Articolo tratto dal numero di settembre 2023 di Forbes Italia. Abbonati!
Una storia di passione, competenza e lungimiranza, iniziata negli anni ‘50 e arrivata fino ai giorni nostri attraverso scelte vincenti. Schenk Italian Wineries, una delle principali realtà vitivinicole italiane, dà continuità al suo progetto puntando su vini di qualità e sostenibilità.
L’azienda, fondata nel 1952 a Reggio Emilia ma che dal 1960 ha sede a Ora, in provincia di Bolzano, dove è nata la prima cantina legata al territorio di produzione, ha chiuso il 2022 con numeri importanti: 140 milioni di euro di fatturato e 55 milioni di bottiglie prodotte, con una crescita del 7% per una realtà che possiede le tenute Bacio della Luna a Vidor-Valdobbiadene, Lunadoro a Montepulciano e Masso Antico nel Salento.
La sostenibilità
L’impresa punta da tempo sulla sostenibilità per portare valore aggiunto a un processo produttivo d’eccellenza. “È un tema fondamentale per noi”, sottolinea Roberta Deflorian, sales & marketing director dell’azienda. “Nel 2020 siamo stati i primi nella zona a ottenere la certificazione Equalitas (sostenibilità ambientale, sociale ed economica) e abbiamo proseguito su questa strada negli anni successivi, con l’introduzione di nuove tecnologie utili a rendere ogni processo più performante, sia in cantina che in produzione, con un’attenzione particolare per il riciclo dell’acqua, la digitalizzazione dei processi produttivi, la scelta di materie prime riciclabili e l’utilizzo dell’energia solare, grazie all’installazione di pannelli fotovoltaici sul tetto della cantina nel 2023.
Questo ha portato, nel periodo 2019-2022, a un risparmio energetico del 13,7% e idrico del 26,7%. In parallelo abbiamo portato avanti un’azione di sostenibilità sociale nei confronti dei dipendenti, di associazioni sportive, istituiti di ricerca e università del territorio. Guardando al triennio 2024-2026, per continuare il nostro percorso green abbiamo già programmato diversi interventi in cantina, quali il calcolo dell’impronta carbonica e di quella idrica”.
Il Bacio della Luna
Un ruolo importante, nella storia di Schenk Italian Wineries, lo ha giocato anche la lungimiranza, esemplificata dalla scelta di acquisire, poco più di dieci anni fa, una cantina per migliorare la propria offerta e puntare su un prodotto specifico. “Bacio della Luna è stata acquisita dal gruppo nel 2011, anticipando la grande richiesta di prosecco e bollicine che sarebbe arrivata dai mercati internazionali e da quello italiano negli anni successivi”, racconta Deflorian.
“In questi anni abbiamo operato numerosi e importanti investimenti, tanto in tecnologia quanto in risorse umane. Innanzitutto un cambio radicale e un ammodernamento dell’aspetto della cantina, ma soprattutto un grande lavoro enologico da parte del nostro team per produrre spumanti di altissima qualità in modo sempre più sostenibile e nel rispetto del territorio che ci ospita, riconosciuto patrimonio dell’umanità dall’Unesco nel 2019. Uno dei punti di forza della cantina è quello di essere situata nel cuore della Docg Valdobbiadene, ai piedi della collina del Cartizze”. Deflorian evidenzia ancora una volta il modus operandi di Schenk: non limitarsi alla semplice acquisizione di una cantina, ma lavorare in modo meticoloso per sfruttarne tutto il potenziale.
Bacio della Luna ha acquisito un ruolo strategico all’interno di Schenk. Dal punto di vista del fatturato, il marchio ha rappresentato nel 2022 un terzo del bilancio consolidato. Dal punto di vista della qualità, Bacio è un piccolo gioiello: vendemmie manuali e selezionate, fermentazioni lente e a temperatura controllata che partono sempre da mosto mantenuto refrigerato tutto l’anno e che permettono di produrre un vino unico, che si riconosce a occhi chiusi.
Che cosa significa lavorare nella zona delle colline di Conegliano e Valdobbiadene e quanto incide il terroir sull’unicità delle uve? “Si tratta di un territorio e di un paesaggio unici, che hanno un ruolo centrale nel determinare il profilo aromatico dei nostri vini”, dichiara Deflorian. “Suoli argillosi e minerali di derivazione dolomitica preservano un vitigno nobile come la Glera, che teme i ristagni d’acqua e necessita di pendenze collinari come quelle della zona di Valdobbiadene per dare il massimo”.
Il prodotto di punta
Tra le etichette prodotte dalla cantina Bacio della Luna merita una menzione il Prosecco Docg Luxury Edition Bacio della Luna. “Dopo il successo della selezione dello scorso anno, legata al decimo anniversario della cantina, abbiamo deciso di ripresentare anche con l’annata 2022 il nostro prodotto di punta: seimila bottiglie numerate di Prosecco Superiore Valdobbiadene Docg, frutto di una piccola particella di vigneti di proprietà”, aggiunge Deflorian. “Uve raccolte a mano, uno charmat lungo con una sosta sui lieviti di circa nove mesi. Punti di forza che ci hanno permesso di realizzare un prodotto di qualità assoluta, punta di diamante della cantina e della denominazione della zona, che oggi proponiamo in una raffinata luxury edition”.
Per altri contenuti iscriviti alla newsletter di Forbes.it CLICCANDO QUI .
Forbes.it è anche su WhatsApp: puoi iscriverti al canale CLICCANDO QUI .