Il titolo di WeWork, l’azienda che qualche anno fa è stata pioniera degli spazi di co-working e oggi è in crisi, ha perso più del 50% mercoledì. Il crollo è arrivato dopo la pubblicazione di notizie secondo cui la società potrebbe dichiarare bancarotta già la prossima settimana.
I fatti chiave
- Il prezzo raggiunto dalle azioni mercoledì rappresenta un record negativo per WeWork, che un tempo era una beniamina di Wall Street ed era valutata circa 47 miliardi di dollari.
- Il prezzo delle azioni è precipitato fino a 1,12 dollari poco dopo le 2 del pomeriggio di mercoledì. La capitalizzazione di mercato dell’azienda è scesa a circa 59 milioni: meno dello 0,13% del picco raggiunto nel 2019.
- Il crollo è arrivato dopo che il Wall Street Journal, citando fonti anonime informate sulla vicenda, martedì ha scritto che la società ha in programma di dichiarare bancarotta già la prossima settimana.
- WeWork, secondo il Wsj, non ha pagato gli interessi dovuti agli obbligazionisti il 2 ottobre. Aveva quindi tempo fino al termine di un periodo di grazia di 30 giorni per effettuare i pagamenti o andare in default. Tuttavia, martedì WeWork e gli obbligazionisti hanno raggiunto un accordo che concede all’azienda altri sette giorni per negoziare, prima di far scattare il default.
- Forbes ha contattato WeWork per un commento, ma non ha ancora ricevuto risposta.
La crisi di WeWork
La rivelazione del Wsj non è stata il primo segnale di difficoltà per WeWork. Ad agosto l’azienda ha rilasciato una dichiarazione in cui riconosceva che c’erano “dubbi sostanziali” sulla sua capacità di rimanere in attività, a causa di “un leggero calo degli abbonati” e della “crescente competizione”. La società ha dato la colpa al mercato immobiliare, che ha visto un aumento dell’offerta e ha fornito così più opzioni ai consumatori.
Nel semestre che si è concluso a giugno WeWork ha registrato una perdita netta di 696 milioni di dollari. Ad agosto ha vissuto inoltre turbolenze nel suo consiglio di amministrazione, quando, secondo documenti depositati alla Securities and Exchange Commission (la Consob statunitense), tre dirigenti si sono dimessi in disaccordo sulla governance e sulla direzione strategica.
Il contesto
La caduta in disgrazia di WeWork è in corso da anni. L’azienda è diventata la sesta startup di maggiore valore al mondo nel 2017, quando in soli tre mesi, da luglio a settembre, raccolse 4,4 miliardi di dollari. A gennaio 2019 raggiunse una valutazione di 47 miliardi. La pandemia da Covid-19, che ha svuotato gli uffici nella primavera del 2020, e le difficoltà del mercato immobiliare hanno però colpito i bilanci della società, che non si è mai ripresa del tutto.
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