umano, ha permesso la costruzione di un polo di eccellenza in ambito life science, che amplifica le potenzialità
della ricerca scientifica, stimola la crescita del territorio e soprattutto consente di immaginare soluzioni che fanno la differenza nelle prospettive di vita delle persone che si trovano ad affrontare problemi di salute. Oggi il progetto mette a disposizione una rete e una tecnologia al servizio di persone che hanno subito traumi e limitazioni dovute alla malattia aggiungendo un elemento fondamentale: la possibilità di fruire di una riabilitazione d’avanguardia all’interno delle mura domestiche, supportati dai propri familiari, per accompagnare la riconquista dell’indipendenza o del recupero delle funzionalità perdute.”

LEGGI ANCHE: “Giovanni Fosti e la Fondazione che cambia la vita delle persone”

Empatia@Lecco: le storie

Emilio, 10 anni, paziente presso La Nostra Famiglia

Emilio arriva per la prima volta dalla Sardegna all’IRCCS Medea di Bosisio Parini nel 2017, all’età di 6 anni. Durante il ricovero frequenta la scuola ospedaliera, affronta col sorriso i trattamenti riabilitativi e torna ogni anno per alcuni controlli, sempre accompagnato dai propri familiari. In particolare, si avvale della riabilitazione robotica, grazie alla quale riesce ad ottenere un buon recupero neuromotorio. Presso Astrolab, Emilio trova unambiente riabilitativo coinvolgente e impara ad eseguire i movimenti corretti, soprattutto nell’utilizzo dell’arto superiore: “Ho usato molte apparecchiature tipo Lokomat, Grail, Armeo e un altro che non so neanche il nome. È un apparecchio per farmi usare bene la mano, tipo il cavallo; io mollo le redini e mi cerco di aiutare con l’altra mano e la mia istruttrice mi dice di non farlo perché è sbagliato”. Emilio, infatti ha una grande passione per l’equitazione: “Cavalcare è la cosa che amo di più. La mia cavalla si chiama Ciccia, io la adoro perchè mi ascolta. C’è un film che si intitola ‘L’uomo che sussurrava ai cavalli’ e io faccio come lui, ci leggiamo nella mente, non so come spiegarlo…”. Ebbene, questa estate Emilio ha vinto il 12° Campionato Regionale di Equitazione Fisdir e Fise, con un impatto positivo sulla sua autostima e qualità di vita.

L.C., 8 anni, paziente presso l’IRCCS Neurologico Besta di Milano: ha testato tutori realizzati materiali intelligenti migliorano la postura e il controllo motorio Leghe con proprietà avanzate e processi realizzativi innovativi come la stampa 3D sono alla base di nuovi tutori per curare bambini con disabilità motorie. Sviluppati da CNRICMATE nel Progetto Empatia@Lecco, i nuovi tutori sono stati testati anche presso l’IRCCS Neurologico Besta di Milano. Con un grave deficit di controllo motorio, non ha mai potuto mangiare normalmente. In un mese è riuscito a usare la forchetta per portare il cibo alla bocca senza ferirsi e a mangiare da solo. Il caso sarà presentato anche da un giovane fisioterapista che, negli anni di formazione, ha potuto sviluppare con questa sperimentazione un approccio positivo verso le nuove tecnologie.

Mauro, 74 anni, paziente con broncopneumopatia cronica ostruttiva

Mauro a causa della patologia cronica (BPCO) era affaticato e in affanno durante semplici attività quotidiane, come salire le scale e fare una passeggiata in paese. Grazie al programma di allenamento aerobico su ciclo-ergometro con la realtà virtuale, a cui ha partecipato presso l’IRCCS INRCA di Casatenovo, ha migliorato la sua tolleranza all’esercizio fisico, recuperando forza nei muscoli delle gambe e riducendo la mancanza di fiato. La realtà virtuale ha rappresentato per Mauro uno strumento di svago e di distrazione dallo sforzo fisico, aumentando così la sua motivazione durante l’allenamento. La partecipazione a questo programma ha insegnato a Mauro l’importanza dell’allenamento per limitare gli effetti della sua patologia. I risultati ottenuti hanno permesso di avviare una collaborazione con la Opole University of Technology, che proporrà il sistema a pazienti post-Covid e le attività di ricerca proseguiranno grazie a Fondazione Cariplo per portare la soluzione al domicilio.

