Speciale 100 Ristoranti Innovativi 2025
Ristorante fine dining situato nel centro città, di fronte alla Galleria Vittorio Emanuele II, a due passi dal Teatro alla Scala e da via Montenapoleone, Pellico 3 Milano consente di vivere un’esperienza culinaria inedita in un ambiente luminoso e accogliente, all’interno dell’hotel 5 stelle lusso Park Hyatt Milano. Riprogettato nel 2022, sotto la guida dell’executive chef Guido Paternollo porta avanti un concetto di assoluta leggerezza ed equilibrio, legato alla cultura mediterranea anche nella scelta delle tonalità, dal giallo delicato al marrone, fino al verde fresco con sfumature bianche e viola. Articolato su 28 coperti nella sala principale più 10 nella sala privata, il ristorante reca l’impronta di Paternollo, arrivato alla guida del ristorante al termine di un viaggio ricco di passioni e scoperte che lo ha portato dalla laurea in Ingegneria alla vetrina culinaria di Pellico 3 Milano, dopo passaggi alla corte di Enrico Bartolini (Mudec), Marc Veyrat (Maisoin des Bois), Yannick Alléno (Pavillon Lodoyen) e Alain Ducasse (Plaza Athénée). Il suo è un approccio materico alla cucina, di cui ama l’artigianalità e la versatilità: pone la tecnica al servizio degli ingredienti, di cui carpisce l’essenza restituendola in piatti memorabili. Tra giochi cromatici, tradizione e consistenze, quella di Guido Paternollo è una cucina che ruota attorno ai prodotti della terra, alla sperimentazione, all’idea del “qui e ora”, in evoluzione e non cerebrale. Il risultato? Sapori netti e riconoscibili, che arrivano subito al palato. Tra i suoi signature il Tortello, ricotta di pecora, ‘Nduja, melograno e le verdure di stagione cotte e crude ed i loro condimenti.
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CONTATTI
Via Silvio Pellico, 3
Milano (MI)
Tel. 0288211236
www.pellico3milano.it
[email protected]
In primo piano
Al Pellico 3 Milano lo chef propone due menu: un menu stagionale fatto di sapori ed ingredienti del mediterraneo ed il menu La Mia Città, in cui rivisita alcuni dei piatti più rappresentativi di Milano, sua città natale. I piatti, che sono semplici all’apparenza ma complessi nella realizzazione, raccontano il suo percorso professionale fatto di continua ricerca. La sua idea di sostenibilità in cucina va invece oltre la scelta degli ingredienti, abbracciando anche la capacità di sostenere uno staff.