Frantoio di Sant’Agata d’Oneglia - famiglia Mela
Small Giants

Questa famiglia dell’entroterra imperiese produce olio extravergine da olive taggiasche da quasi 200 anni

Articolo tratto dal numero di settembre 2024 di Forbes Small Giants. Abbonati!

Un piccolo borgo di case scaldate dal sole e accarezzate dalla brezza del mare. È qui che ha sede il Frantoio di Sant’Agata d’Oneglia ed è in questa terra in provincia di Imperia che nasce l’oliva Taggiasca, un frutto piccolo e saporito da cui si ricava un olio delicato, dolce e fragrante. Donata al popolo dai monaci benedettini nel ‘600, l’oliva taggiasca è protagonista di una tradizione di valori tramandati da generazioni e porta con sé qualità, stagionalità, genuinità e passione. Gli stessi valori che, dal 1827, guidano la famiglia Mela nella sua coltivazione e trasformazione.

L’olio speciale del Frantoio di Sant’Agata d’Oneglia

Raccolte con leggero anticipo rispetto alla maturazione, le preziose olive taggiasche sono frante in giornata con la stessa cura del passato, regalando così un olio extra vergine d’oliva speciale. A rimarcarne l’eccellenza, la certificazione Dop Riviera Ligure e i numerosi riconoscimenti tra cui il prestigioso Ercole Olivario. Da circa 200 anni la famiglia Mela produce olio extravergine da olive taggiasche sulle colline dell’entroterra imperiese, nel frantoio di proprietà, a cui si affiancano altre specialità come patè, pesto ligure e conserve di verdure lavorate fresche. Una selezione di prodotti curati ed esclusivi, espressione del lavoro di una famiglia innamorata del proprio mestiere. È nel 1987, infatti, che Antonio Mela, con la moglie Paola, crea un’azienda strutturata con un marchio proprio; oggi, sotto la guida esperta di Antonio, sono le figlie Cristiana e Serena a portare avanti l’attività di famiglia.

“Il frantoio è la storia della nostra famiglia e dei nostri valori, il punto fermo da cui partiamo per confrontarci con la nostra terra, il lavoro, il nostro modo di affrontare la vita”, dice Serena Mela, marketing & sales director. “Nostro padre è la stella polare e ci ispira ogni giorno, ma da qualche anno ha messo me e mia sorella Cristiana nella condizione di lavorare sul futuro dell’azienda”.

Il segreto? Innovare e rinnovarsi, pur mantenendo salde le origini

L’imperativo resta quello di innovare e rinnovarsi, mantenendo salde le origini. “Mi piace molto e mi rende orgogliosa poter essere me stessa sapendo di portare fuori dal frantoio tutta l’autenticità e l’idea di famiglia, di gruppo, quella in cui sono cresciuta e mi riconosco. Per questo penso che sempre di più dovremmo ragionare come sistema e che il comparto dell’olio avrebbe bisogno di rinforzarsi e di valorizzarsi, anche raccontando le nostre storie, che spesso sono come gli ulivi: delicate ma tenaci, ben salde e pronte ad affrontare ogni evento. Lo penso da professionista e ancora più fermamente da professionista donna. La nostra azienda ‘al femminile’ è cresciuta molto, non senza difficoltà, e ogni giorno puntiamo a migliorarci e, nel nostro piccolo, aspiriamo a diventare un po’ d’esempio”.

La loro forza, come quella di tanti produttori italiani, consiste proprio nel dedicarsi con tutte le forze al lavoro, in una miscela di passione e famiglia. “Sia io che Serena lavoriamo in un mondo maschile ma in questi ultimi anni il nostro essere donne che portano avanti il nome della propria famiglia è diventato un elemento di ulteriore credibilità per il nostro brand”, ha detto Cristiana Mela, financial & export manager di Frantoio di Sant’Agata d’Oneglia. “Il resto lo fa il territorio, dove amiamo invitare i clienti e far vivere loro l’emozione che per noi è motore quotidiano. Veniamo da una terra fantastica, in cui mare e collina convivono e si intrecciano. Preservarla e farla conoscere il più possibile è una grande responsabilità di cui ci sentiamo orgogliosamente incaricate”.

Il vecchio frantoio a Sant’Agata, un piccolo villaggio nelle colline di Imperia

Il nuovo frantoio con tecnologia 4.0

L’azienda investe molto nell’innovazione tecnologica e dei processi produttivi per migliorarsi e offrire una qualità sempre maggiore: il fiore all’occhiello è il nuovo frantoio per la produzione dell’olio, con tecnologia 4.0 che consente di monitorare tutti i parametri – ossigeno, luce, temperatura – che, se non perfettamente gestiti, possono sciupare le materia prima e inficiare la qualità del prodotto finale.

Lattenzione all’innovazione si accompagna sempre al rispetto per la tradizione, che parte dalla scelta di iniziare precocemente la raccolta delle olive a inizio ottobre, per avere un olio ricco di polifenoli. La raccolta avviene sempre manualmente ed è un momento di grande rilevanza sociale perché, durante la raccolta, c’è stretta collaborazione con le aziende agricole del territorio che conferiscono le proprie olive al frantoio.

Proteggere l’ambiente per salvaguardare l’olio

Un ostacolo è l’effetto dei cambiamenti climatici, che l’azienda ha potuto constatare direttamente sulle coltivazioni. Il Frantoio di Sant’Agata sta cercando di salvaguardare le coltivazioni con un’irrigazione artificiale, non sempre facile da effettuare, vista la conformazione del territorio ligure. La protezione e la tutela dell’ambiente sono, infatti, due obiettivi importanti per l’azienda, che mette in atto azioni concrete quali l’utilizzo, per i propri alberi, di concimi naturali. Anche per le produzioni sono stati acquistati macchinari che consentono un risparmio di risorse, energetiche e idriche. L’installazione di numerosi pannelli solari, inoltre, ha aumentato ancora il livello di sostenibilità dell’azienda che vuole continuare a fare passi importanti in questa direzione. Per portare avanti una tradizionale e innovativa storia di famiglia..

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Per altri contenuti iscriviti alla newsletter di Forbes.it CLICCANDO QUI .

Forbes.it è anche su WhatsApp: puoi iscriverti al canale CLICCANDO QUI .