Dall’Italia alla Svizzera il risultato non cambia, il risiko bancario non passa mai di moda e continua a prendersi la scena economica europea e internazionale. Dopo Intesa Sanpaolo (impegnata anche nell’operazione Borsa Italiana) e Ubi Banca, adesso sembra essere il momento giusto per una delle più grandi fusioni a livello mondiale che potrebbe coinvolgere i nomi di Ubs e di Credit Suisse, rispettivamente la prima e la seconda banca svizzera.
Riportata dal sito elvetico di informazione finanziaria Paradeplatz, l’indiscrezione circa una possibile fusione tra i due istituti (ribattezzata operazione “Signal”) ha scosso per l’ennesima volta il settore bancario, ma ha trovato d’accordo gli operatori di mercato e gli investitori. Nella giornata di ieri, infatti, i titoli delle due banche svizzere sono andati incontro a un netto rialzo. Ubs ha chiuso con una crescita del 2,5% (oggi sta cedendo l’1,15%), mentre Credit Suisse del 4,3% (al momento -1,95%).
Tra l’altro, nessuno dei due istituti ha confermato o smentito la notizia rilanciata da Paradeplatz che, oltre ad aver sottolineato che ci sarebbero continui colloqui tra il presidente del cda di Ubs, Axel Weber e il suo omologo in Credit Suisse, Urs Rohner, ha anche evidenziato che i due leader avrebbero già informato il ministro delle Finanze Ueli Maurer e la Finma, l’autorità di vigilanza sui mercati.
Fusione Ubs-Credit Suisse: quali sarebbero i nuovi contorni del gruppo?
Una eventuale fusione tra Ubs e Credit Suisse potrebbe prendere corpo all’inizio del 2021 e concludersi entro la fine dello stesso anno, tuttavia i futuri ruoli manageriali del colosso finanziario elvetico sarebbe già abbastanza delineati. Come riporta il Sole24ore, Weber dovrebbe diventare il presidente del cda (almeno fino al 2022, data in cui finisce il suo mandato a Ubs) e Thomas Gottestein (ceo di Credit Suisse) potrebbe diventare ceo del nuovo gruppo. Non è escluso che possa avere un ruolo Urs Rohner, anche se conclude il suo incarico proprio nel 2021.
Anche se è tutto solo a livello di indiscrezione, una cosa è certa: Sergio Ermotti, attuale ceo di Ubs, sarà fuori dai giochi, visto che a novembre lascerà il suo posto a Ralph Hamers e diventerà presidente del cda del gruppo Swiss Re. Entrando, invece, nel vivo di quello che potrebbe diventare il nuovo colosso Ubs-Credit Suisse dal punto di vista economico, nel 2019 le due banche hanno rispettivamente registrato un utile netto di 4,3 miliardi di franchi svizzeri (3,6 miliardi di euro) e 3,4 miliardi di franchi (3,1 miliardi di euro). Insieme Ubs e Credit Suisse potrebbero quindi diventare il gruppo bancario europeo con la più grande generazione di reddito netto.
Inoltre, una fusione dei due istituti elvetici darebbe vita a un gruppo da circa 65 miliardi di euro che si gioverebbe anche di una combinazione complementare nel settore dell’investment banking, visto che Ubs è orientata maggiormente verso il trading di azioni, mentre il Credit Suisse è tradizionalmente più forte nel credito e nel reddito fisso.
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