Il rischio recessione e lo scenario internazionale caratterizzato da una forte instabilità inquietano le aziende, che ricorrono a contromisure per ridurre i costi. Ha iniziato Elon Musk, ceo e fondatore di Tesla, con l’annuncio del taglio del 10% dei dipendenti (esclusi quelli del settore manifatturiero), seguito poi dopo pochi giorni da Brian Armstrong, ceo di Coinbase, che ha deciso di licenziare il 18% della forza lavoro.
Anche nel settore immobiliare l’incertezza degli scenari economici spaventa le società: Compass e Redfin hanno annunciato riduzioni del personale rispettivamente del 10% e dell’8%. Tra le aziende colpite dall’instabilità economica c’è anche la fintech svedese Klarna, che ha fatto sapere che licenzierà il 10% dei suoi settemila dipendenti. A questa lista si aggiunge Spotify che, attraverso le parole del suo amministratore delegato, Daniel Ek, ha comunicato ai dipendenti che sarà costretta a ridurre il tasso delle assunzioni del 25%.
La mail di Daniel Ek
In un’e-mail ai dipendenti, Ek ha annunciato che la società assumerà comunque nuovi dipendenti, ma che “nei prossimi trimestri rallenterà il ritmo delle assunzioni e che sarà un po’ più prudente”. Spotify, alla fine primo trimestre del 2022, aveva 8.230 dipendenti e 422 milioni di utenti attivi ogni mese.
La scorsa settimana il cfo, Paul Vogel, ha comunicato agli investitori che Spotify stava tenendo sotto controllo “la crescente incertezza dell’economia globale” e stava “valutando il tasso di crescita del personale nel breve periodo”. Vogel aveva inoltre dichiarato che il contesto economico non aveva ancora avuto impatti sull’attività dell’azienda.
Nonostante la crescita degli utenti, i dirigenti di Spotify hanno spiegato agli investitori che alcuni servizi, come il podcasting, non sono ancora redditizie, in quanto in fase di investimento. Il programma del podcasting, come riporta Forbes, ha raccolto un miliardo di dollari.
Binance va nella direzione opposta
Va in controtendenza Binance che, poco dopo l’annuncio di Coinbase, ha comunicato di voler assumere duemila dipendenti. I professionisti che possono lavorare in una società di criptovalute rimangono molto richiesti: negli Stati Uniti, la disoccupazione totale è al 3,9%, ma, come riporta Business Insider, scende fino all’1,5% per i programmatori informatici e allo 0,6% per gli sviluppatori di software.
A spingere le aziende a licenziare una quota considerevole di lavoratori non ci sono solo l’inflazione all’8,6% e il mercato azionario al ribasso. Il mondo tech si trova infatti a fare i conti con le conseguenze del gran numero di assunzioni fatte durante la pandemia. Quando le restrizioni costringevano la popolazione a stare in casa, il settore incontrava invece un forte incremento della domanda. Ora che la situazione sembra aver trovato un equilibrio, i dirigenti stanno ricorrendo al taglio della forza lavoro per non rimanere vittime della recessione.
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