Articolo apparso sul numero di febbraio 2022 di Forbes Italia. Abbonati!
Negli ambienti finanziari viene descritta come la democratizzazione degli investimenti alternativi. In parole più semplici significa rendere accessibili anche alla clientela di base prodotti finanziari che fino a poco tempo fa erano un’esclusiva dei più facoltosi, come gli investimenti in aziende non quotate in Borsa. Allargare la schiera degli investitori in questo campo ha, da una parte, aperto nuove possibilità di rendimento e, dall’altra, permesso alle aziende di ottenere nuovi canali di finanziamento. Questi sono gli assunti da cui è partito il gruppo Azimut, che ha voluto rinforzare la propria politica sugli asset alternativi.
Lo ha fatto soprattutto attraverso l’attività di Azimut Libera Impresa Sgr, con una ventina di fondi che hanno raccolto complessivamente 3,5 miliardi di euro. Di questi, una buona parte sono o saranno investiti nell’economia reale italiana, il resto all’estero, con un focus sugli Stati Uniti e sull’Asia.
L’abbassamento della soglia per i fondi alternativi
“Siamo partiti nel 2018 e abbiamo fatto un lavoro certosino per abbassare la soglia di sottoscrizione di questi investimenti”, spiega Marco Belletti, amministratore delegato di Azimut Libera Impresa Sgr. “Prima, per investire in fondi alternativi bisognava essere investitori professionali, con soglie minime da 100mila o anche 500mila euro. Noi, con il nostro fondo Demos, siamo arrivati ad avere una soglia di sottoscrizione di cinquemila euro, che è la più bassa d’Europa. Su Demos oggi abbiamo 11mila sottoscrittori, con una media investita di 27mila euro cadauno. È un fondo che definiremmo popolare. È una cosa che ci responsabilizza molto”.
Tre anni fa il presidente di Azimut, Pietro Giuliani, aveva annunciato l’obiettivo di raggiungere almeno il 15% delle masse gestite e dieci miliardi di asset alternativi sul segmento dei mercati privati entro il 2024. Oggi il gruppo, con lo sviluppo di nuovi prodotti sia in Italia sia negli Usa, ha raccolto masse per 4,6 miliardi. Denaro che va a riversarsi nell’economia reale. “Negli anni abbiamo lavorato molto per cambiare la percezione di questi fondi presso gli imprenditori”, continua Belletti, “che adesso li vedono come strumenti funzionali alla loro crescita in alternativa al canale bancario. Oltre a questo, poi, le aziende possono godere della consulenza dei nostri esperti, che sono a supporto di chi si affaccia a un processo di internazionalizzazione, deve affrontare un passaggio generazionale o ha bisogno di competenze per rafforzare il proprio gruppo di lavoro”.
Tra i 20 fondi gestiti da Azimut Libera Impresa, aperti solo negli ultimi cinque anni, sono stati lanciati nove fondi di private equity, tre fondi di venture capital, un fondo per le infrastrutture e sette fondi di alternative credit. Un gran numero di prodotti frutto di diverse partnership con attori importanti sul mercato: tra gli altri Blackstone e Peninsula, passando per Gellify e P101.
Le principali operazioni su Pmi italiane di valore
Negli anni Azimut Libera Impresa Sgr ha condotto diverse operazioni, che hanno tutte come filo conduttore l’investimento nelle imprese italiane più promettenti. “Con il nostro fondo Demos, che ha una dotazione di 300 milioni di euro, abbiamo investito in Isola Dei Tesori, una catena di negozi specializzati in prodotti e servizi per gli animali da compagnia. È un’azienda da 170 milioni di fatturato, di cui abbiamo rilevato il 75% insieme a Peninsula. Siamo entrati per sostenerne la crescita organica, sviluppare l’e-commerce e avviare una campagna di acquisizioni di catene più piccole”.
Sempre con Demos, nel 2021, il gruppo ha investito in Sicer, azienda modenese attiva da oltre un quarto di secolo nella produzione di materiali vetrificati per le superfici ceramiche, sia industriali che artistiche. “È un’azienda che sta crescendo tanto, noi siamo entrati con una quota di maggioranza per favorirne la crescita organica e la penetrazione in nuovi mercati. Loro erano già presenti all’estero in alcuni paesi, come India e Messico, noi abbiamo favorito l’acquisizione di una realtà in Spagna con l’obiettivo di consolidare la sua presenza all’estero”.
Un altro importante investimento è stato quello in Induplast, società bergamasca leader nel packaging di alta gamma per il settore della cosmesi. “Tutti i più grandi player di questa industria sono nel suo portafoglio clienti. Al momento è tra le realtà più importanti in Italia, noi vogliamo fare in modo che lo diventi anche all’estero attraverso una politica di acquisizioni”.
Oltre a queste operazioni, nel corso del 2021 ce ne sono state altre con il fondo Ophelia, nato per investimenti di minoranza o coinvestimenti. Tra queste c’è l’acquisizione di Albert, società specializzata nella commercializzazione di ingredienti per il gelato artigianale e per prodotti di pasticceria. Oppure il deal per rilevare il 55% della società di prodotti per la termocosmesi e la ginecologia Cieffe Derma.
La partnership con Mamacrowd
Attraverso il fondo Alicrowd è stata poi varata la partnership con la piattaforma di equity crowdfunding Mamacrowd, di cui Azimut ha rilevato di recente la quota di maggioranza. “Con questo nostro fondo investiamo in società in fase embrionale, anche grazie al capitale raccolto sul portale Mamacrowd. Siamo attivi poi anche con il fondo Italia 500, il primo fondo di venture capital creato per la clientela retail in partnership con P101, e con Azimut Digitech Fund, fondo creato in partnership con Gellify che investe in startup nel mondo Saas (software as a service), con l’obiettivo di valorizzare nuove eccellenze italiane”.
È stato poi lanciato il fondo Infrastrutture per la crescita – Esg, un comparto di investimento alternativo, Immobiliare Italiano, non quotato, riservato agli istituzionali, che investe in infrastrutture sociali con il fine di avere un impatto sull’ambiente e sulla società con un approccio Esg.
“La nostra tabella di marcia, come Azimut Libera Impresa, è di continuare a crescere dal punto di vista dei fondi e delle deleghe di gestione. A livello di gruppo siamo partiti con un obiettivo del 15% di asset allocation dei nostri clienti. Oggi però puntiamo a un raddoppio di questa quota. Per cui prevediamo, al 2024, di andare ben oltre i dieci miliardi che ci eravamo prefissati. Infine, oltre a Italia e Stati Uniti, ci piacerebbe completare la nostra visione globale degli investimenti in economia reale guardando all’Asia”.
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