Tecnologia, cambiamenti demografici e ambientali trasformeranno le città e il modo di vivere e lavorare. Uno studio di Randstad Research afferma che nasceranno 125 nuove professioni nelle città del futuro: dal designer di intermodalità all’analista della sostenibilità, dal pianificatore di smart cities al digital twin modelist, fino all’urbanistica circolare e al designer di quartieri per la terza età.
Ma come saranno le città del futuro? Avranno nuove strutture per case e uffici. Anche il settore dei trasporti cambierà: gli spostamenti tra casa e lavoro saranno diversi. Inventeremo nuovi modelli di mobilità per ridurre il traffico. Gli aggregati urbani avranno sempre più persone anziane, sole e a limitata mobilità. Questo porterà ad avere sempre meno edifici scolastici e più servizi per gli over 65.
Lo studio
Con la pandemia e lo smart working la popolazione si è spostata fuori dal centro. La ricerca, che sarà presentata venerdì 5 aprile a Milano, evidenzia che in Italia il 34,9% della popolazione risiede nelle città. Il 49,1% abita nei paesi e nelle periferie. Il 16% nelle aree rurali. Il lavoro da remoto ha spinto professionisti qualificati a spostarsi fuori dal centro, rendendo sempre più alta l’attenzione verso la qualità della vita in ambito lavorativo, sociale e abitativo.
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“Le nuove tendenze della mobilità e della logistica evidenziano una domanda di addetti al coordinamento tra servizi di trasporto pubblico e sharing, designer dell’intermodalità, gestori di servizi di community-based parking”, ha spiegati Emilio Colombo, coordinatore del Comitato scientifico di Randstad Research. “La crescente importanza per la sostenibilità richiede addetti all’efficientamento risorse, bioarchitetti, urbanisti circolari. La digitalizzazione genera domanda di addetti alla telegestione dell’impiantistica o gestori di smart grid. I cambiamenti demografici richiedono specialisti in telemedicina o esperti in realtà virtuale per il benessere cognitivo, ma anche professionisti per coinvolgere i senior”.
Come cambierà la mobilità
Il settore della mobilità sarà tra quelli che cambieranno di più. Per operare nel campo bisognerà conoscere le strategie per la riduzione delle emissioni. Sarà necessario integrare competenze psicologiche, per studiare i comportamenti umani. I dati avranno un ruolo importantissimo per elaborare i piani di mobilità. Crescerà la richiesta di competenze legate alla manutenzione dei nuovi mezzi di trasporto e dunque occorrerà integrare le capacità tradizionali con nozioni di elettronica, elettrotecnica, con la conoscenza del funzionamento dei chip, dei sistemi di gps.
Ecco le professioni del futuro nel campo della mobilità: addetti al bike sharing aziendale; addetti al coordinamento tra servizio di trasporto pubblico e sharing; addetti all’adeguamento della viabilità; addetti alla mappatura e alla diffusione dei punti di ricarica elettrici; addetti allo sviluppo della mobilità integrata per le aree periferiche; amministratori della mobilità intermodale; autisti di elitaxi; autisti di navette per dipendenti; controllori del traffico via drone; costruttori di passerelle ciclopedonali; designer dell’intermodalità; dronisti per le consegne da remoto; esperti di advanced air mobility; gestori del piano comunale per la mobilità sostenibile; gestori del traffico urbano; installatori e manutentori di colonnine per la manutenzione delle biciclette; installatori e manutentori di colonnine per la ricarica elettrica dei veicoli; installatori e manutentori di punti di ricarica per bici elettriche sui treni; installatori e manutentori di servizi di community-based parking; integratori dei servizi di mobilità urbana; manutentori di monopattini elettrici; pianificatori dei trasporti; pianificatori della mobilità urbana; pianificatori di hub multimodali per la mobilità; piloti di droni; progettisti di parcheggi di interscambio.
Stem, stem e ancora stem
Le competenze stem saranno fondamentali per sviluppare soluzioni legate ai nuovi strumenti, come i visori per la realtà aumentata. A queste saranno integrate conoscenze umanistiche su questioni legate all’etica nel campo dell’Intelligenza artificiale.
Ecco le professioni del futuro in ambito tech: addetti al data strategy per la governance; addetti all’amministrazione di sistemi di gestione a distanza; addetti alla protezione dei dati; addetti alla telegestione dell’impiantistica; analisti di big data; architetti di edifici intelligenti; broker delle tecnologie; cyber calamity forecaster; designer di negozi phygital; digital twin modelist; esperti di human centered design; esperti di IA per la mobilità; esperti di telerilevamento e gis; filosofi digitali; gestori comunale di smart grid; installatori e manutentori di impianti di videosorveglianza digitale; installatori e manutentori di microchip smart per il rispetto dei limiti di velocità; installatori e manutentori di sistemi di pagamento contactless con sistemi di riconoscimento del palmo della mano; pianificatori di smart cities; progettisti di piattaforme digitali urbane; programmatori di Ia per lo smistamento dei rifiuti; smart waste manager; specialisti bim; specialisti di edge computing per smart building; sviluppatori di app per la gestione dei condomini.
La demografia
Per quanto riguarda la demografia sarà fondamentale la strategia di assistenza legata all’invecchiamento della popolazione. Le nuove professioni saranno: assistenti agli anziani; consulenti delle risorse umane per forza lavoro multigenerazionale; consulenti finanziari per fondi complementari; designer di quartieri per la terza età; designer di wearables per l’assistenza; educatori per la riqualificazione professionale; esperti in realtà virtuale per il benessere cognitivo; facilitatori dei progetti pubblici di interscambio generazionale; gestori del traffico di navette pubbliche silver; gestori di centri di cohousing; ingegneri bioinformatici per la personalizzazione delle cure mediche; ingegneri di nanotecnologia per la salute; ingegneri di robotica per assistenza personale; mediatore culturale comunale; senior-sitter; specialisti di tecnologie assistenziali; specialisti di telemedicina; specialisti in Ict assistenziale; specialisti in sanità digitale; sviluppatori di tecnologie per l’accessibilità; terapisti dell’intelligenza artificiale per la salute emotiva.
Per questi nuovi lavori “serviranno nuove competenze tecniche negli ambiti della sostenibilità e digitalizzazione, ma integrate in modo trasversale di fronte a professioni sempre più ibride”, aggiunge Colombo. “E poi competenze gestionali per coordinare i progettisti, dare coerenza ai lavori e gestire i cambiamenti. E saranno fondamentali le competenze comunicative a fronte di attività sempre più remotizzabili, automatizzabili e digitalizzabili”.
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