Articolo tratto dal numero di gennaio 2023 di Forbes Italia. Abbonati!
“Crediamo che non possa esserci un vero progresso senza una maggiore partecipazione delle donne all’economia, alla società, al mercato del lavoro. I dati però ci confermano che c’è ancora tanto da fare”.
Sono state queste le parole di esordio di Giacomo Gigantiello, amministratore delegato del gruppo assicurativo Axa Italia, nel presentare lo scorso 24 novembre il primo Angels for Women Forum by Axa presso il PalAxa di Milano.
Un confronto sull’attività imprenditoriale al femminile
L’appuntamento ha acceso i riflettori su quello che è oggi il primo network di business angel al femminile a livello nazionale (e il quarto per numero di soci) con un focus specifico sull’imprenditoria
femminile in Italia, fondato nel 2018 da Axa Italia e Impact Hub Società Benefit, per supportare imprese e startup innovative a elevato potenziale di crescita. Accanto a Gigantiello, la presenza di Stefania Quaini, managing director di Angels for Women.
Insieme hanno coinvolto numerosi attori chiave dell’ecosistema dell’innovazione e dell’angel investing in un confronto attivo sulla situazione. Che ci sia molto da fare e che sia fondamentale parlarne è un dato di fatto e lo dicono i numeri. Soltanto un’attività imprenditoriale su sei è guidata da una donna. La presenza femminile nelle startup è addirittura più ridotta che nelle aziende: le startup innovative a prevalenza femminile sono infatti solo il 13,4% del totale a fronte del 20,6% osservato, prendendo in esame l’universo delle neo-società di capitali.
Per non parlare del fatto che, in Italia, quasi quattro donne su dieci (37) non hanno un reddito personale. Al Sud e nelle isole questa percentuale, già allarmante, aumenta ancora: quasi una donna su due (46%) dipende dal marito o dal compagno, secondo i dati di una ricerca Episteme.
Argomenti affrontati e sviscerati grazie al contributo delle analisi di Azzurra Rinaldi, direttrice della School of Gender Economics, Università degli Studi di Roma – Unitelma Sapienza, sull’evoluzione dell’imprenditoria femminile negli ultimi anni e sul rapporto tra donne e denaro nella società contemporanea.
Un enorme capitale umano a disposizione
Eppure la fotografia del milione e 340mila imprese guidate da donne (il 22% del totale) che emergeva dall’ultimo Rapporto sull’imprenditoria femminile in Italia realizzato da Unioncamere nel 2021 le mostra tenaci e pronte a mettersi in gioco.
Quindi c’è un enorme capitale umano che non riesce a esprimersi come vorrebbe e che non trova spazio. Prova ne sono stati i due anni di emergenza sanitaria: hanno rallentato i ritmi di crescita delle imprese femminili, continuando a pesare sulla voglia delle donne di mettersi in proprio o di lavorare.
È senza dubbio ancora lunga la strada per eliminare il gender gap nel mondo lavorativo, nonostante siano ormai sempre più numerosi gli studi internazionali che osservano la correlazione positiva tra imprenditoria femminile e livello di innovazione ad alto valore economico.
“Condividere esperienze e competenze e unire le forze per incoraggiare, con azioni concrete, un cambiamento per una società più inclusiva e dunque più sostenibile è fondamentale”, ha chiarito Gigantiello.
E ha precisato: “Questo nostro network intende dare ulteriore impulso all’empowerment femminile in Italia, nella consapevolezza che l’equità di genere possa essere raggiunta attraverso la valorizzazione e il sostegno del talento delle donne nel mondo del lavoro e una sempre più viva interlocuzione tra tutti gli attori dell’ecosistema”.
Angels for Women Forum: un network in crescita
In occasione dell’evento c’è infatti stato lo spazio per un talk tra alcuni dei protagonisti dell’innovazione e dell’angel investing in Italia e casi imprenditoriali di successo, proprio per fare il punto sugli ostacoli ancora da superare e sulle leve di sviluppo dell’ecosistema dell’innovazione.
Erano presenti in sala: Paola Bonomo, consigliere indipendente, advisor e business angel; Giancarlo Rocchietti, presidente e fondatore del Club degli Investitori; Antonella Grassigli, ceo e co-founder di Doorway, Tiziana Monterisi, ceo e co-founder di RiceHouse; Silvia Wang, ceo e co-founder di Serenis e già founder della startup ProntoPro.
Dal lancio a fine 2018, sono state numerose le azioni concrete messe in campo da A4W. In poco tempo sono stati realizzati investimenti in 9 startup per un totale di circa 610mila euro. Anche il network è in costante crescita e conta oggi 75 business angel, provenienti da diversi settori e con competenze trasversali.
Un interesse crescente per il network testimoniato anche dal record di candidature: 44 quelle registrate dall’associazione lo scorso ottobre. “Sono molto felice di questo primo A4W Forum organizzato insieme ad Axa Italia”, ha proseguito Quaini.
L’importanza di iniziative concrete
Ha aggiunto: “Penso sia stata un’occasione di grande valore che ci ha dato l’opportunità di ribadire l’importanza del lavoro da fare per riuscire a raggiungere un maggior equilibrio di genere nel mondo imprenditoriale. Nonostante ci siano ancora ostacoli da superare, preferisco essere ottimista! Angels for Women, nato quattro anni fa, ha visto una crescita sostanziale sia del network sia delle candidature e nella qualità del deal flow, tanto da attestarsi oggi come player di riferimento per gli investimenti in startup a leadership femminile e nel presidiare a livello nazionale il tema delle diseguaglianze di genere, laddove in Europa cresce sempre di più l’impegno in questa direzione. Un plauso dunque alla lungimiranza di Axa Italia, di Impact Hub SB e delle 20 business angel che nel 2018 hanno fondato Angels for Women”.
Infine, un dato su tutti. Secondo uno studio di Boston Consulting le aziende con donne fondatrici generano entrate maggiori di 2,5 volte per ogni dollaro investito rispetto a quelle guidate da uomini. Un ritorno sull’investimento superiore del 35% e il doppio delle entrate delle loro controparti maschili a parità di investimento.
Per liberare questo potenziale, quindi, “servono iniziative concrete, come questa. Network
di business angels, gruppi di finanziatori, e più in generale serve il contributo di tutti gli attori dell’ecosistema: imprese, istituzioni, startup, fondi di investimento, assicurazioni, società civile. E lavorare sui role model”, ha commentato ancora Gigantiello.
Che ha concluso con una nota personale: “Negli anni ’60 mia madre è stata una delle prime donne a fare la pediatra nel Sud Italia. Non era un’imprenditrice nel senso stretto del termine ma per affermarsi in un mondo di uomini, come professionista ha dovuto investire su stessa e coltivare la propria ambizione con tenacia. Per me è stata di grande ispirazione”.
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