Facebook necessita di una regolamentazione molto più severa, con un’azione dura e urgente per porre fine alla diffusione della disinformazione sulla sua piattaforma. Questa è la sintesi di quanto dichiarato dai parlamentari inglesi all’interno del Rapporto Finale su Disinformazione e Fake News.
Social network e fake news: Facebook è un “Gangster digitale”, lo dice il Parlamento inglese
Secondo il Digital, Culture, Media and Sport Committee, Facebook avrebbe deliberatamente infranto la legge sulla privacy e sulla concorrenza e dovrebbe essere urgentemente sottoposto a regolamentazione legale. L’inchiesta, durata 18 mesi, denuncia la compagnia e i suoi dirigenti etichettandoli come “gangster digitali”.
Secondo lo studio il gigante dei social media starebbe usando il proprio predominio per schiacciare i rivali e impedire ad altre piattaforme di competere con esso. I documenti interni di Facebook giunti nelle mani del comitato hanno mostrato che, attraverso la tecnologia, il social ha violato le leggi vendendo i dati privati delle persone senza il loro permesso.
All’interno delle 108 pagine di rapporto, il gigante dei social media è accusato di continuare a dare priorità ai profitti degli azionisti rispetto ai diritti alla privacy degli utenti.
“Facebook continua a scegliere il profitto rispetto alla sicurezza dei dati, assumendosi dei rischi al fine di dare priorità al proprio obiettivo di ricavare denaro dai dati degli utenti“, afferma il rapporto, accusando la società di coprire le fughe di dati degli utenti. “Sembra chiaro per noi che Facebook agisce solo quando gravi violazioni diventano pubbliche.”
“Alle aziende come Facebook non dovrebbe essere permesso di comportarsi come” gangster digitali “nel mondo online, ritenendo di essere al di sopra e oltre la legge“, ha avvertito il rapporto.
Facebook “Gangster digitale”: l’interferenza della Russia nelle elezioni americane
Il rapporto accusa inoltre Facebook di aver ostacolato intenzionalmente la sua inchiesta e di non aver affrontato i tentativi della Russia di manipolare le elezioni.
“La democrazia è a rischio per via del targeting maligno e implacabile dei cittadini con disinformazione e pubblicità occulta e personalizzata, provenienti da fonti non identificabili, fornite attraverso le principali piattaforme di social media che usiamo ogni giorno“, ha avvertito il presidente della commissione, Damian Collins.
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