Continua il valzer delle trimestrali bancarie a Piazza Affari. Oggi è stato il turno di UniCredit che, come svelato dall’ad Andrea Orcel in una nota, ha fatto registrare il suo “miglior utile netto contabile annuo di sempre”: 9,7 miliardi di euro, in aumento del 2,2 per cento. In sostanziale crescita anche l’utile netto, 9,3 miliardi di euro (+8,1%), e l’utile netto sottostante, pari a 10,3 miliardi di euro – non considerando gli 1,3 miliardi di euro relativi a oneri straordinari (al lordo delle imposte) dovuti ai costi di integrazione (0,8 miliardi di euro) – e quindi “al netto delle azioni volte a garantire la redditività futura”.
Il RoTE nel quarto trimestre è stato pari al 17,7%, o 20,9% su un CET1 ratio al 13%, “sostenuto da maggiori ricavi netti, un rapporto costi/ricavi tra i migliori del settore, e una eccellente efficienza del capitale con una generazione organica di capitale pari a 12,6 miliardi di euro”, ha evidenziato Orcel.
Unicredit, tra ricavi e 9 miliardi agli azionisti
Nel 2024, UniCredit ha riportato 24,2 miliardi di euro (+4%) di ricavi netti, “trainati dalle commissioni, che si sono attestate a 8,1 miliardi di euro (+8%). In questa direzione, il quarto trimestre ha dato una spinta sostanziosa, riportando 5,6 miliardi di euro di ricavi netti. Dei quali, 2 miliardi proprio grazie alle commissioni. In rialzo del 3% anche il margine di interesse, arrivato a 14,4 miliardi di euro. Positivi anche i dati inerenti ai costi, che “nonostante le pressioni inflazionistiche e gli investimenti” sono diminuiti dell’1% rispetto allo scorso anno, attestandosi a 9,4 miliardi di euro.
Non è bastata inoltre la volontà da parte di Orcel di “aumentare a 9 miliardi di euro per il 2024 la distribuzione agli azionisti” e la conseguente decisione di “aumentare il dividendo al 50% dell’utile netto a partire dal 2025”. Al momento, infatti, il titolo UniCredit sta perdendo terreno a Piazza Affari, cedendo poco più del 3%.
Le previsioni per il futuro, tra Commerzbank, Generali e Bpm
In base alla reazione del titolo, gli investitori non sarebbero molto convinti dalle prospettive per il 2025. Anno in cui UniCredit avrà peraltro diverse gatte da pelare. Due su tutte: l’ascesa in Commerzbank (dove è arrivata già al 28%) e l’ops nei confronti di Banco Bpm (non voluta dal governo e osteggiata con forza anche da Credit Agricole). A ciò si aggiunge la partita strategica avviata in Generali. Avendo acquisito una quota superiore al 4% Orcel può diventare una mina vagante nella partita tra Caltagirone, la famiglia Del Vecchio (Delfin), Mps e Mediobanca. Una situazione che potrebbe portare al manager dei vantaggi proprio nel match contro Banco Bpm.
Non sorprende quindi che le previsioni per il 2025 di UniCredit siano con il freno a mano tirato. Tant’è che, oltre ad aver fissato la guidance per l’utile netto sostanzialmente in linea con il 2024, ha previsto ricavi netti a oltre 23 miliardi di euro (quindi al di sotto dei 24,2 del 2024), con “una moderata riduzione anno su anno del margine di interesse che riflette le aspettative di un contesto di minori tassi di interesse e di una ulteriore compressione della Russia”, ha aggiunto UniCredit. Guardando invece al 2027, l’istituto si è prefissato di raggiungere un utile netto di circa 10 miliardi di euro e un RoTE superiore al 17%.
Per altri contenuti iscriviti alla newsletter di Forbes.it CLICCANDO QUI .
Forbes.it è anche su WhatsApp: puoi iscriverti al canale CLICCANDO QUI .