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Trump negozierà i dazi? La Casa Bianca dice che oltre 50 paesi vogliono avviare colloqui

Questo articolo è apparso su Forbes.com

Funzionari dell’amministrazione Trump hanno dichiarato domenica che oltre 50 Paesi hanno contattato gli Stati Uniti per negoziare i vasti dazi imposti dal presidente – tra cui, secondo quanto riportato, anche nazioni importanti come India, Israele e Vietnam. Lo stesso Trump ha lasciato intendere di essere disposto a concludere accordi per ridurre i dazi, nonostante alcuni suoi collaboratori abbiano negato questa possibilità.

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Fatti principali

  • “Più di 50 Paesi hanno contattato il presidente per avviare una negoziazione” sui dazi, ha detto ad ABC News domenica Kevin Hassett, direttore del Consiglio economico nazionale della Casa Bianca. Affermando che i Paesi lo stanno facendo “perché capiscono che stanno sopportando gran parte del peso dei dazi”.
  • La scorsa settimana Trump ha imposto dazi generalizzati sulle importazioni da quasi tutti i Paesi, provocando forti scossoni sui mercati azionari e causando caos economico a livello globale. Gli economisti hanno avvertito che queste misure potrebbero portare a un aumento dei prezzi per i consumatori e persino innescare una recessione.
  • Mentre la Cina ha risposto annunciando dazi di ritorsione del 34% sulle importazioni di beni statunitensi, altri Paesi – secondo diversi rapporti – starebbero invece cercando di avviare negoziati con l’amministrazione Trump.
  • La Casa Bianca ha offerto visioni contrastanti sulla possibilità che Trump possa negoziare con altri Paesi e ridurre i dazi in cambio di concessioni. Alcuni collaboratori hanno negato che i dazi siano uno strumento di negoziazione. Giovedì scorso il presidente ha dichiarato ai giornalisti che i dazi danno agli Stati Uniti “un grande potere negoziale” e che potrebbe revocarli “se [un Paese] dicesse che ci darà qualcosa di fenomenale”.

Quali paesi hanno offerto negoziati a Trump sui dazi?

Cambogia: Il ministero del Commercio cambogiano ha inviato una lettera all’amministrazione Trump impegnandosi a ridurre i dazi sulle importazioni dagli Stati Uniti dal 35% al 5% – dopo che Trump ha imposto dazi del 49% sul Paese, un importante produttore di beni come le scarpe – a patto che si aprano negoziati per ridurre i dazi statunitensi.

Unione Europea: La presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha suggerito che, pur essendo “pronta a rispondere” ai dazi imposti da Trump e potendo adottare misure di ritorsione, l’Ue spera anche di negoziare con il presidente. Per questo ha deciso di non annunciare immediatamente contromisure, affermando che il blocco è “sempre pronto” al dialogo.

Regno Unito: Secondo il Washington Post, funzionari britannici ritengono di poter raggiungere un accordo per eliminare o ridurre i dazi del 10% imposti da Trump nel giro di poche settimane. Il governo britannico è già in trattative con l’amministrazione Trump, offrendo riduzioni dei dazi sui beni statunitensi e valutando di applicare aliquote fiscali più basse per le aziende americane presenti nel Regno Unito.

Vietnam: In una lettera inviata sabato, il Partito Comunista vietnamita si è detto disposto a eliminare tutti i dazi sui beni statunitensi nella speranza di ridurre la tassa del 46% imposta da Trump sulle importazioni vietnamite. In cambio, il Vietnam chiede che l’amministrazione statunitense sospenda per almeno 45 giorni l’applicazione dei dazi sui prodotti vietnamiti.

India: I funzionari indiani hanno lasciato intendere di voler cercare un negoziato con Trump anziché adottare misure di ritorsione importanti. Un funzionario anonimo ha dichiarato a Bloomberg che il Paese “cerca il dialogo e non il confronto”.

Taiwan: Il presidente Lai Ching-te ha dichiarato domenica che Taiwan non imporrà alcun dazio di ritorsione sulle importazioni dagli Stati Uniti e ha affermato di voler negoziare con l’amministrazione Trump con l’obiettivo di raggiungere una situazione di “dazi zero” tra Stati Uniti e Taiwan, secondo quanto riportato da Reuters. Il leader ha inoltre promesso di aumentare gli investimenti taiwanesi negli Stati Uniti.

