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Meta interrompe la “crisi” del tech: gli utili crescono del 73% e il titolo vola a Wall Street

Questo articolo è apparso su Forbes.com

Ieri, il colosso dei social media, Meta, ha rivelato che nel secondo trimestre i suoi utili sono cresciuti circa il 73%. Un dato che ha scatenato gli animi degli investitori, perché dimostra quanto la sua grande attività pubblicitaria sia capace di compensare e mettere in secondo piano le crescenti perdite fatte registrare da Meta in alcune scommesse che vanno oltre i social media. Una gallina dalle uova d’oro.

La trimestrale di Meta

  • Secondo FactSet, i 39,1 miliardi di dollari di ricavi di Meta fatti registrare nel secondo trimestre hanno superato le previsioni medie degli analisti di 38,3 miliardi di dollari, così come i 5,16 miliardi di dollari di utili per azione (13,5 miliardi di dollari di utile netto) che hanno superato le stime di 4,72 dollari per azione (12,3 miliardi di dollari).
  • Secondo la società il fatturato nel terzo trimestre si attesterà tra i 38,5 e 41 miliardi di dollari, con un valore medio di 39,8 miliardi di dollari, ossia ben al di sopra delle previsioni di 39,1 miliardi di dollari.
  • Contestualmente, Meta ha anche dichiarato di aspettarsi tra i 96 e i 99 miliardi di dollari di spese per l’intero anno, in linea con le previsioni precedenti, aumentando al contempo il range delle spese in conto capitale da 35-40 a 37-40 miliardi di dollari, soprattutto in virtù delle spese da sostenere nella corsa scatenata dall’intelligenza artificiale
  • Le azioni di Meta sono balzate di circa il 5% dopo la pubblicazione degli utili per poi attestarti a un guadagno complessivo di quasi il 3%. Tuttavia, nelle ultime tre settimane, il titolo ha subito una flessione di oltre il 10% a causa del crollo diffuso fatto registrare dal settore tech.

In cifre

4,5 miliardi di dollari. Questa è la perdita trimestrale, in linea con le previsioni, che Meta ha riportato nella Reality Labs, divisione che comprende le sue attività inerenti al metaverso, alla realtà aumentata e a quella virtuale. Questa è la perdita operativa più grande mai registrata dalla nascita della divisione (2021).

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Background

Nonostante il rebranding da Facebook a Meta nell’ottobre 2021 per seguire le sue ambizioni nel metaverso, il core della società è ancora quello di un’azienda di social media: le sue app infatti, Facebook, Instagram e WhatsApp rappresentano il 99% delle vendite totali. Peraltro,  all’interno delle app, Meta ricava circa il 99% dei suoi soldi dalla pubblicità. Dimostrazione evidente che il suo business è basato sulla pubblicità digitale, così come Alphabet, società madre di Google, che genera circa tre quarti dei suoi ricavi dalla pubblicità. C’è da dire però che Alphabet genera circa il doppio dei ricavi pubblicitari di Meta.

Il post rebranding di Meta

Subito dopo il rebranding, le azioni di Meta sono andate incontro a un periodo nero, facendo registrare un crollo di quasi l’80% dal picco di settembre 2021 al minimo di novembre 2022. Le perdite sono coincise con cinque trimestri consecutivi di cali degli utili, dovuti al contesto macroeconomico più instabile che ha costretto gli inserzionisti a frenare la spesa e alle crescenti spese legate al metaverso.

Tuttavia, da quando Mark Zuckerberg, ceo di Meta, ha dichiarato che il 2023 sarebbe stato “l’anno dell’efficienza”, tagliando i costi generali grazie in parte al licenziamento di 20mila dipendenti, il dato inerente agli utili è tornare a correre. Basti pensare che gli utili rettificati, in ciascuno degli ultimi cinque trimestri, hanno fatto registrare una crescita annuale pari al 40%.

Le azioni sono tornate a salire grazie al miglioramento dei profitti, arrivando addirittura ad essere scambiate a oltre il 20% in più rispetto al picco del 2021. Infatti, anche se a luglio hanno fatto registrare una discesa del 10%, tuttavia dall’inizio dello scorso anno le azioni sono volate di quasi il 300%. La società ha inoltre annunciato i suoi primi dividendi trimestrali a partire da marzo, distribuendo 0,50 dollari per azione al trimestre, un segno della maturazione e del flusso di cassa stabile dell’azienda della Silicon Valley.

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