Nella maggior parte dei casi, le criptovalute non hanno ancora trovato il favore dei più ricchi al mondo. Anzi, alcuni dei più grandi dei miliardari le criticano duramente, come Warren Buffett, il presidente e ceo della Berkshire Hathaway, Bill Gates, cofondatore di Microsoft, e Jamie Dimon, ceo di JPMorgan. I quali si si sono dimostrati scettici o addirittura contrari agli asset digital come Bitcoin ed Ethereum.
L’avversione dei miliardari per le criptovalute
“Anche se mi offrissi tutti i Bitcoin del mondo per 25 dollari, comunque non li prenderei”. Così, proprio Warren Buffett, uno dei più grandi investitori al mondo, nonché la quinta persona più ricca al mondo secondo Forbes con un patrimonio di 113 miliardi di dollari, ha sottolineato qual è il suo pensiero sui Bitcoin, durante la riunione annuale degli azionisti di Berkshire Hathaway a maggio.
Intanto, a maggio, Bill Gates ha rivelato che evita le valute digitali perché non “rientrano come investimenti per una società”, e ha messo in guardia tutti gli investitori sui rischi connessi. “Se hai meno soldi di Elon Musk, dovresti probabilmente stare attento”, ha detto in precedenza.
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Eppure, la resistenza dei miliardari alle criptovalute non è realmente così diffusa. Secondo un recente sondaggio di Forbes, quasi il 30% delle 65 persone più ricche al mondo ha dichiarato di aver investito direttamente o indirettamente in criptovalute. Si tratta di una quota più alta di quella registrata tra gli investitori non miliardari. Infatti, secondo uno studio Pew Research diffuso alla fine 2021, è emerso che la percentuale degli adulti americani che aveva investito in criptovalute era pari al 16%. Mentre, un sondaggio della NBC News effettuato su 1.000 americani e pubblicato a marzo, aveva rivelato che il 20% aveva investito, scambiato o utilizzato criptovalute.
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I miliardari e le criptovalute
Dei miliardari intervistati, circa il 18% ha rivelato che il suo patrimonio è composto almeno per l’1% da criptovalute. E la maggior parte di loro li sta investendo come un piccolo esperimento secondario. L’80% degli investitori in criptovalute ha affermato di aver investito meno del 10% della propria ricchezza in questo modo, mentre il 3,2% dei miliardari intervistati ha affermato di aver investito più della metà delle proprie fortune in criptovalute. Un altro 10%, invece, ha affermato di non aver investito direttamente in criptovalute, ma di aver sostenuto società focalizzate sulle criptovalute.
Sam Bankman-Fried, cofondatore e ceo dell’exchange di criptovalute FTX, nonché uno dei pochi miliardari che ha preferito rendere pubblico il suo nome nel sondaggio, ha detto a Forbes che il suo patrimonio netto di 20,6 miliardi di dollari è composto tra il 76% e il 100% in criptovalute (peraltro, quasi tutta la sua ricchezza è racchiusa nella sua partecipazione in FTX e nella sua proprietà di FTT, che sono token FTX).
Bankman-Fried è uno dei 19 miliardari presenti nella nostra classifica annuale pubblicata ad aprile che non solo sostiene le società di criptovalute, ma che deve gran parte delle sue fortune proprio alle criptovalute. Tra questi, infatti, spiccano anche i cofondatori di Coinbase Brian Armstrong e Fred Ehrsam, e il cofondatore di Microstrategy Michael Saylor. C’è da dire però che negli ultimi mesi i loro patrimoni sono precipitati.
“Preferisco avere banane che criptovalute”
Anche se alcuni rimangano apertamente contrari, un numero crescente di miliardari è entrato nel mondo delle valute alternative, anche invertendo la propria considerazione degli ultimi anni. Ne è un chiaro esempio, l’investitore miliardario e proprietario dei Dallas Mavericks, Mark Cuban, che, nel 2019, disse scherzando che avrebbe “preferito avere le banane che i Bitcoin”.
Da quel momento, però, oltre ad aver sviluppato un portafoglio diversificato di Bitcoin, Ethereum, token non fungibili (Nft) e altro ancora, continua a sostenere pubblicamente gli investimenti in criptovalute, anche quando le quotazioni crollano. “Non è diverso dall’investire in azioni, obbligazioni, o altri asset. I tassi di interesse salgono, le attività di rischio scendono”, ha detto Cuban a Forbes in una e-mail martedì. “I miei investimenti in titoli tecnologici hanno ottenuto risultati peggiori rispetto alle mie criptovalute”.
Accettazione e disponibilità di soldi
Poi ci sono i miliardari che, anche se hanno cambiato idea, rimangono comunque molto cauti nell’affermarlo. John Sobrato, il magnate immobiliare di Sobrato, società con sede in California che affitta uffici a clienti come Netflix, ha affermato di aver investito nel quarto fondo criypto della società di venture capital Andreessen Horowitz della Silicon Valley. Fondo che è stato annunciato a giugno e che ha raccolto 4,5 miliardi di dollari per società di criptovaluta e Web3. Era il suo modo di farsi coinvolgere nel mondo del criptovalute evitando al tempo stesso “di fare analisi e di mettere la testa in un asset class che non capiamo”, ha detto Sobrato.
Omid Malekan, professore associato presso la Columbia University Business School e autore di numerosi libri sull’industria delle criptovalute, ha affermato che questo cambiamento tra i miliardari potrebbe essere attribuito a un aumento generale dell’accettazione e della disponibilità delle criptovalute. “Vedendo che i player finanziari tradizionali e le società fintech sono sempre più coinvolti… , sta diventando più facile per le persone”, ha detto Malekan.
Inoltre, sostiene che i miliardari hanno deciso di sperimentare con le criptovalute e, ovviamente, hanno le risorse per farlo. “Immagino che uno dei modi per diventare miliardario è avere una mente aperta”, ha detto Malekan. Escludendo personaggi come Dimon e Buffett che hanno fatto carriera soprattutto grazie agli attuali modelli bancari, è decisamente irrilevante per un miliardario investire qualche milione di dollari in criptovalute, ha aggiunto. “Non sono così preoccupati se il prezzo del Bitcoin cambierà il prossimo mese”.
Ancora tante preoccupazioni
Tuttavia, molti miliardari non posseggono criptovalute neanche come un esperimento. “Credo che la criptovaluta sia troppo volatile per gli investimenti, e un investimento ragionevole si basa su qualcosa di più stabile”, ha affermato Jim Thompson, il miliardario di Hong Kong della Crown Worldwide, una delle più grandi società private di trasloco al mondo.
Anche David Hoffman, uno dei più costruttori immobiliari della città Naples, in Florida, che ha un patrimonio di circa 1,3 miliardi di dollari, ha espresso preoccupazioni simili. Affermando che tema di svegliarsi un giorno e vedere che le “criptovalute” sono scomparse. “Non credo che sostituiranno mai il dollaro”, ha detto Hoffman a Forbes, aggiungendo: “Quando ho visto Jamie Dimon e Warren Buffett hanno deciso di non appoggiare le criptovalute, è indubbio che hanno influenzato in modo decisivo il mio pensiero”.
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