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Investments

Da trader a imprenditore, storia dell’analista italiano con il massimo riconoscimento internazionale

Alessandro Moretti, trader, analista e divulgatore finanziario(Courtesy Madability)

A volte una passione può diventare una professione. Altre volte ancora quella professione può crescere e maturare fino a dare vita a un’impresa. E’ la storia di Alessandro Moretti, uno dei soli due italiani ad essere stati insigniti del titolo di MFTA (Master of Financial Technical Analysis), il massimo riconoscimento assegnato dalla comunità mondiale degli analisti tecnici, gli esperti che studiano l’andamento dei prezzi sui mercati finanziari nel tempo allo scopo di prevederne le tendenze future.

Una storia che inizia quando Moretti, oggi 32enne, è poco più che maggiorenne “mentre studiavo all’università e lavoravo come operaio”, ma con la passione per la Borsa e i mercati finanziari. E con i guadagni del lavoro che prendevano immancabilmente la strada del trading “inconsapevole”, fatto di qualche soddisfazione ma anche di brutte sorprese. “Per due volte ho perso 10mila euro. Alla seconda volta ho capito che per avere risultati costanti bisognava studiare. Ho conosciuto Francesco Caruso (l’altro MFTA italiano), che è diventato il mio modello e da lì ho iniziato un percorso di studi: frequentando un master di consulenza finanziaria indipendente e avvicinandomi alla SIAT (la società italiana degli analisti tecnici) dove ora sono socio scientifico”.

Lungo questo percorso Moretti vede un buco enorme nella conoscenza finanziaria degli italiani e capisce che la passione avrebbe potuto trasformarsi un lavoro. “Con un gruppo di amici abbiamo voluto andare oltre il trading per occuparci di finanza in generale e di previdenza”. E’ nata così Madability, che si occupa di formazione, ma che fa anche da advisor per linee di gestione in Svizzera. E la cui creatura più  conosciuta è la community IoInvesto, da cui a breve, dopo l’autorizzazione delle autorità di vigilanza, prenderà vita la società di consulenza IoInvesto.

Poi è arrivato il riconoscimento internazionale dell’MFTA, che ha rappresentato un boost al suo lavoro di ricerca. “Il titolo si ottiene creando un contributo innovativo all’analisi tecnica/finanziaria. Ho preso la mia strategia operativa e ho realizzato delle simulazioni per dimostrarne la robustezza. Si trattava di cose che avevo provato io negli anni. Il comitato scientifico l’ha valutato e l’ha giudicato statisticamente valido”. Il premio è stato una sintesi della sua storia personale, delle sue competenze e dell’esperienza maturata.

“Al momento con IoInvesto creiamo portafogli modello che proponiamo sotto forma di consulenza generica”, spiega Moretti. “Ma ci occupiamo anche di pianificazione previdenziale”, aggiunge. Nel 2019 ha fatturato 700mila euro e nei primi 6 mesi del 2020 è già arrivata a 1,3-1,4 milioni, “perché abbiamo introdotto molti nuovi servizi e i social e il passaparola ci hanno fatto crescere. Ma c’è stato anche un effetto Covid, dato che un numero maggiore di persone è rimasto nelle proprie case e si è potuto occupare di investimenti”.

Fin qui i corsi online di IoInvesto hanno coinvolto più di 1000 clienti, o investitori consapevoli. “Noi non promettiamo nessuna formula magica, parliamo di gestione dei rischi, non di scommettere. Facciamo divulgazione finanziaria anche sulla finanza personale, per gestire in maniera consapevole le proprie finanze”.

Oltre che sui corsi, la società si regge sulle commissioni annuali pagate sui portafogli modello, attività dove IoInvesto può vantare le recensioni qualificate raccolte dalla piattaforma TrustPilot. Abbiamo ricevuto in un mese 200 recensioni, con una media di 4,85 (il massimo è 5, ndr)”, dice Moretti.

Oggi così la società, strutturata come una SA svizzera (simile a una Spa italiana), occupa nella sua orbita 25 persone. E c’è ancora da fare. Perché se a Moretti si domanda dove si vede nel futuro, la risposta è immediata: “Mi vedo a far crescere questa creatura. Mi piace molto essere con i miei soci l’immagine dell’azienda ma anche passare il mio tempo nell’ufficio studi. E c’è ancora bisogno di sviluppare il progetto”.

 

 

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