Pogba, De Ligt e Bale. Sono solo tre delle star del calcio mondiale che potrebbero sbarcare in Serie A nella prossima stagione, almeno a leggere le cronache dei media che si occupano di calcio. Nomi che eccitano le fantasie dei tifosi, anche se la realtà è un’altra: la priorità dei grandi club è mettere a posto i conti per la conclusione dell’esercizio, il 30 giugno prossimo, in modo da allinearsi ai dettami del Fair Play finanziario. C’è poco tempo, dunque, per completare cessioni che in qualche caso potrebbero risultare dolorose.
Vediamo qual è la situazione delle squadre più importanti del calcio nostrano, ricordando che sono tre i principali parametri monitorati dall’Uefa: non avere debiti scaduti; avere un patrimonio netto positivo o quanto meno dimostrarne il miglioramento anno dopo anno; non superare nell’arco dell’ultimo triennio un passivo totale di 30 milioni di euro calcolato sui bilanci al netto dei costi virtuosi, come le spese per settore giovanile e le infrastrutture. E proprio quest’ultimo è l’indicatore che crea più di qualche preoccupazione tra i club italiani.
Così l’Inter può aprire un ciclo vittorioso
Dall’arrivo della famiglia Zhang, l’Inter è la società di calcio italiana che ha fatto i maggiori progressi sul fronte dei conti. Dopo aver chiuso l’esercizio 2015/16 con ricavi per 187 milioni di euro e perdite per 59 milioni, lo scorso anno è salito a 297 milioni con l’ultima riga di bilancio a -17,8 milioni. Merito soprattutto della pioggia di sponsorizzazioni provenienti dall’Asia, che sono cresciute anche negli ultimi mesi, tanto che l’esercizio in corso viaggia un fatturato oltre i 350 milioni. La Juventus non è più così distante (411 milioni lo scorso anno, dato come gli altri al netto delle plusvalenze), tanto che il gap potrebbe essere colmato nel giro di un triennio grazie al maggiore potenziale di San Siro rispetto all’Allianz Stadium.
Questi progressi consentiranno al club nerazzurro di uscire dal settlement agreement dal prossimo esercizio, ma intanto entro il 30 giugno serviranno plusvalenze per circa 40 milioni in modo da centrare l’atteso pareggio di bilancio. In cima alla lista dei partenti c’è Icardi, che a bilancio ha un valore residuo di appena 2,5 milioni, per cui la sua cessione per 60-70 milioni consentirebbe da sola di mettere a posto i conti. Ivan Perisic invece si ferma a 9,9 milioni, per cui se partisse per circa 30 milioni, il club nerazzurro otterrebbe una plusvalenza di 20 milioni, che andrebbe integrata con cessioni minori. I nomi? Si parla di giovani come Gravillon, Dimarco, Colidio e Pinamonti, con l’auspicio (per i nerazzurri) che nessuno di loro esploda come fatto da Zaniolo quest’anno, arrivato a valere 50 milioni contro i 4,5 milioni (più il 15% in caso di futura rivendita) pagato dalla Roma la scorsa estate nell’ambito dell’operazione che ha portato Naingollan all’Inter.
Juventus in equilibrio, ma solo nel breve
Per la prima, anche la Juventus deve stare attenta a non sforare i parametri del fair play finanziario. Dopo aver chiuso l’esercizio 2016/17 con un risultato netto positivo per 43 milioni di euro (grazie soprattutto alla cessione di Pogba al Manchester United), lo scorso anno il club bianconero ha segnato un passivo superiore ai 19 milioni e anche per quello che si chiude a fine mese è atteso un rosso, stimato qualche mese fa dagli analisti di Intermonte intorno ai 50 milioni di euro. L’uscita dalla Champions League ai quarti di finale potrebbe rendere ancora più salato il conto, insieme con alcuni rinnovi contrattuali in corso di stagione, ma a riportare quasi in equilibrio la situazione sono gli incassi derivanti dal mercato invernale, con la cessione a titolo definitivo dei vari Audero, Sturaro e Cerri, ai quali si aggiunge il recente riscatto di Orsolini da parte del Bologna. Nell’ottica del triennio, la Juventus non corre alcun rischio (ricordiamo che il passivo nell’arco di tempo considerato non deve superare i 30 milioni), ma il club torinese potrebbe comunque mettere a segno una grossa cessione a breve per non correre grossi rischi la prossima estate, quando dal calcolo verrà sottratto il risultato del 206/17. I nomi più gettonati in uscita sono quelli di Costa e Dybala, ma difficilmente quest’ultimo finirebbe all’Inter, che come visto a sua volta è impegnata in primo luogo a vendere. Il club nerazzurro rientrerebbe in pista solo se l’operazione si concretizzasse da luglio in avanti.
