Unboxing Product, l’evento organizzato da Ntt Data, con Tangity – il suo studio di design focalizzato nel supportare la trasformazione delle aziende – si è svolto all’interno della Fondazione Cuoa di Altavilla Vicentina.
Ad assistere all’evento un pubblico di imprenditori, Pmi alternate a grandi industrie. Michela Rossetto, community manager della Fondazione Cuoa ha ricordato l’impegno di una struttura d’eccellenza che ha la fortuna di lavorare in un territorio ricchissimo di imprese e che attira studenti e specializzandi da tutta Italia. Il famigerato ponte tra accademia e imprese, qui sembra finalmente in funzione.
Antonio Grillo, executive design director che guida la practice di design all’interno di Tangity Design Studio, ha fatto il punto citando i due pillar su cui poggia l’attività del team di ricerca e progettazione: “La tecnologia sempre più pervasiva e arricchita dall’Intelligenza Artificiale Generativa, cambia l’esperienza del prodotto, che va ripensato con una visione olistica: prodotto, servizio, business, sistema”.
Le aziende sono chiamate a sorprendere anche in mercati già maturi quali arredamento, bevande, mobilità intelligente e infiniti altri, nei quali la rivoluzione è già incominciata.
Oggi le persone, oltre ai prodotti, che devono evolversi senza perdere il loro Dna offrendo soluzioni innovative, comprano esperienze e servizi. Questo implica una trasformazione riguardo il modo di fare un prodotto e del posizionamento di business. E la tecnologia aiuta a instaurare una relazione più intima con gli utenti, aiutando a capire meglio i propri bisogni.
Grillo oltre alle case history presenti alla giornata di studio ha citato il progetto per e-Distribuzione che reinventa e riordina il parco delle centraline.
“Oggi sono molte le aziende che stanno affrontando questo nuovo modo di creare un prodotto”, ha detto Andrea Arzenton, engagement design director, Manufactoring Sector – Tangity. “È un rinnovato modo di lavorare che richiede non solo nuove capacità, ma un nuovo modo di pensare. Si tratta di un processo dove si mettono da parte le soluzioni pronte, con l’obiettivo di innovare, sperimentando ed esplorando. Questo è un modo di progettare in cui aziende con competenze nell’ambito della tecnologia, dei processi e del design diventano i nuovi partner di riferimento”.
Luca Sacchi che rappresenta il gruppo Piaggio racconta gli sforzi per innovare un settore che ha radici antiche. “La Vespa non è stato il primo scooter in assoluto, ma il prodotto che ha democraticizzato la mobilità, con un prezzo accessibile a tutti. Esisteva uno scooter tedesco che costava l’equivalente di 60.000 euro di oggi!
Occupandosi di “innovazione Strategica” Sacchi ha un ruolo importante e delicato in una azienda fondata sul lavoro di ingegneri meccanici. Le auto stanno cambiando moltissimo ma soprattutto dentro l’abitacolo. Nel settore dove operiamo, dice Sacchi, i processi sono molto lunghi e dobbiamo lavorare con idee a dieci anni. Per Sacchi digitalizzare è soprattutto semplificare.
Di qui il concept sviluppato con Tangity di un nuovo cockpit formato da un unico segnale luminoso, un arco di colore, che sintetizza tutta la segnaletica di cui abbiamo bisogno guidando. Dal livello della batteria, alla velocità, alla temperatura, all’accensione delle frecce.
Andrea Bello del gruppo Lavazza mette in evidenza la difficoltà di inserire interfacce tecnologiche in un settore tradizionale e famigliare come quello del caffè. La necessità è far vivere ai giovani il primo caffè della loro vita come una esperienza interessante e perfino ludica, con un approccio che si avvicina ai videogames. Di qui l’avvio di una strategia d’innovazione che abbraccia ad esempio possibili “New Bar Format”, Vending machine totalmente ripensate, connesse e colorate come slot machine Questa progressiva trasformazione viene facilitata dalla acquisizione della piattaforma francese MaxiCoffee che definisce un cambio di passo nella politica industriale di Lavazza per la quale i canali di vendita disintermediati diventano un pilastro a supporto deila strategia di prodotto digitale. Se oggi riusciamo a ordinare un caffè Lavazza con la voce, attraverso Alexa, è grazie al lavoro compiuto con Tangity.
Fabrizio Vagliasindi parlando di un oggetto semplice e apparentemente “banale” come la sedia ha spiegato l’impegno di un’azienda veneta come Luxy nel creare la poltrona da lavoro Silente.
Una poltrona che integra un particolare poggiatesta ad alta tecnologia in grado di farci lavorare in un ambiente senza usare le cuffie (ci isolano e alla lunga fanno anche male ha chiosato Vagliasindi cresciuto professionalmente in Apple). Silente circonda chi lavora con una “bolla” confortevole che ci permette di fare conversazioni online senza disturbare i colleghi o esserne disturbati. Una risposta allo smartworking che contiene nuove opportunità per reinventare il modo di fare prodotti grazie all’introduzione di nuove competenze produttive, la definizione di nuove partnership industriali, l’adozione di nuovi possibili modelli di pricing.
Venanzio Arquilla professore/imprenditore che lavora al PoliMi ha presentato la case history Narvalo una mascherina che ha travalicato il periodo segnato dalla pandemia.
Ad oggi, assicura Arquilla, è l’unica mascherina FFP3 che offre un sistema certificato per cambiare l’aria al suo interno ed eliminare l’umidità che si crea indossandola.Narvalo nasce nel 2019 dallo spunto di uno studente olandese che presenta la sua idea al dipartimento guidato da Arquilla grazie al quale, trova l’azienda adatta alla sua produzione. Nella frenesia/panico della pandemia la mascherina inizialmente orientata ad un target di sportivi, va sold out tra la gente comune in rete. Narvalo si trova quindi ad affrontare in breve tempo la necessità di strutturare meglio la propria supply chain ma dopo poco, sul più bello, i riflessi del post pandemia cambiano ancora le tendenze: tutti rifiutano oramai di indossare una mascherina. La versatilità della tecnologia digitale insita nel prodotto, permette a Narvalo di ri-orientarsi nuovamente, ora al mondo della produzione di mascherine come DPI per le aziende: dotate di sensoristica per monitorare l’effettivo utilizzo da parte degli addetti e il lo stato di salute, diviene un nuovo caso di successo. Dell’esperienza tutti hanno fatto tesoro, imparato dagli errori, e dato al mercato un prodotto che risolve svariati problemi. Un caso complesso che -sulla dinamica delle startup- insegna più di dieci libri.
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