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Kaos è nata in un armadio e ora distribuisce cinque marchi di collezioni donna

Articolo tratto dal numero di luglio 2024 di Forbes Italia. Abbonati!

La Silicon Valley è nata in un garage. Molte delle grandi aziende tech hanno mosso i primi passi tra pneumatici e attrezzi da lavoro. In Italia è diverso. Qui le aziende nascono a tavola o nelle vecchie cantine. C’è un’azienda bolognese che è nata in un posto ancora più insolito. Si chiama Kaos ed è nata in un armadio.

Com’è nata Kaos

“Kaos è nata nell’armadio di mio padre, Marco Calzolari, quando aveva sette anni”, ha raccontato Francesca Calzolari, head of digital marketing & communication di Kaos. È stata costituita ufficialmente il 7 marzo 1987, in una piccola cantina nel Centergross, il più grande polo europeo dedicato all’abbigliamento. Oggi commercializza e distribuisce cinque marchi di collezioni donna, è in più di 800 punti vendita multibrand in Italia e all’estero e in sei punti vendita monomarca a Bari, Bologna, Como, Ferrara, Reggio Calabria e Ostuni (Brindisi).

“Negli anni Cinquanta e Sessanta non esistevano aziende commerciali come quelle attuali e nemmeno negozi: esistevano produttori e mercerie. Mio nonno Nino Calzolari e mio zio Omobono Calzolari hanno iniziato a fare impresa con un business di maglieria da uomo. Andavano dai produttori, acquistavano la merce e la stivavano nell’armadio di mio padre per poi rivendere alle mercerie. Non potevano ancora permettersi uno spazio tutto loro e per questo iniziarono proprio dall’armadio di mio padre”.

Negli anni ’80 è nato un polo dedicato all’abbigliamento prontista, il Centergross di Bologna. Marco Calzolari e suo fratello Omobono hanno intravisto un’opportunità e hanno deciso di coglierla, prendendo in affitto un piccolo spazio nel seminterrato. “Quando pioveva, bisognava spostare tutto e sigillarlo al meglio, per cercare di non rovinare i capi con l’acqua piovana”.

Il business

Il business della famiglia Calzolari è nato con la maglieria italiana da uomo: il primo nome del brand è stato Kaos uomo. “Era un piccolo brand di pronto moda, che si differenzia dal fast fashion perché i produttori sono a livello territoriale. L’attività funzionava molto bene, così mio papà ha deciso di creare una linea di maglieria anche per donna”. Realizzare più prodotti significa anche aver bisogno di uno spazio più grande: così Marco Calzolari ha preso in affitto un posto più adatto alla produzione. “Il business è cresciuto fino ad arrivare a una collezione donna total look: non solo maglie, ma camicie, pantaloni, bluse, top, t-shirt, abiti, tailleur”, racconta Francesca.

Nei primi anni Duemila Kaos ha iniziato a creare anche collezioni di semiprogrammato e, dopo pochi anni, di programmato. “È stata una vera rivoluzione. Per programmato intendiamo collezioni che vengono studiate e presentate alla rete di vendita un anno prima. A maggio 2024 abbiamo iniziato a studiare e progettare le collezioni autunno-inverno 2025. Con questo nuovo step stavamo trasformando il nostro business in un progetto che voleva esprimere la cultura contemporanea e trovare espressione nelle persone”.

Spazio ai giovani

Nel frattempo, Marco Calzolari, che oggi è art director di Kaos, stava già dando spazio in azienda ai figli, facendoli partire dal gradino più basso, per favorire l’apprendimento di ogni tassello della catena lavorativa.

Il maggiore, Davide, ha iniziato come magazziniere. Oggi è socio e si occupa di logistica in Kaos e Kingkong, brand indirizzato a un pubblico giovane nato nel 1991. Poi è toccato a Francesca: “Avevo 18 anni e andavo a fare i sacchi il lunedì e il martedì. Sono partita dalle basi: contare, creare distinte degli ordini dei clienti. Un lavoro di manovalanza che ringrazio di aver fatto. Anche io e i miei fratelli, come mio padre, possiamo dire di essere nati tra i capi di abbigliamento”. Nel 2019, dopo la triennale in economia aziendale e la magistrale in International management alla Ca’ Foscari di Venezia, il giorno dopo l’ultimo esame, Francesca ha iniziato a lavorare a tempo pieno. Oggi è responsabile marketing, comunicazione e e-commerce di tutto il gruppo.

La più piccola, Maria Martina Calzolari, dopo aver frequentato il corso di laurea da fashion designer dell’Istituto Marangoni di Milano, ha iniziato dalle basi dell’ufficio stile. “A sei anni andava a comprare le perline nelle mercerie e a 14 sapeva già cosa avrebbe studiato e quale ruolo avrebbe ricoperto in azienda”, continua Francesca. “Nonostante questo, a 18 anche lei ha iniziato facendo i sacchi e le distinte i lunedì e i martedì estivi. Nel 2019, dopo la laurea, è entrata in azienda e ha cominciato come apprendista negli uffici stile, dove ha visto, seguito e appreso lo sviluppo della progettazione, della realizzazione del capo e dello sdifettamento”. Oggi è responsabile prodotto e art director di Kingkong.

Le collezioni

Le collezioni di Kaos sono dedicate alle donne. Il target è ampio: da quelle che ricercano qualità, stile e design moderno a quelle più sportive. La novità di quest’estate riguarda il lancio della nuova Kaos Car Bag. “È una borsa dal design accattivante, realizzata in vera pelle 100% italiana. L’abbiamo pensata come il completamento perfetto di ogni outfit. La Car Bag sarà disponibile online a partire dal 15 luglio 2024 e ha una forma trapezoidale, con due cerchi in pelle agli angoli della base, ispirati alla forma di una macchina”, ha spiegato Calzolari. “I materiali pregiati sono sinonimo di qualità e durata, la chiusura con clip la rende sicura e pratica per un uso quotidiano. Sarà disponibile nelle tonalità gesso, tortora, bordeaux e nero”.

I capi vengono studiati negli uffici stile. Qui avviene la parte di progettazione e sdifettamento dei prototipi. La produzione è affidata all’esterno. Kaos produce per l’85% in Italia, Kingkong per il 98%. Oggi l’azienda è presente anche in Spagna, Portogallo, Benelux, Germania, Austria, Russia, Grecia e Stati Uniti. “E vogliamo svilupparci ancora di più all’estero. Crediamo molto nel nostro prodotto”. Dal 2025, infatti, Kaos sarà anche in Polonia e nei paesi baltici. “L’obiettivo ora è arrivare in Asia”.

 

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