Articolo tratto dal numero di giugno 2024 di Forbes Italia. Abbonati!
Generare benefici per ambiente, territori e persone, con azioni che rendano sempre più green il settore mobilità. È la cifra dell’impegno per la sostenibilità del gruppo Fs, che anticipa al 2040 l’obiettivo net zero (zero emissioni nette), dieci anni prima di quanto chiede l’Unione europea.
Con tappa intermedia al 2030, quando le emissioni dirette e indirette (scope 1 e scope 2) saranno dimezzate e quelle legate alla catena del valore (scope 3) ridotte del 30%. Il gruppo guidato dall’ad Luigi Ferraris vuole promuovere una mobilità collettiva e condivisa, quindi più efficiente dal punto di vista energetico rispetto ai mezzi privati.
L’utilizzo di biocombustibili da parte del gruppo Fs
La società si è posta l’obiettivo di coprire, entro la fine del piano industriale, il 40% del suo fabbisogno energetico attraverso fonti rinnovabili. Fs, intanto, è pronta a usare il biocarburante hvo (hydrotreated vegetable oil). Concluse con successo le prime prove (la sperimentazione è iniziata due anni fa), il biodiesel avanzato che si ottiene da materie prime rinnovabili sarà impiegato sui treni delle linee non elettrificate e sugli autobus.
Hvo abbatte le emissioni di CO2 equivalente di circa l’80%, tenendo conto dell’intero ciclo di vita del combustibile, grazie a basse concentrazioni di poliaromatici e all’assenza di elementi inquinanti come lo zolfo. Fs ha già lanciato la gara per la fornitura, ma è da luglio 2023 che i primi cinque treni di Trenitalia (Blues – treni ibridi a tripla alimentazione – e le motrici Aln) viaggiano regolarmente con biocarburante sui binari della Calabria.
Analoghi test sono stati condotti su autobus Busitalia e la sperimentazione proseguirà su altri convogli. “Il gruppo Fs è all’avanguardia nell’utilizzo dei biocarburanti”, commenta Ferraris, e “i risultati delle sperimentazioni promosse sulle motrici ferroviarie e sugli autobus sono stati molto positivi. Stiamo lavorando per approvvigionarci di biocombustibili per ampliarne l’utilizzo sui cinquemila chilometri di linea ferroviaria ancora non elettrificata. È una tecnologia testata e consolidata, che ci permetterà di ridurre le emissioni, contribuendo alla decarbonizzazione del settore dei trasporti anche nel breve-medio periodo”.
Il progetto del gruppo Fs
Sperimentazioni e iniziative che, da qualche tempo, godono del sostegno garantito dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile, con cui il gruppo Fs ha avviato il progetto ‘La just transition nel settore trasporti’, per affrontare con maggiore consapevolezza la sfida della transizione.
L’iniziativa, documentata online, si concentra su tre aree: mitigazione del cambiamento climatico, tutela ambientale e sociale, impatto positivo sulle comunità. Grande attenzione, come emerso dal confronto con gli stakeholder, è riservata al potenziamento del trasporto su rotaia, attraverso programmazione a medio-lungo termine, grazie a fondi Pnrr.
Le azioni previste comprendono espansione e miglioramento delle infrastrutture, completamento dei corridoi europei Ten-T, incremento dell’alta velocità, delle reti regionali e interregionali, dei nodi ferroviari nelle città metropolitane e la valorizzazione delle stazioni come centri intermodali e poli di sviluppo sostenibile.
Anche Rfi, società capofila del Polo infrastrutture del gruppo Fs, è impegnata in iniziative di efficientamento energetico e circolarità. Tra queste, la sottostazione elettrica di Forlì sulla Bologna-Rimini, primo di una serie di impianti per il recupero dell’energia di frenatura dei treni in viaggio.
Altri 15 sono previsti entro il 2032 per aumentare l’efficienza del sistema e ridurre le emissioni. Mentre Trenitalia, società capofila del Polo passeggeri, sta contribuendo a migliorare l’efficienza idrica, riutilizzando le acque industriali per il lavaggio dei treni e attivando progetti pilota su siti strategici per avviare una water circular economy strategy in tutti gli impianti.
Dall’acquisto di nuovi treni all’intermodalità
Sul fronte flotta, non bisogna dimenticare il miliardo di euro e più stanziato per l’acquisto di 40 nuovi Frecciarossa 1000 dalle elevate performance ambientali e il miliardo di investimenti l’anno per il trasporto regionale, che ha permesso, nell’ultimo biennio, l’arrivo di 248 nuovi convogli a basso impatto.
I nuovi treni Blues riducono del 50% il consumo di carburante e le emissioni. A questi si aggiunge il traghettamento con Intercity tra Calabria e Sicilia effettuato con locomotori alimentati a batterie. Il primo Intercity ibrido è partito il 25 marzo e ha collegato Reggio Calabria a Taranto.
Altri arriveranno fino a Bari e Lecce. Mezzi in grado di garantire un servizio più ecologico grazie alla tripla alimentazione – elettrica, diesel e a batteria – che consente di ridurre le emissioni di CO2 dell’83% rispetto ai treni diesel.
Di importante valore culturale è l’incentivo all’intermodalità, come testimoniano i 27mila posti bici su regionali e Intercity. Sono inoltre in programma interventi di efficientamento energetico delle flotte già in circolazione, che riguardano l’illuminazione a led, la climatizzazione e lo smart parking, oltre alla sperimentazione di soluzioni ecodriving.
Le iniziative del Polo logistica
Trenitalia è, inoltre, la prima impresa ferroviaria europea a rendere note le emissioni di CO2 dei propri viaggi tramite il calcolatore ufficiale dell’Uic Ecopassenger. Applicazione che consente, all’acquisto del biglietto, di confrontare i consumi di un viaggio in treno con quelli per percorrere lo stesso tragitto su altri mezzi.
Il piano di efficientamento del gruppo Fs ha coinvolto anche il Polo logistica, che nel 2022 ha risparmiato 1,8 milioni di tonnellate di CO2. E la società capofila, Mercitalia, ha a sua volta lanciato un piano di rinnovo della flotta che prevede un risparmio del 25% sui consumi di energia da trazione. Senza contare che è stato avviato un programma di illuminazione più efficiente, con la sostituzione delle lampade torri faro che illuminano i terminal con sistemi a led più ecosostenibili.
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