I dipendenti senior di Credit Suisse si preparano a citare in giudizio l’autorità di vigilanza finanziaria svizzera per centinaia di milioni di dollari di bonus annullati, dopo che la banca è stata frettolosamente salvata dalla rivale Ubs all’inizio di quest’anno.
Lo ha riportato lunedì il Financial Times, aggiungendosi alle ingenti ricadute legali dell’operazione mentre le due banche lavorano per finalizzare la fusione.
Aspetti principali
- I top manager di Credit Suisse si stanno preparando a citare in giudizio l’Autorità svizzera di vigilanza sui mercati finanziari, Finma, per la decisione di cancellare oltre 400 milioni di dollari di bonus in seguito al salvataggio della banca da parte di Ubs, come riporta il Financial Times, citando diverse persone a conoscenza della questione.
- Il problema deriva dalla decisione delle autorità svizzere di cancellare circa 17 miliardi di dollari di obbligazioni come parte del salvataggio di emergenza, che si è rivelata una delle parti più controverse dell’operazione e fonte di numerose sfide legali.
- Il debito, ora cancellato, ha contribuito a determinare il valore di parte dei bonus assegnati a migliaia di banchieri senior del Credit Suisse, che in genere maturano dopo diversi anni e alcuni risalgono addirittura al 2014.
- Secondo il Financial Times, i dirigenti della banca hanno già contattato due degli studi legali già impegnati a fare causa alla Finma per conto degli investitori di Credit Suisse, Quinn Emanuel e Pallas, per intraprendere un’azione legale anche a loro nome.
- Non è ancora chiaro se la situazione del dipendente giustifichi un caso a sé stante o se possa aggiungersi alle cause già in corso, hanno dichiarato gli avvocati al FT.
- Una persona coinvolta ha dichiarato al giornale che c’è “molta sovrapposizione” ma che le posizioni non sono “esattamente le stesse”.
L’acquisizione di Ubs
A marzo Ubs ha accettato di acquistare Credit Suisse per 3,2 miliardi di dollari. L’accordo, mediato dal governo svizzero in mezzo alle preoccupazioni che i problemi della banca potessero far precipitare una crisi finanziaria più ampia, ha rappresentato uno sconto enorme rispetto al valore di Credit Suisse.
Ubs ha avvertito che si è trattato di un affare affrettato che le ha dato poche possibilità di condurre la due diligence che una fusione di questo tipo richiederebbe.
I mercati si sono mossi e gli investitori si sono irritati quando le autorità svizzere si sono discostate dalla prassi standard di dare priorità agli obbligazionisti rispetto agli azionisti per un eventuale rimborso, cancellando miliardi di obbligazioni della banca prima di svalutare le sue azioni.
La decisione, difesa dal regolatore svizzero, ha scatenato un’ondata di contenziosi, anche da parte degli obbligazionisti.
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