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a cura di Emmanuel Raptopoulos, regional president di Sap
Poco prima dell’apertura della Cop28 a Dubai, è stato annunciato che il 2023 sarà probabilmente l’anno più caldo della storia. Siamo a metà strada nel percorso di decarbonizzazione entro il 2030. E c’è ancora molto da fare: il numero di aziende che esprimono obiettivi di net zero è aumentato, ma solo il 4% soddisfa i criteri stabiliti dalle Nazioni Unite.
Sap e la tecnologia
Tra i temi trasversali per la Cop di quest’anno c’è il ruolo cruciale giocato dalla tecnologia che ci aiuterà a rispettare i piani di Parigi. Ritengo che la tecnologia rappresenti per le imprese il catalizzatore della decarbonizzazione nelle loro operazioni e supply chain. Non solo abbiamo bisogno che i leader riconoscano l’urgenza di ridurre le proprie emissioni per la salute del pianeta, ma stiamo lavorando affinché vedano le enormi opportunità di sviluppo per le loro organizzazioni derivanti dalla trasformazione sostenibile del business e dall’economia a basse emissioni di carbonio.
Abbiamo svolto recentemente una ricerca in 21 paesi che ha coinvolto oltre 4750 business leader, secondo cui il 72% dei rispondenti ritiene che la sostenibilità stia contribuendo a differenziare le loro aziende dai concorrenti. In Italia siamo quasi al 70%, con un 38% di aziende che prevede di aumentare i propri investimenti nelle strategie di sostenibilità nei prossimi tre anni.
Come gestire i dati sulle emissioni
La maggior parte delle imprese utilizza ancora medie e stime per calcolare le proprie emissioni. Dobbiamo imparare rapidamente a usare dati effettivi e verificabili per le emissioni di carbonio. La contabilità del carbonio non ha ancora eguagliato la contabilità finanziaria in termini di complessità, maturità e standard normativi. Dopo tutto, la contabilità finanziaria ha più di 500 anni di storia, mentre la storia della contabilità del carbonio è iniziata circa 25 anni fa con il rilascio del protocollo sui gas a effetto serra nel 1998.
Se le aziende saranno in grado di misurare e condividere dati più precisi sulle emissioni per tutte le attività operative e le supply chain, potranno anche sincronizzare nel tempo i propri dati sulle emissioni con i dati finanziari in una sorta di “registro verde” (green ledger). Ciò consentirà ai responsabili di riferire in modo più accurato sulle emissioni effettive, di prendere decisioni per prodotti e processi a basse emissioni di carbonio e di creare validi modelli di business a tutela del clima.
La sfida della decarbonizzazione
Le aziende e i loro partner devono imparare a collaborare attraverso le supply chain per condividere dati standardizzati sulle emissioni di carbonio. Questa collaborazione è fondamentale per un’accurata contabilizzazione delle emissioni dello Scope 3, che rappresenta spesso la quota maggiore dell’impronta complessiva di un’organizzazione, ma permette anche alle imprese di individuare meglio nuove opportunità per una regolamentazione del settore più efficace in materia di clima.
Usare dati migliori da soli non è sufficiente per ottenere zero emissioni. Nessuna azienda può affrontare da sola la sfida della decarbonizzazione. Questi modelli collaborativi possono facilitare ad esempio l’utilizzo di nuove fonti energetiche e la riduzione dell’uso e degli sprechi dei materiali.
Aumentare gli investimenti in energie rinnovabili
Sono d’accordo con i ceo, che rappresentano 12 milioni di dipendenti e 4 trilioni di dollari di fatturato, che stanno invitando i leader mondiali della Cop28 a dare il buon esempio. Chiediamo ai governi di aumentare gli investimenti in energie rinnovabili, semplificando allo stesso tempo i processi di autorizzazione e di regolamentazione, e di agire per primi garantendo che le pratiche di approvvigionamento pubblico diventino molto più sostenibili.
Sap è firmataria della Global Renewables Alliance, che comprende oltre 200 organizzazioni che propongono un obiettivo per la Cop28 che triplicherebbe il consumo di energia rinnovabile a 11.000 gigawatt entro il 2030. Sosteniamo anche la dichiarazione di Nuova Delhi, che chiede di triplicare la capacità globale di energia rinnovabile entro il 2030 e di raggiungere lo zero entro il 2050. Inoltre, ci siamo impegnati all’interno della Glasgow Financial Alliance for Net Zero (GFANZ), che cerca 100 trilioni di dollari in investimenti nel settore privato per raggiungere le emissioni net-zero entro la metà del secolo.
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