Israele: Il primo ministro Benjamin Netanyahu dovrebbe incontrare Trump lunedì e Israele ha annullato i dazi sulle importazioni statunitensi già prima dell’entrata in vigore dei dazi americani della scorsa settimana. Netanyahu ha affermato di sperare che Trump allenti i dazi del 17% imposti sulle importazioni israeliane dopo l’incontro tra i due leader.

Indonesia: Il ministro dell’economia indonesiano, Airlangga Hartarto, ha dichiarato domenica che il Paese cercherà una soluzione diplomatica ai dazi del 32% imposti da Trump sui beni indonesiani, piuttosto che adottare misure di ritorsione, secondo Reuters. L’Indonesia sta pianificando l’invio di una delegazione negli Stati Uniti per negoziare con Trump.

Curiosità

Trump ha imposto dazi anche su alcune isole disabitate o su territori con pochissimi residenti, come le isole Heard e McDonald, territorio australiano abitato principalmente da pinguini. Sarà probabilmente più difficile per queste “nazioni” avviare negoziati per la riduzione dei dazi. Lutnick ha difeso i dazi su questi Paesi domenica, dichiarando a CBS News che erano necessari, altrimenti altri Stati avrebbero potuto usarli per aggirare le tariffe imposte da Trump.

Cosa dice l’amministrazione Trump sui negoziati sui dazi?

Sebbene Trump abbia lasciato intendere di essere disposto a negoziare con altri Paesi, diversi suoi collaboratori hanno affermato che il presidente non è aperto a fare concessioni, almeno nel breve periodo. “Il presidente non farà marcia indietro su quanto annunciato ieri. Non tornerà indietro”, ha dichiarato Lutnick a CNN giovedì, dopo l’annuncio dei dazi, aggiungendo a CNBC: “Non penso che la parola ‘esenzione’ sarà rilevante. Non credo che esista una cosa del genere”. Lutnick ha ribadito questa posizione domenica a CBS News, dicendo: “Non ci sarà alcun rinvio dell’entrata in vigore [dei dazi], resteranno sicuramente in vigore per giorni o settimane.”

Anche il Segretario al Tesoro, Scott Bessent, ha negato a NBC News che il presidente sia intenzionato a revocare i dazi di altri Paesi nel breve termine, affermando che i deficit commerciali con gli altri Stati “non sono questioni che si possono negoziare in pochi giorni o settimane.”

Peter Navarro, consigliere per il commercio di Trump, aveva dichiarato la settimana scorsa a CNBC: “Sia ben chiaro: questa non è una negoziazione… questa è un’emergenza nazionale”. In un’intervista con Fox News domenica, Navarro ha mostrato un’apertura leggermente maggiore ai negoziati, ma ha denunciato quelle che ha definito “pratiche sleali non tariffarie” da parte di altri Paesi.

Secondo Navarro, gli Stati dovranno fare concessioni ulteriori rispetto alla semplice riduzione dei dazi sui beni statunitensi, come l’eliminazione delle imposte sul valore aggiunto (Iva) o la fine di politiche come il divieto europeo all’importazione di carne americana. “Siamo sempre disposti ad ascoltare… se volete venire a parlare con noi,” ha detto Navarro, riferendosi ai potenziali negoziati con altri Paesi.

Contesto

Mercoledì Trump ha imposto dazi generalizzati su diversi Paesi, mantenendo la promessa elettorale di introdurre dazi sulle merci straniere per riportare la manifattura negli Stati Uniti. Il piano del presidente è stato a lungo criticato dagli economisti, che hanno avvertito che tali misure avrebbero portato a un aumento dei prezzi per i consumatori e danneggiato l’economia americana – uno scenario che ha cominciato a realizzarsi dopo l’annuncio dei dazi, con il crollo dei mercati azionari e previsioni di una possibile recessione.

Nonostante il caos economico, Trump ha continuato a difendere il suo piano economico, scrivendo sabato su Truth Social che i dazi rappresentano una “RIVOLUZIONE ECONOMICA” e invitando gli americani a “TENERE DURO.” “Non sarà facile, ma il risultato finale sarà storico,” ha scritto. “Noi renderemo l’AMERICA GRANDE ANCORA!!!”

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