A vederlo, esposto in una vetrinetta ben protetta, al Mobile World Congress di Barcellona, il Samsung Galaxy Ring potrebbe essere confuso con un banale prodotto di bigiotteria, di quelli che i fidanzatini si scambiano con il cuore in gola. Ma il cerchietto che dovremmo infilarci al dito per monitorare la qualità del nostro sonno ha un respiro molto più grande: quello della divisione della Samsung che si occupa di digital health e che dispone di miliardi di dollari per la ricerca e lo sviluppo dei suoi device, che siano smart tv, smartphone, smartwatch e, appunto, anelli intelligenti.
I signori degli anelli
Il responsabile di questa divisione, Hon Pak, un medico sudcoreano che lavora da tempo in Samsung, contestualizza l’anello all’interno di una piattaforma che Samsung dedica alla salute e sulla quale confluiscono i dati immagazzinati dai suoi dispositivi. Le voci che corrono tra i delegati del maggior evento mondiale dedicato al mobile (oltre 100mila delegati e 2.400 espositori) parlano di un progetto ancora top secret della Apple, che starebbe studiando qualcosa di simile a un anello.
E qualcuno allarga il campo delle possibilità citando gli investimenti di Sam Altman, ceo di OpenAI, per creare un qualcosa da mettersi addosso per ricevere tutti i servizi in voce di ChatGPT. Sarà un altro anello? Sarà uno spillo magico da appuntarsi al risvolto della giacca, quello su cui lavorano il padre dell’iPhone e dell’Apple Watch, Sir Jony Ive, col suo socio Marc Newson, che Altman ha incaricato di sviluppare una sorta di nuovo ‘iPhone per l’Intelligenza Artificiale’? I soldi non mancano, visto che Masayoshi Son, fondatore di Softbank, ha messo disposizione del progetto 1 miliardo di dollari.
Com’è fatto l’anello Samsung
L’anello della Samsung sarà realizzato in titanio e sarà disponibile (forse) entro l’estate in tre colori. Gli ingegneri e i designer sono riusciti a nascondere dentro un oggetto così piccolo una serie di sensori che promettono di monitorare parametri come la frequenza cardiaca, la temperatura corporea e l’ossigenazione del sangue. Il Galaxy Ring non è il primo prodotto che si fa carico di questo lavoro: è sul mercato da tempo Oura, un anello che fa a meno delle notifiche che arrivano sugli smartwatch perché i dati si possono consultare sull’app dedicata. Le buone intenzioni dei produttori devono però ricevere l’approvazione degli enti preposti. E qui cominciano i problemi.
La Fda (Food and Drug Administration), l’ente governativo statunitense che regola i farmaci, ha diffuso un’informativa in cui si afferma: “Avvetiamo i consumatori, i pazienti e gli operatori sanitari che la nostra agenzia non ha autorizzato e approvato nessuno smartwatch o anello smart destinato a misurare o stimare i valori della glicemia su proprio dispositivo”. Chi si fida dei gadget, in sintesi, lo fa suo rischio.
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