Fabrizio, 37 anni, affetto da distrofia muscolare, utilizzo di esoscheletro

Fabrizio è costretto sulla sedia a rotelle da quando ha 10 anni. Guida la sua sedia grazie a un joystick estremamente sensibile ma non ha alcuna altra mobilità residua a livello delle braccia. Utilizzando l’esoscheletro realizzato nell’ambito del progetto EMPATIA, è stato in grado di muovere autonomamente e sotto il suo controllo il braccio che non muoveva da anni. Questo gli ha permesso di spostare l’arto per problemi posturali senza chiedere aiuto e di posizionare la mano in modo da poter utilizzare il mouse al lavoro in modo autonomo. L’utilizzo dell’esoscheletro EMPATIA, se fosse a disposizione, potrebbe migliorare la qualità della vita dei soggetti affetti da distrofia muscolare consentendo lo svolgimento di azioni quotidiane in autonomia.

Vittorio (nome di fantasia), 17 anni, paziente con lesione midollare da trauma

Vittorio, 17 anni, ha subito un trauma con lesione midollare che gli ha completamente stravolto la vita. Dopo il trauma si è trovato a dovere affrontare e superare piccole e grandi sfide nello svolgimento di qualsiasi azione del suo quotidiano. Ne è un esempio la gestione dell’igiene personale, aspetto importante per l’individuo e per la sua socialità. Grazie a un gruppo di lavoro multidisciplinare nato nell’ambito delle attività di Empatia (accademici, clinici, terapisti, ingegneri e tecnici) il Politecnico di Milano e Villa Beretta hanno co-progettato con l’utente e realizzato un ausilio specifico e personalizzato grazie al design ricorsivo. La soluzione è stata oggi ottimizzata per una produzione indirizzata alla mass-customization mediante le nuove macchine di additive manufacturing acquisite nel corso del progetto. Grazie a Empatia si può oggi generare un impatto di servizio alla società con attenzione alle fragilità.

La testimonianza di una giovane ingegnere: Valeria Longatelli, ingegnere biomedico del Politecnico di Milano.

“Sono entrata a farparte del progetto Empatia nel 2018 durante la tesi di laurea magistrale. Le tematiche di sviluppo e validazione di tecnologie assistive per persone con disabilità mi hanno fin da subito entusiasmata. Credo fortemente nella ricerca e nell’importanza di investire le proprie capacità per migliorare la qualità della vita di altre persone. Il progetto Empatia ha segnato l’inizio del mio percorso da ricercatrice. Attualmente sto svolgendo un dottorato di ricerca in bioingegneria incentrato sullo sviluppo di tecnologie robotiche per la riabilitazione e l’assistenza. L’aspetto formativo e il confronto con altri ricercatori e clinici sono essenziali in questo campo. Per questo motivo, durante l’ultimo anno ho seguito un Master Universitario rivolto a tutte le figure professionali coinvolte nel processo di riabilitazione. Da inizio 2022 mi trasferirò all’Hospital los Madronos di Madrid, centro di neuroriabilitazione dove ha sede una facility per la validazione dell’usabilità e l’efficacia di tecnologie robotiche. Il progetto Empatia mi ha trasmesso l’entusiasmo verso il mondo della ricerca e mi ha insegnato che lo sviluppo di ogni tecnologia deve avere al centro di tutto il processo l’utente finale con i suoi bisogni. Inoltre, mi ha consentito di conoscere ed entrare a far parte dell’Associazione UILDM di Lecco, per la quale partecipo attivamente a manifestazioni di raccolta fondi e dove ho conosciuto altre persone che condividono la mia passione per la ricerca.

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