Guardando in prospettiva, se la Juventus vuole confermarsi regina di denari in Italia e avvicinare i top club europei dovrà mettere in conto almeno una grossa plusvalenza ogni anno, considerato che i ricavi da gare (56 milioni nell’ultimo anno) non potranno crescere granché a fronte di uno stadio quasi sempre esaurito e che i ricavi commerciali stentano a decollare (115 milioni contro i 131 milioni dell’Inter, ma i bianconeri non hanno ancora contabilizzato l’effetto Ronaldo) senza vittorie a livello internazionale.
Questa situazione spiega il fervore del presidente Andrea Agnelli per dar vita dal 2024 a una super competizione tra i grandi club europei, ipotesi avversata da molti altri club per il ridimensionamento che ne deriverebbe per la Serie A.
I valori a bilancio dei calciatori della Juventus:
Milan, situazione da allarme rosso
Peggio delle altre è messa il Milan. La società rossonero ha un processo pendente davanti all’Uefa per la violazione dei parametri del Fair Play Finanziario nel triennio 2015-2018 e la sospensione del giudizio, motivata dall’organismo europeo alla luce dell’attesa sentenza del Tas di Losanna, non è positiva come è stata descritta da alcuni media. Con questa decisione, infatti, l’eventuale esclusione del Milan dalle coppe europee slitta al prossimo anno, mentre probabilmente sarebbe meglio scontare l’eventuale sanzione in quello in partenza, dato che la squadra ha mancato la qualificazione alla Champions e dovrà accontentarsi della meno munifica Europa League.
Dopo aver perso 75 milioni nel bilancio 2016/17 e 126 milioni lo scorso anno, anche l’esercizio in corso si avvia a chiudere in pesante rosso, tra gli 80 e i 100 milioni di euro. Difficile sperare nella clemenza dell’Uefa a fronte di conti così negativi anche sotto la gestione Elliott e proprio questo potrebbe spingere il club rossonero a concretizzare un paio di grosse cessioni entro il 30 giugno. Il principale indiziato è Donnarumma, frutto del vivaio e quindi in carico a zero: l’eventuale cessione per 50-60 milioni garantirebbe una plusvalenza piena. Stesso discorso per Suso, arrivato a parametro zero e con una clausola rescissoria di 38 milioni di euro, che almeno fino a questo momento non ha però riscontrato grande interesse sul mercato.
Roma e Napoli, situazioni divergenti
Tra le altre grandi, sia la Roma, che il Napoli non hanno problemi sul versante del ffp, tuttavia il club giallorosso ha già fatto sapere che ridurrà sensibilmente il monte ingaggi (che è il secondo più alto della Serie A dopo la Juventus, a quota 94 milioni), con i principali indiziati alla partenza che sono Dzeko (8,8 milioni lordi) e N’Zonzi (6 milioni), dopo che ha già lasciato capitan De Rossi (5,8 milioni).
Il Napoli ha accumulato un attivo di 60 milioni negli ultimi due esercizi e quello attuale viaggia verso il pareggio. Ed è per questa ragione che il club partenopeo sta corteggiando Icardi, oltre a sognare star internazionali come James Rodriguez, con l’obiettivo di rendere competitiva una squadra che si è confermata al secondo posto nell’ultimo campionato, ma con una preoccupante caduta nelle prestazioni e nei risultati nel corso degli ultimi mesi.
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