“Mio padre ha avuto un lavoro nella sua vita, io avrò sei posti di lavoro nella mia vita e i miei figli avranno sei posti di lavoro contemporaneamente” – Robin Chase, fondatrice di Zipcar. |
Si stima che nel 2020 oltre il 43% della forza lavoro sarà composta da freelance. Già oggi siti come Upwork consentono alle grandi aziende di connettersi facilmente con designer, autori o ingegneri indipendenti per realizzare il lavoro che stanno cercando di esternalizzare. È un classico esempio di gig economy, o economia freelance.
La gig economy, è l’utilizzo da parte delle aziende di lavori temporanei e flessibili che rivoluziona l’economia tradizionale dei lavoratori a tempo pieno. Il termine “gig economy” è usato per fare riferimento ad una vasta gamma di tipi diversi e modelli di lavoro. Una caratteristica comune di molti di questi è l’affidamento ad un intermediario di lavoro interinale o ad applicazioni digitali per connettere i lavoratori autonomi al lavoro. Le aziende operano spesso in settori che si sono affidati storicamente a lavoratori autonomi per la forza lavoro. La nuova tecnologia, tuttavia, consente loro di operare su una scala che ha implicazioni sostanziali per la natura del lavoro.
Secondo una recente ricerca dell’Università di Pavia il volume della gig economy è destinato a salire da 3,5 miliardi di euro nel 2015, con 11,6 milioni di utenti, a 8,8 miliardi nel 2020, sino a raggiungere i 25 miliardi nel 2025. Tra lo 0,7% e l’1,3% del PIL.
Un’economia freelance ruota intorno all’assunzione di lavoratori autonomi per intraprendere lavori specifici a breve termine in cambio di un salario concordato. Questi progetti sono tipicamente troppo modesti o brevi per assumere un impiegato a tempo pieno o sarebbe troppo costoso subappaltarli. I liberi professionisti possono trovare lavoro temporaneo tramite annunci classificati, online o tramite agenzie interinali. Internet ha reso la ricerca più attraente per molti individui nei settori della scrittura, del giornalismo, del design, della ricerca artistica, dell’editing, della multimedialità, della consulenza, della programmazione informatica e molti altri. L’economia freelance perciò è strettamente legata all’economia peer-to-peer (P2P).
Alcune regole per la tua gig economy di successo:
1. Definisci il tuo successo. Scopri la tua visione personale del successo, che potrebbe apparire molto diversa da quella tradizionale.
2. Diversifica. Impara a identificare e trovare offerte per aumentare le opportunità, migliorare le tue abilità e ampliare la tua rete.
3. Crea la tua sicurezza personale. Non esiste alcuna protezione del lavoro. Studia come crearti una sicurezza e una strategia di uscita.
4. Connettiti. Decidi se connetterti in entrata o in uscita. Cosa funziona meglio per te e scopri come fare grandi richieste e offerte.
5. Fronteggia la paura riducendo il rischio. Sfida i grandi timori che ti trattengono e riducili in rischi gestibili sviluppando un piano di azione per superarli.
6. Prendi tempo per valutare le varie offerte della gig economy.
7. Sii finanziariamente flessibile. Dimentica il metodo tradizionale di risparmio del tuo denaro. Riorganizza la tua vita finanziaria e aumenta la tua flessibilità e sicurezza finanziaria.
Le nostre percezioni sul lavoro si formano ad una età molto giovane. Dal momento in cui siamo bambini, gli adulti ci chiedono cosa vogliamo essere quando cresciamo e le risposte riflettono ciò che vediamo intorno a noi: impiegati nel lavoro a tempo pieno. Rispondiamo che vogliamo essere insegnanti o medici o pompieri. Non ho mai sentito un ragazzo dire che vuole essere un consulente, un freelancer o un imprenditore, ma per i bambini di oggi ottenere un lavoro a tempo pieno sarà l’eccezione, non la regola.
La gig economy sta ancora emergendo e guadagnando forza. Ci sono stati molti dibattiti su come cambiare le nostre leggi e modificare i nostri mercati del lavoro in risposta alla gig economy.
Il punto più importante e significativo rimane su come affrontare l’attuale categorizzazione dei lavoratori come dipendenti oppure come contraenti. La distinzione tra imprenditore e dipendente è vaga e variabile, ma la differenza di costo ai datori di lavoro è considerevole e chiara. Si stima che i dipendenti a tempo pieno siano dal 30 al 40 percento più onerosi rispetto agli appaltatori a causa dei costi aggiunti delle imposte, delle assicurazioni e dei benefici. Le aziende con impiegati dipendenti a tempo pieno sono tenute a pagare oneri fiscali per ogni dipendente. Non inaspettatamente, i datori di lavoro stanno valutando attivamente la disparità dei costi tra i due tipi di lavoratori. Molte aziende stanno riducendo il numero di dipendenti e assumendo più lavoratori imprenditori di se stessi o addirittura classificando i lavoratori in modo da realizzare costi di manodopera inferiori. Le politiche del mercato del lavoro offrono incentivi per assumere più lavoro a breve termine più economico e meno costoso di quello che avrebbe altrimenti.
Per i freelancer sarà essenziale tenere conto di 4 regole:
1. La passione e la preparazione sono essenziali, ma non sufficienti. In un posto fisso tutto è già predefinito e “comodo” per gli assunti. Nella gig economy occorrono doti di imprenditorialità personale per saper vendere il proprio skill nel modo giusto all’azienda giusta, nel momento giusto.
2. Professionalità flessibile per adattarsi alle diverse filosofie aziendali nelle quali si andrà a operare
3. Potrà essere necessario appoggiarsi ad altri per aumentare la propria brand reputation oppure per il marketing e altri aspetti della professione.
4. Sarà il cliente che controllerà la tabella di marcia del freelancer. Una presunta libertà da schemi aziendali è poco realistica.
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