Le competenze del futuro saranno caratterizzate da una fusione tra conoscenze tecniche e trasversali, con una forte enfasi sulle capacità relazionali e di adattamento al cambiamento. E’ quanto emerge dall’ultima ricerca presentata da Intesa Sanpaolo “Rethinking Competencies in Twin Transitions”, nuovo report di Look4ward, l’Osservatorio permanente sulle competenze del futuro che la Banca conduce in collaborazione con l’Università LUISS Guido Carli e in partnership con Siref Fiduciaria, Accenture e Digit’Ed.
Lo studio si concentra sulle competenze conseguenti alle transizioni digitale e green, definite dalla Commissione Europea “le twin transition”. La capacità di anticipare i grandi cambiamenti portati da queste due transizioni e di adattarvisi rapidamente è uno degli elementi su cui si giocherà la competitività delle imprese e dei Paesi nei prossimi anni.
“In un mondo in costante evoluzione, caratterizzato da un’accelerazione dei cambiamenti senza precedenti, ci troviamo di fronte a sfide globali guidate da trend trasformativi della società”, ha dichiarato Elisa Zambito Marsala, responsabile Education Ecosystem and Global Value Programs Intesa Sanpaolo.
“Look4ward si pone l’obiettivo primario di individuare i fabbisogni di nuove competenze e di rigenerazione di skills tradizionali in settori strategici, necessari per adeguarsi alle trasformazioni aziendali in corso e ai nuovi business. L’obiettivo è creare azioni e modelli di intervento formativo di innovazione e sostenibilità che generino al contempo valore per le imprese e la creazione di nuove opportunità per il Paese”.
L’impegno di Intesa Sanpaolo
Su impulso di Carlo Messina, ceo e consigliere delegato di Intesa Sanpaolo, la banca è all’avanguardia nella formazione continua e nella riqualificazione delle persone verso le nuove professioni richieste dall’introduzione della tecnologia digitale e nello sviluppo delle nuove modalità di lavoro attente alle esigenze delle persone, al potenziamento delle soft skills e a un approccio collaborativo.
Il gruppo supporta le imprese clienti in queste delicate transizioni che stanno ridefinendo gli scenari competitivi a livello globale e che richiedono nuovi modelli interpretativi e predittivi anche rispetto al mondo del lavoro e della formazione.
Il bisogno di modelli organizzativi flessibili
Lo studio, condotto dal prof. Paolo Boccardelli, direttore del Centro di Ricerca in Strategic Change “Franco Fontana” dell’Università Luiss Guido, analizza l’approccio strategico di ad e responsabili Hr di Pmi e grandi imprese in otto settori (ospitalità, agrifood, energia, sociosanitario, bancario, IT, silver economy, blue economy), con l’obiettivo di fornire una guida alla comprensione delle sfide e delle opportunità delle twin transition e dei suoi impatti sui profili professionali a supporto delle decisioni aziendali, nell’individuazione di percorsi formativi e nelle strategie di passaggio generazionale.
Le gerarchie rigide non sono più adatte a un contesto in continua evoluzione e le nuove competenze devono potersi esprimere in contesti caratterizzati da modelli organizzativi flessibili e collaborativi che favoriscano l’apprendimento continuo, le capacità relazionali e l’autonomia, anche attraverso la formazione continua e lo sviluppo di nuove competenze.
Fondamentale risulta essere l’esercizio di una nuova leadership, la capacità di un manager di agire come facilitatore, prestando attenzione alla cura delle relazioni, attraverso una leadership basata sul noi piuttosto che sulla centralità del singolo.
Secondo lo studio, questo approccio permetterà l’accesso a nuovi mercati che la transizione green e digitale apriranno per le aziende capaci di innovare e adattarsi. Le società che si impegnano nelle twin transition sono più attrattive per i clienti, per gli investitori e per i giovani, grazie a una maggiore efficienza e produttività dei processi aziendali.
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